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Napoli

Ischia e Ponza, un gemellaggio nel segno degli antichi coloni

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NAPOLI – Cinquantadue famiglie inviate da Ischia a Ponza in seguito all’editto di Re Carlo III di Borbone, che il 30 ottobre del 1834 concesse loro alcuni terreni dell’isola.

Tra i primi ci fu Mattia Mazzella, dal borgo di Campagnano: salpò alla volta dell’isola laziale a bordo di un piccolo veliero con la moglie Giulia e sette figli. In quattrocento, spinti dalla miseria, seguirono il suo esempio. Così, a dispetto dell’appartenenza di Ponza alla provincia di Latina e alla regione del Lazio, costumi e tradizioni, dialetto e cucina, riti e miti dell’isola segnano ancora oggi una sorprendente linea di continuità con Ischia. Un sottile filo rosso che dà origine a un gemellaggio tra i comuni di Ponza e Ischia: la cerimonia, che dà seguito alle rispettive delibere di consiglio comunale, è in programma il prossimo 31 marzo nella sala consiliare del comune di Ischia alle 12, alla presenza dei sindaci Giosi Ferrandino e Piero Vigorelli. In quella occasione ci sarà, alla presenza di una delegazione di Ponza, composta anche da studenti (ad accoglierli gli studenti dell’Ipsar Telese),  uno scambio simbolico di doni e verranno ripercorse le tappe dell’affascinante storia incrociata tra le due isole.Una storia che rivive, tra l’altro, nelle pagine della “Monografia per le isole del gruppo ponziano”, un prezioso testo del 1855 dello storico Giuseppe Tricoli: “Fra primi abitatori arrivati nell’Isola, – racconta – ci fu l’eremita Giuseppe Scotti di S. Angiolo, che vi morì decrepito, variando  di dimora in diversi punti di Ponza, e sono memorate le di lui celle in luoghi balzosi e di pericoloso accesso. Indi lo raggiunse Pietro Migliaccio di Campagnano, onde trovarvi sicuro asilo, perché ricercato dalla giustizia per reato di ferita; conducendosi la moglie Antonia Sirabella coi figli,  cioè due femine ed i maschi Gennaro, Pascale, Giuseppe,  e Sabato, occupando la contrada Sant’Antuono, ed il Fieno,  e tuttora lascia numerosa di scendenza. Lo seguì il suo compare Mattia Mazzella con la moglie Giulia Arcamone, e dei figli tre donne, coi maschi Sabato, Michele, Fabrizio, e Bartolomeo, situandosi nel diruto monistero, col ritenere l’intera vallata di S. Maria, ove tuttavia compone un casale abitato esclusivamente da 400 Mazzelli suoi discendenti”. “Abbiamo fortemente voluto scrivere una nuova pagina di ‘storia’, ripercorrendo il passato comune delle due isole e ospitando con piacere la delegazione di Ponza. Proseguiamo nel lavoro svolto dai miei  predecessori che ringrazio e dal geometra Lorenzo Mazzella, promotore e motore inesauribile dell’iniziativa”, sottolinea l’assessore ai Gemellaggi e alla Cultura del Comune di Ischia, Carmen Criscuolo. “Questo gemellaggio – spiega il sindaco di Ischia, Giosi Ferrandino – consoliderà i legami tra le due realtà, favorendo scambi culturali e attività ricreative, e rappresenterà, ne siamo certi, una importante occasione di reciproca collaborazione nell’ottica di una promozione turistica di due realtà insultari rinomati in tutto il mondo per la bellezza dei paesaggi”.“La cerimonia con cui suggelleremo il gemellaggio – ha sottolineato il  sindaco di Ponza, Piero Vigorelli – può essere vista come la fase conclusiva della colonizzazione borbonica delle isole ponziane, dando di fatto compimento formale a quell’avventura complessa di vicende, destini, storia”.

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