NAPOLI – Domenica 20 giugno, al Campania Teatro Festival, diretto per il quinto anno consecutivo da Ruggero Cappuccio e organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival, presieduta da Alessandro Barbano, torna il maestro Roberto De Simone, che presenta in prima assoluta, nel Cortile della Reggia del Museo e Real Bosco di Capodimonte (Porta Grande) alle 21, “I racconti di Mamma Orca”: un’opera (1996) per chitarra e quartetto d’archi basata su manoscritto precedente all’edizione Ricordi, con il quartetto canonico formato da Edoardo Catemario (chitarra), Matteo Calosci (violino), Niccolò Musumeci (violino), Margherita Fanton (viola) e Zoltan Szabo (violoncello). Il programma “I racconti di Mamma Orca” rappresenta idealmente il tratto di unione tra un passato arcaico, sia popolare che colto, di Napoli e della sua scuola musicale e la musica contemporanea nella sua accezione più raffinata. Il programma, prima esecuzione assoluta, contiene due brani di Roberto De Simone (“I racconti di Mamma Orca” e “Ma fin est mon commencement”) ed uno di Edoardo Catemario (“Suite Gesualdiana”) che del maestro De Simone raccoglie e condivide la missione compositiva legata a Napoli ed alle sue tradizioni. I “racconti di Mamma Orca”, di Roberto De Simone, risalgono al 1996, data nella quale vennero eseguiti in prima assoluta dal chitarrista Edoardo Catemario. “Ma fin est mon commencement” è un canone composto da Guillaume De Machaut, che visse a Napoli durante il regno D’Angiò e contribuì in maniera sostanziale alla fioritura della scuola che sarebbe diventata un faro già nel ‘600. Il canone, che consiste di sole quaranta battute, viene sviluppato con trovate di grande sapienza compositiva ed esposto in tonalità conseguenti senza alcun ponte di congiunzione fra le varie “scene”.

Nell’ambito de “Il Sogno Reale. I Borbone di Napoli” – progetto di Ruggero Cappuccio a cura di Marco Perillo dedicato alle meraviglie dell’epoca borbonica – viene presentato in prima assoluta nel Giardino dei Principi a Capodimonte (Porta Grande), alle 21, “Le Regine immaginarie” di Elisabetta Rasy con Lina Sastri. Quando Marianna, ragazzina tredicenne ospite per una vacanza napoletana da una saccente prozia la conosce, Eva ha 17 anni, ma ostenta un corpo di donna fatta e la passione per quella che chiama il suo idolo: “la Regina segreta”. Si tratta di Lucia Migliaccio, la consorte morganatica di Ferdinando delle Due Sicilie, che il sovrano sposa dopo due mesi dalla morte di Maria Carolina nel novembre 1814 a Palermo e porta con sé a Napoli dove le fa costruire una bellissima residenza in un meraviglioso parco: la Floridiana. La prozia di Marianna invece è una fan di Maria Carolina, e la ragazzina si trova in mezzo al duello dei racconti sulle due regine, che ognuna delle narratrici costruisce seguendo in parte la realtà e in parte la propria immaginazione. Soprattutto Eva, che custodisce un vero segreto, come Marianna scoprirà proprio un pomeriggio alla Floridiana prima della fine della sua vacanza.

Per la sezione Osservatorio, per la regia di Omar Galvan, nel Giardino Paesaggistico di Porta Miano debutta alle 22.30, “L’inedito.Impro”, con Annalisa Arione, Martina Di Leva, Claudia Gafà, Marianna Valentino, Omar Galvan, Massimo Magaldi, Diego Purpo, Giorgio Rosa. «Inedito è per definizione qualcosa che non è ancora stato visto, letto, recitato – si legge nelle note di regia – Ogni spettacolo di improvvisazione porta con sé la peculiarità più intrinseca dello spettacolo dal vivo: la magia del rito, assistere a un evento che non si ripeterà mai uguale al precedente, ancor di più se quella sera si recita ‘a soggetto’». A ispirare l’inedito diretto dall’argentino Galvan troviamo il realismo magico di un piccolo paese sperduto, inesistente ma probabile, pronto a ricordarci come la realtà stessa spesso si manifesti come surreale, in cui i confini tra sogno e verità facilmente possano sbiadire, immergendoci in un mondo magico ma vero, sincero. Il tutto, suggerito solo ed esclusivamente dal pubblico di quella sera.
Laggiù, la sezione Letteratura di Silvio Perrella prosegue con Sandro Penna – vestita di lui, con Iaia Forte. Sandro Penna, uno dei nostri poeti più amati, è un classico del Novecento dei cui versi la Forte si “veste” rendendogli omaggio: «La sua grazia, sensualità, originalità e mistero – scrive la Forte – mi fanno incontrare le sue parole con lo stesso stato d’animo con cui si va ad incontrare un innamorato. Sono grata di questa occasione, come si è sempre grati a chi ti permette un amore”».
Per il CFT by-day, la mattina alle 10, prenotandosi il giorno prima, parte dal Punto di Raccolta Belvedere (Porta Grande), la “Visita guidata al bosco” a piedi nei pressi della Reggia, alla scoperta dei viali e degli edifici storici che si incontrano in quella che fu un’oasi di delizie e riposo per Re Carlo III di Borbone. Alle 11, per il progetto Musicapodimonte, viene offerta nel Salone degli Arazzi al secondo piano della Reggia di Capodimonte, per tutti i visitatori del Museo di Capodimonte, una lezione-concerto gratuita a cura del M° Rosario Ruggiero, “La musica al tempo dei Borbone”: un’occasione per rievocare e far rivivere le musiche dell’epoca borbonica. Sempre alle 11, per la rassegna per bambini a cura di I Teatrini, “Le favole della saggezza” di Giovanna Facciolo, in scena nel Teatrino del Belvedere-Pagliarone: da Esopo, Fedro e La Fontaine, le più famose favole di animali parlanti ispirano uno spettacolo ricco di giocose sonorità per il giovanissimo pubblico (età consigliata: dai 3 anni). Con Annarita Ferraro (o Adele Amato De Serpis) e Melania Balsamo, le percussioni dal vivo di Dario Mennella, e le maschere e oggetti di scena di Marco Di Napoli. Un altro appuntamento di Musicapodimonte, alle 16, è con la performance itinerante che parte dal punto di raccolta Porta di Mezzo (ingresso da Porta Grande) e termina presso l’Istituto Caselli, “Tammorre al Bosco”, con Popolo Vascio – Gabriele Cernagora (chitarre, clarinetto e voce), Fabio Lombardi (tamburi, zampogna e voce), Francesco Urciolo (organetto, chitarra battente, lira calabrese, mandolino, flauti, fisarmonica) – e con le danze popolari a cura di Echi del Mediterraneo. Sempre all’ingresso della Porta di Mezzo, alle 18, RistoriAMOci con l’Arte, il progetto a cura di Antonella Ippolito, con Davide Paciolla e Francesca Morgante, che, attraverso piccole ed estemporanee improvvisazioni ci ricordano il potere taumaturgico del teatro, della musica e della danza, ricordando sempre che non può esserci guarigione del corpo senza quella dell’anima. In più repliche, invece, appuntamento anche (18, 18.30, 19, 19.30) con “L’Antica arte della Posteggia Napoletana”: nel Teatrino Belvedere-Pagliarone, dove l’omonimo duo esegue su richiesta canzoni classiche del repertorio partenopeo note e meno note.

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