formicola

SANT’ANTIMO– Una vera e propria lettera “testamento”. È quanto aveva scritto, nel 2013, Stefania Formicola, la donna uccisa ieri a Sant’Antimo dal marito Carmine D’Aponte. La donna sapeva dei rischi cui andava incontro, e anche sua madre – nella giornata di ieri – ha raccontato che era soltanto la paura delle conseguenze ad impedirle di denunciare il coniuge.

Nella missiva, un foglio scritto a mano che risale all’aprile di tre anni fa e che è stata oggi pubblicata dal Mattino e da Repubblica, Stefania parla con freddezza della sua morte. Come di un’eventualità verosimile e vicina.”Alla mia morte, qualunque ne sia la causa, mio figlio deve essere affidato a mia madre e mio padre – scrive – e in caso di loro morte a mia sorella Fabiana”. I rapporti della 28enne con Carmine D’Aponte erano oramai da tempo difficili, lei voleva la separazione. Poi, ieri, il dramma.Sarà probabilmente domani il giorno dell’interrogatorio di garanzia per Carmine D’Aponte. Non è da escludersi che possa di nuovo avvalersi della facoltà di non rispondere come al momento dell’arresto.

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