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NAPOLI – “Anche Fabio Cannavaro dopo Ferrara è fuori dalla Giano, il progetto della società che si è aggiudicata la gestione dello stadio Collana senza però mai aver iniziato i lavori è sempre più inconsistente”. Così il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, dopo che l’ex calciatore ha annunciato su “Il Mattino” la decisione di cedere le sue quote.

“L’uscita di scena di Cannavaro segue quella di Ciro Ferrara. Del progetto di riqualificazione del Collana sponsorizzato dai campioni è rimasto poco e niente. L’unica certezza, al momento, sono le condizioni pessime in cui versa l’impianto del Vomero.

Solo la recente delibera di giunta, che destina una parte dei fondi delle Universiadi alla ristrutturazione dello stadio, permetterà la riapertura”.

“La società aggiudicataria della gestione dell’impianto, la Giano, ha lasciato che il degrado si impadronisse della struttura. Mesi e mesi di lassismo con i lavori promessi nei rendering che non sono mai iniziati. L’inerzia fa pensare ad un soggetto che non sia in grado di gestire il secondo stadio della città di Napoli. Quello che chiediamo è che la Regione, in caso di ulteriori inadempienze, si attivi per tornare in possesso dell’impianto. La città non può permettersi un nuovo capitolo di cattiva gestione di uno dei pochi impianti sportivi.

Continueremo a vigilare per restituire ai napoletani la possibilità di praticare sport in una struttura che sia all’altezza. Intanto – conclude Borrelli – chiediamo alla Magistratura che su nostra denuncia ha aperto una inchiesta di fare presto. Se ci sono gli estremi di una truffa o altri comportamenti illeciti vanno colpiti i responsabili”.

Anche il consigliere del Sole che Ride della V Municipalità, Rino Nasti, focalizza l’attenzione sull’addio di Cannavaro: “Sono venuti meno gli elementi che hanno determinato i requisiti di premialità tecnico-tecnico sportiva che hanno permesso alla Giano di aggiudicarsi la gestione del Collana. Ora ci aspettiamo massima attenzione della Regione. In caso di ulteriori inadempienze, l’ente farà bene a valutare se sussistono i presupposti per la revoca del contratto”.

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