NAPOLI – Nel 2022 sono stati circa 230mila i lavoratori irregolari, vittime di caporali e imprenditori.

Tra loro donne, immigrati e 10 mila minori.

Delle 405 zone d’Italia dove è registrata la presenza di caporali, 123 sono al sud a riprova che il fenomeno riguarda anche le regioni del Nord.

Non sono solo nei campi per la raccolta dei pomodori i lavoratori vittima di un fenomeno che “va considerato come la mafia”, come ha spiegato la presidente nazionale dell’associazione di consumatori Adoc, Anna Rea, presentando questa mattina durante un incontro alla reggia di Portici i risultati del progetto CAPORALT, realizzato con “Next – Nuova economia per tutti” e finanziato dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali

Obiettivi del progetto, avviato nel 2021, il contrasto allo sfruttamento del lavoro e l’assistenza alle persone che ne sono vittime. In questi anni, grazie al progetto #Caporalt sono nati servizi informativi per i lavoratori, percorsi di inclusione e alfabetizzazione per stranieri, consulenza ed assistenza legale su diritti e contratti, supporto nella denuncia e, infine, grazie alle collaborazioni con aziende impegnate, sono stati attivati tirocini e stage.

Tra i relatori intervenuti all’incontro, moderato dal tesoriere della Uil Benedetto Attili, i rappresentanti dell’Associazione Ghetto out Casa Sankara, Papa Latir faye, il presidente della cooperativa Africa di Vittorio, Mbaye Ndiaye, Ivana Veronese, segretaria Confederale Uil e l’assessore all’Immigrazione della Regione Campania, Mario Morcone.

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