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Sabato 26 aprile i Riti della Montagna

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“Non avremo i Fuochi Pirotecnici DOMANI – Sabato 26 Aprile per i Riti della Montagna e le paranze non canteranno e non suoneranno all’interno del Santuario Mariano e anche sul piazzale antistante il Santuario, per rispetto nei confronti di Papa Francesco. Ringrazio tutte le paranze per questa decisione spontanea e unanime.

Allo stesso tempo i Riti della Montagna, il pellegrinaggio delle paranze di canto popolare alla Madonna di Santa Maria a Castello continueranno a svolgersi con regolarità, ma per Sabato 26 Aprile senza canti e suoni dinanzi al Santuario e all’interno del Santuario. Ricordo che Sabato 26 Aprile, dalle ore 15 avremo l’area giochi, in montagna, a Castello e dunque le famiglie potranno recarsi con i loro bambini per vivere la nostra montagna.

Ci saranno i canti popolari con l’arrivo delle paranze da tutto il territorio vesuviano, ma non davanti al Santuario e lo spettacolo di fuochi pirotecnici previsto come da tradizione non si terrà Sabato 26 ma nei prossimi giorni!”. Lo ha annunciato Salvatore Di Sarno sindaco di Somma Vesuviana, nel napoletano.

Dunque il 26 Aprile sarà Sabato dei Fuochi a Somma Vesuviana, senza lo spettacolo di fuochi pirotecnici ma mantenendo il calendario religioso e civile tradizionale. Dall’alba le paranze inizieranno la salita al Santuario Mariano di Santa Maria delle Grazie a Castello, per salutare la Madonna.

Per tutto il giorno sarà un lungo pellegrinaggio. Alle ore 18 la Santa Messa presieduta dal Vescovo di Nola, Francesco Marino e alle ore 21 e 15 si celebrerà la Benedizione delle paranze che inizieranno a scendere dalla cima del Monte Somma.

C’è anche il calendario civile.

Sulla cima del Monte Somma, Sabato 26 Aprile, alle ore 9, le paranze saranno sulla cima del Monte Somma per la Benedizione. Alle ore 11 celebrazione della Santa Messa. In serata arrivo di tutte le paranze al Santuario Mariano di Santa Maria delle Grazie a Castello.

In località la Traversa, alle ore 9 la Benedizione delle Paranze. In località lo Gnundo, alle ore 12 la celebrazione della Santa Messa. In località Castello, alle ore 21 la Benedizione delle Paranze. In località Casamale, alle ore 9 il Pellegrinaggio a cura dell’Associazione Santa Maria a Castello fino al Santuario Mariano.

Non verranno sparati i Fuochi Pirotecnici, tutte le paranze entreranno nel Santuario a rendere omaggio alla Madonna ma senza suonare e senza cantare sia all’interno del Santuario e sia sul piazzale antistante il Santuario.

“Da Piazza Vittorio Emanuele III dalle ore 8 e ogni 30 minuti fino alle ore 21, partiranno navette bus messe a disposizione dall’Amministrazione Comunale – ha dichiarato Rosanna Raia, Assessore ai Trasporti del Comune di Somma Vesuviana, nel napoletano – e che collegheranno costantemente la parte centrale del paese con il Santuario Mariano di Castello”.

“La festa in onore della Vergine di Castello, che ha inizio il Sabato in Albis e si conclude il tre maggio, è caratterizzata dalle tradizionali paranze: sono compagnie di devoti accompagnate da gruppi di suonatori.

