“Sono convinto che la battaglia referendaria che ci ha visto coinvolti fosse giusta. La risposta che speravamo non c’è stata ma i problemi sono più strutturali e riguardano la partecipazione alla vita democratica del paese. Napoli si assesta al 31%, non distante dalle consultazioni comunali del 2021. Vanno rimarcati i risultati di alcuni comuni dove abbiamo avuto oltre il 50% di votanti a Volla e oltre il 40% a Portici, San Giorgio a Cremano e Pomigliano.”. È quanto afferma il portavoce provinciale di, Andrea Laerte Davide, commentando l’esito dei referendum su lavoro e cittadinanza.
“Siamo riusciti, nonostante il boicottaggio di media e istituzioni, a mettere al centro del dibattito pubblico due temi di enorme importanza: il lavoro e la cittadinanza” continua Davide. “Avremmo voluto confrontarci anche con i nostri avversari politici sui temi in ballo ma hanno preferito il silenzio e la fuga.”
La campagna referendaria ci ha visto impegnati, oltre che con la CGIL locale, con tante associazioni e partiti politici. Un esempio di mobilitazione democratica capace di mobilitare anche singole persone che hanno visto in questo referendum la possibilità di un cambiamento reale.
“Il consenso ricevuto e le collaborazioni nate alle interno della campagna – insiste Davide – ci conferma quello che già sapevamo: c’è una parte importante di paese che vuole invertire la rotta neoliberista impressa negli ultimi trent’anni e che riconosce l’esistenza di una Italia multiculturale. Non abbiamo rimpianti perché ci siamo impegnati anche nella oltre le nostre possibilità. Confidiamo che nel campo largo e nella sinistra tutta ci sia la necessaria riflessione e autocritica. Autocritica necessaria a ricomporre la distanza con quell’elettorato che si astiene cronicamente e che ha smarrito la fiducia nei partiti tradizionali. Da parte nostra continueremo la battaglia per un mondo del lavoro più giusto e che rimetta le lavoratrici e i lavoratori al centro del sistema economico. Così come continueremo a chiedere una revisione della legge sulla cittadinanza per riconoscere quello che milioni di persone sono già: italiane ed italiani”, conclude Davide.