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NAPOLI – Due gli argomenti che le Commissioni Welfare, presieduta da Maria Caniglia, e Bilancio, presieduta da Manuela Mirra, hanno posto in discussione oggi nella riunione congiunta alla quale sono stati invitati l’assessore al Lavoro Panini, l’assessora al Welfare Gaeta e l’assessore al Bilancio Palma: l’organizzazione del Comune in vista dell’avvio del Sostegno all’Inclusione Attiva e i fondi di bilancio per il Welfare. A questi argomenti si è aggiunta l’urgenza, richiamata sia dalla presidente Caniglia che da molti consiglieri, legata al destino dei lavoratori di Napoli Sociale il cui percorso di assorbimento in Napoli Servizi ha subito una battuta d’arresto determinando molta incertezza e preoccupazione.

Dopo un avvio molto polemico, con interventi del consigliere Esposito (PD) e Lebro (La Città), che ha abbandonato la riunione, che hanno stigmatizzato il ritardo dell’inizio della seduta e l’assenza dell’assessore al bilancio Palma, delegato dal Sindaco a seguire una questione urgente, la riunione ha visto una prima parte dedicata all’avvio del Sostegno all’Inclusione Attiva con la relazione della dottoressa Chieffo, direttore Centrale del Welfare. Avendo Napoli partecipato con altre 11 città alla sperimentazione della misura negli anni 2014 e 2015, l’organizzazione per la ricezione delle domande non desta particolari preoccupazioni. E’ stato pubblicato il bando con il quale i Caaf – così come fatto in occasione del reddito Minimo di Cittadinanza nel 2004 – si candideranno a ricevere le domande del beneficio da parte delle famiglie bisognose che riceveranno dall’Inps una card che, a seconda dei requisiti, potrà variare dagli 80 ai 400 euro. Tra i requisiti previsti dal decreto del Governo di luglio – che ha esteso la sperimentazione – non è presente quello della perdita del lavoro negli ultimi 36 mesi, per cui alle domande già presentate in regime di sperimentazione, circa 2800, sicuramente si aggiungeranno numerose altre domande. Una applicazione informatica collegherà i Caaf e il Comune consentendo anche all’Inps più spediti controlli sui requisiti per l’ammissione allo scopo di evitare errori e irregolarità, consentendo anche, come ha sottolineato l’assessora Gaeta, di costituire una banca dati della povertà che amplia quella già esistente dei beneficiari di prestazioni sociali. Sui progetti personalizzati che potranno essere attivati per l’inclusione attiva (ogni anno il Comune potrà utilizzare 5 milioni), è stato precisato che le risorse non potranno essere utilizzate per attivare servizi.
Sul secondo argomento in discussione, i finanziamenti previsti dal bilancio di previsione per il Welfare, sia l’assessora Gaeta che l’assessore al Bilancio Palma hanno smentito che ci siano stati tagli nel 2016 rispetto al 2015, e ciò in presenza, invece, dei tagli dei trasferimenti statali e regionali. Questi non hanno impedito di garantire le prestazioni del Comune nell’area del disagio, sia quelle obbligatorie per legge che quelle ritenute indispensabili. E’ stata effettuata una forte opera di efficientamento in un settore molto delicato che ha risentito maggiormente del nuovo sistema di finanza locale (armonizzazione), che non consente di programmare spese senza la contemporanea disponibilità di cassa, e del regime di predissesto: da una stima, riferita dall’assessora Gaeta, potrebbero essere 12 i milioni che il Comune potrebbe utilizzare se gli fossero messi a disposizione concretamente i finanziamenti del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali (dal 2012 al 2015) e quelli regionali (circa 2 milioni). Il Comune sta lavorando per mantenere attivi tutti i servizi e le prestazioni, ha concluso l’assessore Palma, e ciò che non si è riusciti a fare con il maxiemendamento al Bilancio di previsione di agosto lo sarà con variazioni di bilancio che si stanno predisponendo. L’auspicio è comunque di arrivare al preventivo per il 2017 già nel mese di novembre.
Sarà sempre una variazione di Bilancio l’operazione che consentirà, quanto prima, di adeguare il Contratto di Servizio della Napoli Servizi per consentirle di svolgere in house providing le attività di Napoli Sociale, messa in liquidazione, assorbendone, in specifici rami di attività, dall’assistenza scolastica agli alunni disabili all’assistenza domiciliare, gli oltre 450 lavoratori, dei quali circa il 10% è già transitato, con la mobilità tra partecipate, in Asìa.

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