Tutto è incentrato sul canto, una delle tante meraviglie che la natura ha offerto all’uomo, e se questo canto, poi, è rivolto a una bella figliola allora tutto si tramuta in fuoco e passione. Il fuoco che illumina durante le notti di maggio il Sacro Monte avvolto in miti e leggende e la passione che, invece, si trasforma in una dolce melodia che da sempre il solito cantatore con il coro dei devoti improvvisa sul sagrato della chiesetta sotto il sorriso della “Mamma pacchiana”. Un canto che viene da lontano, sillabico – ha dichiarato Alessandro Masulli, Direttore dell’Archivio Storico del Comune di Somma Vesuviana, nel napoletano – la cui melodia è costruita sulla scala maggiore napoletana con suoni prolungati e fioriti. Un infinito canto d’amore che a maggio si sparge tra le valli profumate di ginestre e arriva pian piano sotto la finestra della donna amata con il consueto dono della pertica. Tra i canti del mondo contadino una particolare attenzione è rivolta anche alla fronna, una forma di canto senza accompagnamento strumentale, una sorta di recitativo operistico, che i contadini usavano per comunicare tra loro a grandi distanze, portando la mano alla guancia per amplificare il suono. Grazie alla buona trasmissione e alla leggerezza del suono le fronne furono utilizzate in seguito presso le finestre dei carcerati per comunicare notizie in codice o per trasmettere messaggi d’amore e di conforto”.

Dunque 2000 anni fa, c’era la tammorra, tipico strumento musicale popolare protagonista dei Riti della Montagna che a Somma Vesuviana hanno inizio il primo Sabato dopo Pasqua. Una decorazione che potrà essere ammirata Sabato 29 Marzo con tutte le altre ricchezze e bellezze del sito archeologico oggetto dell’importante campagna di scavo guidata dall’Università di Tokyo con la collaborazione del Suor Orsola Benincasa.

L’apertura è organizzata dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli, Comune di Somma Vesuviana, Pro Loco con le associazioni Tramandars e Amici del Casamale.

DOMANI – Sabato 26 Aprile avverrà tutto in contemporanea. Infatti dall’alba la salita delle paranze in Montagna e lo svolgimento fino a sera dei Riti della Montagna, ma dalle ore 9 e 30 aprirà anche il sito archeologico della Villa Augustea.

“Attendiamo molte persone anche se sarà un Sabato dei Fuochi sobrio e senza fuochi. Le paranze oltre ai fuochi hanno rinunciato anche a cantare dinanzi al Santuario e all’interno del Santuario. Le paranze entreranno ma in silenzio e in preghiera. Negli stessi minuti in cui tutto il territorio sarà interessato dai Riti della Montagna, aprirà anche la Villa Augustea per le cui visite ci sono già molte prenotazioni. I Riti della Montagna sono legati ad un evento importante. Nel 1631 un’eruzione del Vesuvio devastò gran parte del paese e distrusse la cappelletta dove si trovava la statua della Madonna. I cittadini si misero a cercare la statua – ha affermato Rosalinda Perna, Assessore alla Cultura del Comune di Somma Vesuviana, nel napoletano – anche di notte con torce accese e secondo una leggenda sarebbe stata ritrovata dopo Pasqua. Su questi fatti però sono in corso molteplici studi di storici e a quanto pare anche una parte della statua sarebbe stata restaurata da un’artigiano di San Gregorio Armeno. Iniziò così il culto della Madonna di Castello che venne sistemata nell’attuale Santuario. Dunque siamo in presenza di un’altra tradizione secolare. Da allora le paranze, i cittadini, rendono omaggio alla Madonna di Castello. Contemporaneamente apriremo, sempre Sabato 26 Aprile, dalle ore 9 e 30 e ininterrottamente fino alle ore 12 e 30, il sito archeologico della Villa Augustea e sarà interessante osservare che nelle decorazioni presenti, troviamo strumenti musicali come la tammorra protagonosti proprio dei Riti della Montagna”.

