NAPOLI (di Raffaele De Lucia)- Torna puntuale ogni anno l’appuntamento per tantissimi studenti, neo diplomati e non, del test d’ingresso alla facoltà di medicina.
Quest’anno ad affollare gli atenei italiani per la prima prova oltre 67mila studenti. circa quest’anno.
A Napoli il numero di partecipanti è di circa 6000 che da stamane hanno affollato il quartiere di Fuorigrotta come sempre scenario del test nelle sedi di Monte Sant’Angelo per gli iscritto alla Federico II e del Palapartenope per gli iscritti all’ Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli.
Un appuntamento sentito forse ancor di più dei genitori. Tantissimi stamane armati di pazienza e giornale hanno accompagnato i loro figli in attesa di scorgere dal loro volto all’uscita la riuscita di un test che per molti vuol dire cambiare la propria vita professionale e futura.
Secondo il portale Skuola. net il percorso di avvicinamento ai test d’ingresso a Medicina, anche per l’anno accademico 2018/2019, si è tradotto in una sorta di asta tra facoltà. Perché la data è unica (4 settembre), i questionari sono gli stessi in tutta Italia, le regole sono uguali per tutti i 67mila candidati. Eppure c’è una cosa che continua a variare, anche di parecchio, a seconda dell’università in cui si decide di sostenere la prova: il costo dei test. Ogni ateneo, infatti, è libero di stabilire il ‘prezzo’.
Basta osservare la forbice in cui si muovono gli atenei per rendersene conto: si parte da una cifra quasi simbolica (i 10 euro richiesti dalla Bicocca di Milano) e si arriva a una somma piuttosto impegnativa (i 100 euro da pagare alle università ‘Vanvitelli’ di Napoli e alla ‘Avogadro’ di Vercelli). Calcolando che, stando alle stime della vigilia, le possibilità di entrare non sono così alte (la media è di 1 studente su 6) in alcuni casi si tratta quasi di un azzardo.
Unica nota positiva è il costo medio dei test, che da alcuni anni (pur se di poco) scende costantemente: per il 2018/2019 si attesta per la prima volta al di sotto di 50 euro (per la precisione 49,86€; l’anno scorso era 50,93€; l’anno precedente era 51,75€).
La maggior parte delle università, tranne rari casi di somme intermedie, ha comunque scelto di aggirarsi attorno al costo medio. Si oscilla tra i 50 e i 60 euro.
Anche se, in questo caso, vanno fatti dei distinguo. Perché ci sono atenei che hanno tagliato notevolmente la tassa: è il caso di Salerno, dove si è passati dagli 80€ di dodici mesi fa agli attuali 50€ (è quella che ha fatto lo ‘sconto’ maggiore); o di Catania, dove la quota è scesa da 40€ a 30€. Ma ci sono anche atenei che hanno rivisto al rialzo la somma: come Sassari, che ha portato la cifra da 25€ a 30€.
Per loro, l’incasso finale sarà determinato quasi esclusivamente dal numero di iscritti ai test.
Alla fine, moltiplicando il numero di candidati nelle singole facoltà per il costo della tassa e sommando il tutto, il giro d’affari dei test d’ingresso a Medicina 2018/2019 dovrebbe superare i 3milioni di euro. La media vorrebbe che, ogni studente, spenda appunto poco meno di 50 euro. Le cose, come visto, stanno diversamente. Perché il quadro cambia a seconda del contesto in cui ci si muove, facendo emergere delle vere e proprie storture del sistema. Anche nel caso di università con lo stesso numero di iscritti: ci sono, ad esempio, due atenei del Nord (tra l’altro geograficamente molto vicini) che – si stima – incasseranno l’una il quintuplo dell’altra. Persino di fronte ad atenei della stessa città: a Napoli un test costa il doppio dell’altro; a Milano cinque volte di più. Paradossi dell’autonomia universitaria.(Dati Ansa)