Tra mistero e realtà, questo romanzo nasce da un’avventura on the road e mentale: un cammino che l’autore e l’amica Gabriella, zaino in spalla e tanta voglia di natura, hanno fatto lungo un percorso di trekking di circa 900 Km. Destinazione: il Cammino stesso e poi l’Oceano di Finisterre, passando per Santiago di Compostela. Con il sole, il vento e la pioggia, i due avanzano calpestando erba e pietre, terreni aridi e fangosi, strade asfaltate che attraversano paesi e città. Vivono le situazioni più disparate e incontrano persone di ogni genere, maturando insieme, in un continuo confronto, passo dopo passo. Un protagonista scompare, realtà o illusione? E poi… visioni, fantasie: ricordi di altre vite?

Il romanzo “Camminando verso l’oceano” di Domenico Scialla parte fin da subito con il focus principale, ovvero il viaggio del cammino di Compostela. Esso si presenta al lettore in maniera decisa, mostrando fin da subito la sua natura poliedrica, essendo capace non solo di raccontare fatti veri, ma anche di avvicinarsi al metafisico, fino a toccare temi maggiormente misteriosi e magici.

Il protagonista principale è Rich, che insieme alla sua amica Stefania, compie questo viaggio a metà tra il vero e il mistico. Il loro però non è un viaggio da pellegrini, quanto piuttosto un cammino naturalistico per arrivare fino all’oceano.

Il protagonista durante il suo viaggio, vivrà una serie di esperienze mistiche, e una sorta di déjà-vu che lo porteranno a compiere riflessioni profonde sul concetto di reincarnazione.  Rich, inoltre, seguendo la scia delle sue riflessioni, arriverà a capire di come ogni persona, è impegnata nel suo percorso individuale, alla volta dei propri obiettivi, mettendo in discussione persino tutta la sua vita.

Uno degli argomenti principali del testo è la natura. Essa prende vita nelle pagine di Scialla, in maniera vivida e colorata, in una sorta di dipinto tridimensionale, dove tutto ciò che conosciamo fatto di calce, mattoni e strade, sparisce sotto la forza predominante della madre terra. L’autore fornisce gli strumenti giusti per capire la realtà vero simile del testo, fino a legare il lettore a nuovi concetti di pace interiore, che sviano dalla routine solita di tutti i giorni. Sono gli scenari a fare da padrone nel testo di Scialla, dove il sole, il vento, la pioggia, i terreni aridi e le strade asfaltate, si avvicendano lungo tutto il testo, dando al lettore una visione d’insieme fatta di sensazioni speciali ed incontri con persone di ogni genere.

Sign. Scialla ci può spiegare come nasce “Camminando verso l’Oceano” e cosa l’ha spinta a scrivere questo romanzo?

“Nasce dalla rielaborazione che la mia mente ha fatto, spinta ed ispirata da varie emozioni,  di tutto ciò che è avvenuto durante un cammino che ho percorso, tra natura e storia, per circa 1000 km, tra la Francia e la Spagna, passando per Santiago di Compostela, e arrivando a Finisterre”.

Un romanzo che si contraddistingue per il modo in cui si interfacciano il mistero e la realtà, quant’è stato difficile far conciliare queste due cose e quanto tempo ha impiegato nella stesura del suo romanzo?

“Sono stati proprio i colori, gli echi e le immagini nate nella mia mente in seguito a questa splendida esperienza che hanno  fatto nascere in me un’ irrefrenabile voglia di raccontare. Non è stato difficile far danzare in armonia la parte reale con quella metafisica in quanto le ho vissute entrambe parallelamente e le avevo sempre davanti a me. La difficoltà vera e propria è stata per la parte metafisica: descrivere ciò che non è percepibile dai 5 sensi è complicato farlo con le parole, l’anima ha un modo di comunicare tutto suo diverso dalla comunicazione verbale. Per fare questo ho dovuto lavorarci tanto, volevo raggiungere l’obiettivo al meglio possibile senza rischiare di scadere nella banalità. Spero di esserci riuscito. E quindi ho riletto tanto, ho riflettuto e meditato sul mio lavoro. E tutto questo lo facevo sempre e solo nei momenti in cui mi sentivo davvero ispirato. Non sono uno che pianifica, lo scrittore delle 3 / 5 ore al giorno. Posso scrivere 10 ore al giorno per 5 giorni poi riprendere dopo 20 giorni il tutto per scrivere solo un’ora. Non potrei mai lavorare per un editore che mi dà scadenze. Quindi ho impiegato quasi 8 anni, considerando però le varie edizioni nelle quali perfezionavo sempre qualcosa. La prima edizione l’ho scritta in tre anni”.

