“Alla manifestazione nazionale del 25 ottobre a Roma mi aspetto una massiccia partecipazione anche dei metalmeccanici campani della Fiom. Dobbiamo dare un segnale a questo Paese e a questo governo perché non si può decidere senza le parti sociali o è già tutto deciso”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, intervenendo all’assemblea della Fiom di Napoli. “E’ necessario – ha detto Ricci – che il paese non si lasci ammaliare dalle parole della Meloni rispetto agli annunciati 2 miliardi di euro sulla sanità, ne occorrerebbero molti di più. Ma quello che preoccupa davvero è il capitolo del riarmo, il 5% del pil dal 2026 che, tradotto in soldoni, sono 40 miliardi di euro, è questo il vero impegno che la Meloni sta prendendo al tavolo di Trump con l’ Europa all’angolo. Ci troveremo di fronte a scelte che il governo dovrà fare e che saranno condizionate dalle multinazionali, dal mondo delle banche e dalle associazioni degli industriali”.
“Abbiamo organizzato questa assemblea – ha detto il segretario generale della Fiom-Cgil di Napoli, Mauro Cristiani – per approfondire i temi della manifestazione nazionale del 25 ottobre, quelli del rinnovo del contratto nazionale di categoria e quelli della pace. In questo ambito abbiamo ritenuto opportuna la testimonianza del parlamentare Arturo Scotto rispetto alla sua esperienza a bordo della Flotilla. Puntiamo allo sviluppo di un’economia che non sia di guerra, ma che si basi sulla prosperità e sulla pace”.
“Il mondo è lavoro – ha detto Arturo Scotto – è sempre stato in prima linea nella lotta per la pace, per un ordine mondiale più giusto ed equilibrato. Se non ci fosse stata la Cgil, se non ci fossero stati i metalmeccanici, quel grande movimento che ha generato tante speranze, ha riappassionato soprattutto tante ragazze e tanti ragazzi ad un impegno per un mondo più giusto non ci sarebbe stato”. “Quindi – ha aggiunto Scotto – grazie alla Cgil, grazie ai lavoratori italiani. Chi va in guerra sono sempre i lavoratori, sempre le persone che vivono del proprio reddito. I ricchi fanno le guerre e poi non ci vanno mai perché sono quelli che comandano. C’è un grande nesso tra la battaglia per i salari, per un lavoro più giusto, per un lavoro stabile e l’economia di guerra che sembra essere quella verso cui purtroppo anche l’Europa va dirigendosi. Invece noi dobbiamo costruire una società diversa. Quando la scelta è investire in armi, piuttosto che in scuola, sanità anziché in produzioni di qualità, anziché in transizione digitale sostenibile, pagano il prezzo le classi più deboli”. “L’energia espressa dalle piazze – ha concluso Scotto – vuole più giustizia sociale, vuole un mondo diverso da quello che stiamo conoscendo. Questa mobilitazione ha riportato le giovani generazioni in campo attorno alla causa di un popolo senza patria e senza potere”.
Ricci (Cgil Napoli e Campania): “Il 25 ottobre in piazza per dare un segnale al Paese”
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