Lì dove ci sono le radici! Un viaggio nel tempo immersi anche nel mondo di Dioniso! Dalle ore 9 e 30 apertura della Villa Augustea! Sabato 26 Aprile, alle ore 9 e 30, apertura del sito archeologico di epoca romana, Villa Augustea, oggetto della campagna di scavo guidata dall’Università di Tokyo con la collaborazione dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Sarà possibile raggiungere il sito in treno, scendendo alla fermata Villa Augustea, sulla linea Circumvesuviana – Napoli – Ottaviano – Sarno. Il sito è distante 300 metri. Sarà possibile raggiungere la Villa Augustea anche in auto da Roma o da Reggio Calabria, seguendo l’autostrada Napoli – Bari, proseguendo tramite la superstrada 268 ed uscendo a Somma Vesuviana – Pomigliano d’Arco. Il sito dista circa 800 metri dalla superstrada. Alle ore 9 e 30 apertura, ininterrottamente fino alle ore 12 e 30, del sito archeologico di epoca romana della Villa Augustea dove le guide della ProLoco e archeologi accoglieranno turisti e cittadini, accompagnandoli nelle visite al sito pieno di meraviglie e splendore.

“DOMANI – Sabato 26 riaprirà la Villa Augustea per le visite dalle ore 9 e 30 ed ovviamente lo faremo in modo sobrio. Il mondo di Dioniso sarà protagonista. Il mondo di Dioniso, legame comune con i Riti della Montagna è presente nella Villa Augustea in tanti modi. Dioniso significa l’uva, significa il vino e Dioniso è il territorio che produce il vino. Da questo punto di vista l’innesto tra il dionisiaco e il vino e i Riti della Montagna di Somma Vesuviana è una realtà. Nel fregio del portale che troviamo all’interno del sito archeologico della villa romana di Somma Vesuviana, ci sono delle forme circolari. Queste forme simboleggiano lo strumento musicale della tammorra – ha dichiarato Franco Mosca, Presidente della Pro Loco di Somma Vesuviana, nel napoletano – che all’epoca romana veniva chiamato tympanon ma sono tammorre. Potrebbe esserci anche un complesso termale di epoca augustea. Un sistema che dunque doveva riscaldare una villa importante, un sito importante. Siamo in un territorio che ha valenze magiche. Questa è la terra di Dioniso, la terra del Vesuvio, dove si produceva un vino eccezionale che da questa terra giungeva nel Mondo Antico, fino in India. Leggendo di attestazioni archeologiche, senza il rinvenimento del sito archeologico di Somma Vesuviana, senza la Villa di Somma, eravamo convinti che dopo l’eruzione del 79 d.C. ci fosse stata una stasi lunga, profonda, per la produzione del vino. Invece lo scavo di Somma ha dimostrato che il vino si è sempre prodotto. Dunque un territorio fertile dalle grandi potenzialità. E’ chiaro che un territorio del genere, sotto la Montagna, acquistava agli occhi di Augusto l’essenza del magico. Qui, su questo territorio, c’era la villa dei genitori di Augusto e Augusto ha voluto morire in questo territorio. C’è un legame forte tra i Riti della Montagna e la storia millenaria e lo stesso sito archeologico. Ma non è solo la Montagna di Somma legata alla storia che sta venendo alla luce nel sito archeologico in località Starza della Regina ma con ogni probabilità c’è un legame anche con i riti di Madonna dell’Arco. Nella Villa Augustea risalente al dopo 79 d.C. ed in grado di raccontarci 400 anni che vanno fino al 472 d.C., le decorazioni sono legate al culto di Dioniso e si vedranno Sabato 26 Aprile, in occasione dell’apertura dalle ore 9 e 30 alle ore 12 e 30”.

L’apertura è organizzata dalla la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli, in collaborazione con il Comune di Somma Vesuviana, la Pro Loco, Tramandars, Amici del Casamale.

Un sito archeologico in verticale, all’interno del quale sono venute alla luce ben quattro stratificazioni geologiche di quattro eruzioni diverse quali quella del 79 d.C., del 472 d.C., del 512 d.C. e del 1631, abbracciando una storia forse anche superiore ai 2000 anni. Infatti, al sito archeologico di Somma Vesuviana è emersa l’epoca augustea e non sarebbe esclusa l’eventualità di un’epoca ancora anteriore.Il sito archeologico di Somma Vesuviana è ricco di misteri da svelare e vede un vero trionfo del tema dionisiaco.

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