Durante la lettura possiamo notare come prende sempre più piega il concetto di metafisico, come mai questa scelta? E al tal proposito, cosa pensa dell’IA?

“La realtà che ci circonda  è un’estensione di quello che viviamo dentro. Più diamo importanza e guardiamo a questa interiorità, più la realtà assume espressioni sublimi. Purtroppo tutto ciò che va al di là di quello che percepiamo attraverso i 5 sensi viene poco considerato e io voglio scrivere proprio di quel che viene dall’invisibile che è più concreto del visibile. L’IA, intelligenza artificiale… No non mi interessa più di tanto, se non per un aspetto puramente tecnologico. La vedo appunto come una opera d’arte ben fatta ma senza alcuna ispirazione”.

Oltre al cammino in Compostela, è presente un’altra tematica importante: la natura. Una natura che col corso del tempo ci stiamo rendendo conto di quanto essa stia cambiando, secondo lei siamo ancora in tempo per invertire la rotta e, soprattutto cosa pensa possa accadere in un futuro con tutti questi cambiamenti climatici?

“La Natura è strettamente legata a quella parte metafisica del vivere, e quando la si rispetta si va in sintonia con l’essenza della Vita stessa. È nemica e ci distrugge quando la maltrattiamo, la manipoliamo. Non c’è  più tempo, se si agisce subito forse si può ancora fare qualcosa, e ci sono tanti che fanno benissimo la loro parte ma ci sono anche quelli che badano solo al profitto e vanno contro le leggi della natura, pur di seguire i grandi guadagni e potere non vogliono vedere. E sono talmente ignoranti e ottusi che potrebbero guadagnare in modo autentico in armonia con ciò che ci circonda e non solo in termini di danaro, ci sono cose molto più importanti del danaro”.

Questo non è il suo unico e ultimo lavoro editoriale. Ci può parlare dei precedenti e, soprattutto può dirci se ha in cantiere un nuovo scritto e che tematica affronterà?

“Penso che Camminando verso l’oceano sia la mia opera matura, prima di questo ho pubblicato un romanzo epistolare Lettere a Bruno Pietro e A Ruota Libera, una raccolta di versi spontanei e “senza senso” che cercano di esprimere al meglio proprio quella parte metafisica del vivere. Ho l’ispirazione per un nuovo romanzo, da un paio di anni di tanto in tanto metto giù degli appunti, quando mi sento ispirato da qualcosa più grande di me. Se e quando prenderà forma e lo sentirò pronto alla pubblicazione lo farò con piacere. Intanto spero che il mio Camminando verso l’Oceano susciti delle  emozioni. Anche il suo ascolto, visto che esiste anche una versione audiolibro, realizzata da Il Narratore, interpretata da un grande Massimo D’Onofrio, e distribuito sempre da Streetlib nelle principali piattaforme come Audible, Storitel , Google play etc”.

Quant’è importante per lei la scrittura e che sentimento prova quando è in sua compagnia?

“Per me è innanzitutto un atto privato e terapeutico e quindi  la scrittura è per me meditazione, mi dà serenità e luce facendomi sentire a contatto con qualcosa di Superiore. Poi quando mi rendo conto che una parte di quello che scrivo può essere adatta alla pubblicazione, in quanto può trasmettere agli altri qualcosa di bello e di importante, lo faccio diventare un libro”.

Qual è l’emozione che più ricorda con piacere da quando ha intrapreso il percorso di scrittore?

“Quando mi rendo conto che un lettore ha interiorizzato quanto io volessi trasmettere”.

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