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NAPOLI – Maxi operazione anticamorra dei carabinieri nella periferia est della città di Napoli contro il clan D’Amico. I militari hanno eseguito ordinanze di custodia cautelare nei confronti di una novantina di soggetti, ritenuti responsabili di associazione per delinquere di tipo mafioso, omicidio, estorsione, narcotraffico, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco.

Nel mirino degli oltre 300 carabinieri impiegati sono vertici e gregari del clan operante nella periferia est della città, nel rione Conocal a Ponticelli. Il gruppo camorristico controlla tutte le attività illecite in quella zona: dalla gestione delle piazze di spaccio al racket delle estorsioni fino al commercio delle case popolari. Nel corso dell’indagine è stato documentato il ruolo apicale delle donne all’interno del clan camorrista.”Ora la camorra la facciamo noi. Tanto Chernobyl non ci sta più. Ora è peggio, ci stanno le donne”. Così Nunzia D’Amico, sorella dei fratelli boss Antonio e Giuseppe del rione Conocal, legata sentimentalmente a uno dei loro elementi di vertice, Salvatore Ercolani, detto appunto Chernobyl, parlava con un affiliato dopo che aveva preso in mano le redini del gruppo.La donna, madre di sei figli, è stata uccisa una domenica di ottobre, il 15 dello scorso anno, intorno alle 13; un agguato inatteso nel ‘suo’ rione, con un bersaglio considerato sinora intoccabile. Del suo protagonismo avevano riferito molti collaboratori di giustizia, come Maria Grandulli, ricordando che “Annunziata era il vero capo famiglia dei D’Amico”.L’indagine dei carabinieri che ha portato oggi a circa 90 misure cautelari, conferma in pieno questo suo ruolo. E quando il suo interlocutore le mostra la pistola che ha comprato, la sua risposta è quella di un’altro tipo di donna davanti a un vestito: “Come è bella”, dice con voce dolce. L’intercettazione è allegata alla misura cautelare emessa dal gip di Napoli.

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