Napoli ricorda Irina Maliarenko, uccisa barbaramente dal compagno (VIDEO)

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    NAPOLI – Irina Maliarenko era ricoverata con la milza spappolata ed altre lesioni provocate dalle botte dell’ex compagno.

    Morì la notte del 1 marzo del 2020 senza l’attenzione necessaria dei medici che, in quel momento, si trovarono ad affrontare un’emergenza inattesa: la devastazione del pronto soccorso ad opera di parenti e amici di Ugo Russo, il 15enne arrivato privo di vita al Pellegrini dopo essere stato sparato in via Santa Lucia da un carabiniere fuori dal servizio a cui il minore aveva rapinato l’orologio.

    Un anno dopo circa, il consigliere regionale della Campania ha voluto omaggiare la donna, di origini ucraine, portando una corona di fiori sulla panchina rossa, simbolo contro la violenza sulle donne, voluta nel cortile del nosocomio dalla direzione generale dell’Asl Na 1 per ricordare Irina. Presente anche la madre di Irina, Nina Tyala.

    Il consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli, è stato aggredito al suo arrivo presso l’ospedale Vecchio Pellegrini di Napoli, dove era atteso per un flash mob in ricordo di Irina, l’ucraina vittima di femminicidio deceduta nel nosocomio partenopeo mentre lo stesso era in balìa della devastazione da parte di amici e parenti del baby rapinatore Ugo Russo. L’aggressore, dopo aver provato a colpire Borrelli, è stato identificato dalle forze dell’ordine presenti sul posto.

    “Non mi lascerò intimidire dai delinquenti -ha dichiarato Borrelli – e sono giunto qui per ricordare Irina, l’unica vera vittima di quella drammatica notte di un anno fa che non ha ancora avuto giustizia. Per questo stamattina ci siamo ritrovati insieme alla madre accanto alla panchina rossa in suo ricordo per chiedere di conoscere la verità. La madre e i tre figli di Irina lo stanno facendo in modo composto, soffrendo in silenzio e aspettando. Trovo inconcepibile che una vittima di femminicidio come la giovane 39enne ucraina con regolare permesso di soggiorno sia dimenticata mentre ai criminali vengono tributati altarini commemorativi e murales. Verità e giustizia devono essere chieste anche per le persone oneste e per le vittime innocenti non solo per i criminali. Basta con l’esaltazione dei camorristi. Dobbiamo sopportare addirittura che in un’edicola votiva dedicata a San Gennaro sia tolta l’immagine del nostro Patrono per mettere quella di un altro baby rapinatore, Luigi Caiafa. Sono sconcertato dalla discesa in campo di colletti bianchi e politici a difesa di chi delinque e non delle vittime innocenti come Irina e delle forze dell’ordine. Noi facciamo una scelta di campo e decidiamo di stare dalla parte della Napoli onesta, dei Carabinieri e soprattutto delle vittime del crimine”.

    “Napoli onesta non si piega alla camorra – ha proseguito Borrelli che ha portato solidarietà e sostegno ai Carabinieri presso la caserma “Pastrengo” scortato da alcuni cittadini indignati per l’aggressione subita all’esterno del ‘Vecchio Pellegrini’ e rappresentanti istituzionali tra cui i consiglieri Benedetta Sciannimanica della I Municipalità, Luigi Carbone della II municipalità, Rino Nasti della V Municipalità, Laura Carcavallo della X Municipalità, all’assessore di Somma Vesuviana Salvatore Esposito e a Fiorella Zabatta componente dell’Esecutivo nazionale dei Verdi – e mai ci piegheremo alla cultura che omaggia i criminali. E’ un sistema culturale che condanniamo senza tentennamenti di sorta. Noi preferiamo fare appelli a sostegno di medici e infermieri che vengono aggrediti nei pronto soccorso come è avvenuto ad opera di amici e parenti di Ugo Russo che l’hanno anche devastato, degli agenti delle forze dell’ordine che rischiano la vita per difenderci. Avrei voluto ascoltare dai politici pro rapinatori una parola anche per tutte queste persone meravigliose”.

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