NAPOLI (di Federica Colucci)- Questa mattina nel porto di Napoli sono sbarcati 1449 migranti dalla nave Vos Prudence di Medici Senza Frontiere.
Un coro di benvenuto ha accolto gli uomini, le donne e i bambini salvati in mare a largo delle coste libiche che, prima di arrivare sul suolo partenopeo, hanno vissuto l’inferno in terra. Molti di loro, invero, sono scappati dalla guerra, sopravvivendo alla traversata nel deserto, a mesi di schiavitù, a violenze di ogni genere, alla fame e alla paura di non trovare la terra promessa: quella che li avrebbe accolti, quella che li avrebbe riportati a vivere una vita al riparo da ogni pericolo. Due di loro, purtroppo, non ce l’hanno fatta.Il Mediterraneo si riconferma scenario di questa emergenza umanitaria senza fine, proprio nelle ore in cui al G7 di Taormina si è discusso di immigrazione, arrivando alla stesura del comunicato conclusivo in cui si legge che “pur sostenendo i diritti umani di migranti e rifugiati si riaffermano i diritti sovrani degli stati nel controllare i confini”.La situazione è preoccupante: i rifugiati arrivati questa mattina a Napoli, infatti, sarebbero dovuti sbarcare in Sicilia due giorni fa ma le acque sono state interdette proprio a causa del G7.“Cosa sarebbe successo a queste persone, se non fossimo state lì in quel momento?” si chiede Michele Trainiti, coordinatore SAAR di Medici Senza Frontiere: “è veramente irresponsabile chiudere un’isola come la Sicilia che gestisce flussi di immigrazione importantissimi”. “Abbiamo avuto un preavviso di 48 ore, perché non era possibile sbarcarli in Sicilia dove era in corso il G7” spiega il Prefetto di Napoli Carmela Pagano, precisando che “Mille migranti saranno smistati in altre regioni italiane” e, pertanto, sono già stati predisposti i servizi di trasporto necessari.Al netto di ogni bilancio di responsabilità, in questo corollario di tensione ed incertezza Napoli si riconferma Città Rifugio: già da prima mattina, oltre alle autorità competenti, si sono recati al porto centinaia di volontari per supportare le operazioni di accoglienza. Numerosi ragazzi hanno esposto striscioni di benvenuto al molo 29: dalla nave in arrivo, si sono levati applausi e lacrime di commozione.L’Amministrazione cittadina ha seguito le operazioni in prima linea, con la presenza del vicesindaco Raffaele Del Giudice e con l’Assessore al Welfare Roberta Gaeta che ha coordinato le attività: dal primo pomeriggio è stato attrezzato il Centro Polifunzionale San Francesco di Marechiaro per accogliere 65 ragazzi stranieri non accompagnati. Altri 80 minori sono stati indirizzati alle Comunità di Accoglienza convenzionate con il Comune di Napoli, fra cui anche la “Struttura Ponte” di via Don Bosco, fortemente voluta dall’Assessore Gaeta a seguito dello sbarco dello scorso ottobre. “Bisogna superare lo stato di emergenza” spiega Roberta Gaeta “per offrire a questi ragazzi un luogo dove accogliere e accompagnarli in questo momento delicato della loro vita. Accoglienza, infatti, è prendersi cura dell’altro e sostenerlo”.Anche in questo caso, non è mancata la solidarietà dei cittadini: sono state immediate e numerose le richieste per supportare l’Amministrazione. In molti, di fatto, si sono recati immediatamente al Centro per devolvere beni di prima necessità.Anche oggi a Napoli si respira un’aria di inclusione, accoglienza e solidarietà.
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