NAPOLI – “La criminalità ha già i capitali pronti da investire per introdursi nell’economia, lo Stato deve rispondere con più liquidità per le imprese, quelle che sapranno però garantire la tracciabilita’ dei fondi”. È l’allarme lanciato dal senatore Sandro Ruotolo in una intervista al ‘Quotidiano del Sud’ sul rischio di infiltrazione dei clan al tempo del Coronavirus. “In questi giorni usiamo lo slogan ‘nulla sarà come prima’, invece dico che nella fase due o tre del Coronavirus, quella della ripartenza e della ricostruzione, ‘nulla deve essere come prima’. Cambierei così lo slogan – sottolinea Ruotolo – Alla vigilia del Coronavirus scontavamo un Mezzogiorno sempre più abbandonato, con un segno del Pil negativo, l’emigrazione verso il Nord”. “Per questo insieme alla velocità, quella del fate presto negli interventi, perché avremo una situazione di ‘decrescita infelice’, perdita di lavoro e crescita della povertà – evidenzia – mi auguro che lo Stato non agisca più in un’ottica di erogatore di ammortizzatori sociali ma entri in un’idea di sviluppo nuovo per il Mezzogiorno. Avevamo bisogno di ripensare all’industrializzazione, la chiamavamo ‘green economy’, quella legata ai cambiamenti climatici e all’emergenza ambientale”. “Allo stato abbiamo dei grossi problemi nel Mezzogiorno – sottolinea – Uno è l’emigrazione e l’altro è il lavoro nero, parlo del cosiddetto sommerso. Non c’è solo l’impresa criminale ma ci sono intere filiere, pensate nel napoletano a tutto il comparto delle calzature. Abbiamo bisogno di emersione e di regolarizzare gli immigrati nella campagna ma anche di un intervento dello Stato”. “Non solo dobbiamo pensare a quei territori dove il welfare criminale assume manodopera per il traffico di droga, il pizzo, le classiche attività illecite – riflette Ruotolo – ma dobbiamo pensare anche alle nostre aziende e alle società, quelle quotate in borsa dove la mafia in questa fase punta. Lo Stato deve immettere subito liquidità, perche’ la mafia già ce l’ha. Se si pensa a quello che produce ad esempio la n’drangheta con il traffico di droga, ci troviamo di fronte ad ingenti capitali disponibili, sia per i tassi usurai che per conquistare le aziende. Questo è il pericolo che vedo oggi”. “”Capisco la rapidità, ma non accetto le parole di Salvini e di Toti e del ‘liberi tutti’, dei condoni. Voglio l’Anticorruzione e la certificazione antimafia. Capisco la rapidità, però voglio anche la tracciabilita’ – aggiunge Ruotolo nel corso dell’intervista – Se come azienda si chiedono i soldi per fare un intervento, benissimo. Sveltiamo la macchina burocratica, ti faccio arrivare i soldi. Ma tu devi darmi la tracciabilita’ poi per i controlli. Il libera tutti sarebbe la morte. Prima del coronavirus eravamo messi male. Il rischio è che se tutto procede come era ieri, non ne usciamo. Sapendo bene che oggi i livelli sono più bassi. La battaglia, i maglifici, le commesse pubbliche e della sanità pubblica”.

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