NAPOLI – A Galleria Toledo ai Quartieri Spagnoli, diretta da Laura Angiulli, da domani venerdì 3 (ore 20.30) a domenica 5 marzo “Io sono. Solo. Amleto” di e con Marco Cacciola (sabato alle 20,30, domenica alle 18, durata 70 minuti). Nel monologo polifonico l’attore e regista incarna i diversi personaggi del mito shakespeariano alternando alle parole dell’opera una partitura scenica originale composta da testi inediti, audio live e video che interagiscono in modo dinamico con l’attore.

Drammaturgia a cura di Marco Cacciola e Marco Di Stefano. Testi originali di Marco Cacciola, Lorenzo Calza, Marco Di Stefano, Letizia Russo

Dedicato a due genitori non-padri, due creatori, così diversi, di cui celebriamo l’anniversario ogni giorno e la cui memoria non decàde ogni dècade.
Un “pezzo” di ognuno di loroècon noi ogni sera.
Al Leone e al Corvo

 

Niente male davvero… un esempio felice di come si possa lavorare su un super classico, in questo caso sul Classico per eccellenza, senza rimanerne servi ma facendone una manipolazione ragionata.

Elena Scolari, PaneAcquaCulture

Io sono. Solo. Amleto è monologo polifonico in cui Marco Cacciola incarna i diversi personaggi del mito shakespeariano alternando alle parole dell’opera una partitura scenica originale composta da testi inediti, audio live e video che interagiscono in modo dinamico con l’attore.

Lo spettacolo nasce da alcune domande da cui l’interprete di Amleto parte per indagare i propri confini.
Come si fa a “uccidere un padre che è già̀ morto” e che di vendicarlo proprio non si ha voglia…? Bisogna davvero “ereditarne il nome” e seguirne i passi sulla terra? O meglio risolversi a lasciarlo riposare sotto quella terra e seguire i propri passi, rischiando pure di sparire?
E così, in questo non-luogo, misterioso e di passaggio, sono destinati a sprofondare alcuni personaggi dell’Amleto, ognuno portatore di un tema e di una rinnovata visione sulla vita e sulla morte, ognuno interpretato dallo stesso uomo, Solo.

Il progetto parte dal testo shakespeariano per attraversare i dubbi che fondano il nostro tempo: dal rapporto tra padri e figli alla relazione tra leader e società̀, dalle dinamiche di potere, sia nella dimensione pubblica che in quella privata, alla ricerca di una giustizia che si specchia nella vendetta. Il mito di Amleto incarna perfettamente il travaglio della crisi di conoscenza contemporanea. Siamo noi a essere Amleto: sopraffatti dal Pensiero, impossibilitati all’Azione.

La drammaturgia, la recitazione e la regia collaborano a esplorare zone di confine, tra attore e personaggio, palco e platea, realtà̀ e finzione, prendendosi il rischio di provare a conquistare l’essere, lo stare.
Una ricerca tra la prontezza e l’azione.

Una riflessione sull’Identità̀. La Solitudine. L’Arte.

Io sono. Solo. Amleto.

Estratti dalla rassegna stampa

“Niente male davvero… Io sono. Solo. Amleto e un esempio felice di come si possa lavorare su un super classico, in questo caso sul Classico per eccellenza, senza rimanerne servi ma facendone una manipolazione ragionata.” (Elena Scolari, PAC)

“Sia lode al dubbio. Marco Cacciola trova una sua personalissima declinazione del principe di Danimarca, lo trasforma coraggiosamente… tutto e lecito purché́ si compia il rito teatrale. L’attore seduce la platea, salta con agilità dal lazzo all’immancabile monologo, prova del fuoco che supera abilmente, applicando un lavoro di sottrazione.” (Danilo Caravà, Milano Teatri)

“…L’originale shakespeariano si manifesta in trasparenza, quasi fosse un serbatoio mitico da cui gli autori attingono immagini e archetipi per costruire una drammaturgia che guarda al contemporaneo, cucendo insieme quadri e testi diversi… Cosi Cacciola si configura come “medium” che permette la manifestazione fisica e concreta dei personaggi sulla scena che, per poter dire qualcosa al pubblico, devono necessariamente passare attraverso la sua mediazione corporea.” (Alice Strazzi, Stratagemmi)

“II teatro dovrebbe essere pericoloso ed eccitante, continuo significato in movimento, abuso intrusivo nelle vite. Dovrebbe essere sbagliato, toglierci la vista per ricordarci che siamo vivi, essere non capito, fregarsene delle regole e chiamarle nulle. Dovrebbe scavare dei vuoti e creare dal nulla qualcosa di nuovo e lontano, insinuarsi tra le pieghe della realta e depositare li un segreto. A volte ci sono spettacoli che fanno tutto questo… Lo spettacolo preserva la lucidità spaventosa dei ragionamenti tematici del testo originale e aggiunge se stesso in dono…

Cacciola con furia bestiale lentamente scolla queste certezze per rimodellarle. Il risultato scolpisce qualcosa di irripetibile, spaventoso e per questo necessario.” (Leonardo Strano, il Cittadino)

 

audio live e video Marco Mantovani
luci Fabio Bozzetta
assistente alla regia Carlotta Viscovo
produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale, Residenza Idra
si ringrazia InBalìa/Manifattura K

 

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