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E’ tradizione per Napolivillage iniziare l’anno nuovo facendo il punto della situazione sulle assicurazioni, argomento bollente nelle Due Sicilie. Nello scorso anno le tariffe hanno avuto una lieve flessione ma, più delle compagnie, il merito è dell’utenza che si sta abituando a scegliere la tariffa migliore ad ogni rinnovo, cambiando spesso compagnia e quindi mettendole in concorrenza tra di loro. La questione è così grave che negli ultimi anni molti bikers hanno fermato o venduto la moto, mentre altri agiscono nella maniera paggiore, circolando senza assicurazione in maniera illegale. Ne parliamo con l’associazione Mo’ Bast! (Da Napoli: Giuseppe Irrera)

Non si dovrebbe fare, è scorretto e pericoloso, ma come abbiamo dimostrato in passato, la logica delle sanzioni è stata persino sorpassata dalla follia collettiva delle polizze in vigore ed economicamente, il gioco può addirittura valere la candela. Lo Stato ha risposto al boom con occhi elettronici in grado di controllare in tempo reale polizza, bollo e revisione di ogni mezzo in transito e noi diciamo bene, bravi, ma mentre si colpiscono i trasgressori sarebbe anche giusto aiutare chi, spesso con grande sacrificio, rispetta la legge.

Oggi siamo con Mario De Crescenzio, presidente dell’associazione Mo’ Bast’, che lotta contro il caro assicurazioni a Napoli ed in tutto il Sud.

Napolivillage – Mario buongiorno e buon anno nuovo. Cosa ci porta il 2106?

Mario De Crescenzio – Noi di Mo’Bast a fine anno siamo stati convocati dalla commissione che si occupa della nuova legge sulla concorrenza. C’è in discussione un emendamento che prevede sconti per chi non ha causato incidenti negli ultimi 5 anni ed accetta di installare una scatola nera. Se diventerà operativo, gli assicurati virtuosi ma residenti in provincie con premi alti, verranno allineati ai costi delle provincie dove si paga di meno. Questo emendamento è stato approvato alla Camera ed ora è in discussione al Senato. Noi siamo andati a far valere la bontà del provvedimento, contrastando gli argomenti delle assicurazioni, che non lo vorrebbero far passare.

NV – Quali sono questi argomenti?

MDC – Le compagnie dicono che, se questo provvedimento fosse approvato, porterebbe un aumento delle polizze nelle province e nelle regioni dove si paga di meno, per il cosidetto “principio di mutualità”, cioè quell’idea secondo cui paghiamo tutti per pagare di meno.

NV – Verrebbe da dire “e chi se ne importa”, però effettivamente ha una sua logica…

MDC – Si, se non fosse che le modalità con cui le compagnie determinano le tariffe è già contraria a questo concetto, perchè le assicurazioni operano con una licenza nazionale ed il pricipio di mutualità lo dovrebbero applicare su tutto il territorio italiano, ma nel calcolo delle tariffe, quando vanno a valutare i costi dei sinistri, circoscrivono il costo a una determinata provincia e non lo spalmano su tutto il territorio italiano. Fanno una speie di “mutualità locale“. Il giorno, però, in cui a Roma prendono in considerazione questo provvedimento che porterebbe un pò di giustizia e di equità a tante persone per bene che circolano al sud, le compagnie affermano che sarebbero costrette ad aumentare le tariffe nelle province dove si paga di meno per un pricipiodi mutualità nazionale. Che fanno, quando va bene per loro mutualizzano a livello locale e quando non gli conviene vogliono mutualizzano a livello nazionale?

NV – Il concetto di mutualità è alla base di tante cose, come le tasse che tutti paghiamo per i Servizio Sanitario Nazionale, ma allora se il ticket su un medicinale è praticamente lo stesso a Palermo ed a Milano, anche il tariffario assicurativo dovrebbe essere unico per tutta Italia!

MDC – Invece sappiamo bene che le compagnie spalmano il costo dei sinistri provincia per provincia. Per dire: i milanesi pagano per gli incidenti dei milanesi ed i napoletani per gli incidenti dei napoletani.

NV – Un’altro paravento dietro cui le assicurazioni nascondono il caro premi sono le frodi.

MDC – Ah… (e fa la faccia del gatto che ha visto un topo). Noi in Senato abbiamo anche detto che nel DDL concorrenza c’è un articolo incompleto. In caso di sospetta frode la norma attuale prevede 180 giorni a disposizione delle compagnie, che nel frattempo congelano il risarcimento, per verificare gli eventi. Noi siamo d’accordo, possiamo anche aumentare i tempi, ma il legislatore secondo noi dovrebbe prevedere l’obbligatorietà della querela di parte laddove ci possa essere una truffa su un sinistro. Sarebbe l’unico deterrente valido.

NV – Quanti sinistri sospetti ci sono ogni anno in Italia?

MDC – Secondo le statistiche delle assicurazioni, che vengono pubblicate dall’IVASS (ministero) ma su indicazione dell’ANIA (associazione delle imprese assicuratrici), su 2.800.000 sinistri ben 438.000 sono esposti a richio frode e secondo loro una buona parte provengo dalle regioni meridionali. Su questa mole di sospette frodi, le compagnie fanno appena 7000 querele, cioè l’1,5% del totale. Secondo noi il legislatore dovrebbe obbligare le assicurazioni a denunciare le sospette frodi, perchè altrimenti si fa solo un’operazione di “al lupo al lupo” in base alla quale le compagnie si sentono in diritto di aumentare i premi.

NV – Diciamo anche che, quella volta che scattano le manette, rimane spesso coinvolto qualche agente assicurativo connivente o complice… Qual’è la posizione dell’Antitrust?

MDC – Sempre nella famosa indagine del 2013, il Garante dice a chiare lettere che le compagnie, anzicchè adottare dei provvedimenti per contrastare le frodi, preferiscono scaricarne i costi sugli assicurati, che poi sono gli assicurati virtuosi.

NV – Tornando al premio assicurativo, croce dell’utenza meridionale. Se abbiamo capito bene, quando la norma passerà, ogni assicurato napoletano (o foggiano, o palermitano) virtuoso che da 5 anni non fa incidenti ed ha la scatola nera, pagherà ancora il premio corrispondente alla sua classe, ma con la tariffa di Aosta?

MDC – In realtà dire Aosta è una forzatura perchè andranno individuate realtà simili, quindi Potenza potrà essere paragonata ad Aosta, mentre Napoli a Torino o Milano.

NV – Noi invece diremmo anche che, a livello logico, se tu compagnia mi ritieni virtuoso in una zona ad alto rischio, non solo dovresti equiparare il mio profilo ad una zona dove c’è meno rischio, ma dovresti premiarmi perchè non facendo incidenti in una zona pericolosa, sono più bravo di un assicurato che non ne fa in una zona più tranquilla.

MDC – Si, è la metafora del tuffatore: quando i tuffatori vengono valutati per la loro prestazione atletica, viene tenuto conto del coefficiente di difficoltà. E’chiaro che a parità di bravura nell’esecuzione del tuffo, verrà premiato l’atleta che ha eseguito un esercizio con un coefficiente di difficoltà superiore. La stessa regola non si potrebbe applicare agli automobilistii?

NV – Sulla metafora del tuffatore ci inchiniamo a Mario De Crescenzio, sommo guru delle assicurazioni, ringraziandolo del tempo che ci ha dedicato e di questo nuovo, frizzante, argomento che spenderemo con gli amici del nord. Perchè tutti abbiamo un amico al nord che a Napoli viene volentieri, ma mai con la macchina. Sarebbero loro quelli bravi?

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