NAPOLI – A ventisette anni dalla sua nascita, avvenuta il 5 maggio del 1996, il “Teatro Totò” fa bis con la sua seconda sala situata a pochi metri dalla storica sede di via Frediano Cavara. Chiamato “Teatro Officina” il nuovo spazio pronto per diventare la sede dell’Accademia di Formazione, si legherà saldamente alle nuove generazioni dello spettacolo.

E ciò trasformandosi oltre che in una nuova fucina di artisti, in un innovativo avamposto culturale per chi intende fare del teatro e della recitazione il personale motivo di vita e per chi è in cerca di un palcoscenico per i propri lavori. Un’operazione ardita e passionale che, con lo scopo di allargare gli spazi del blasonato spazio di Foria, da tutti riconosciuto come tempio della comicità, vede i suoi fondatori Gaetano Liguori e Davide Ferri, insieme a Salvatore ed Enzo Liguori, donare alla città e a un quartiere difficile, un moderno punto di riferimento fatto di tradizione, sperimentazione e vita sociale. Sorto poco distante dal Teatro “San Ferdinando”, il luogo simbolo di Eduardo De Filippo ed immerso nel cuore del complicato quartiere S. Lorenzo Vicaria, così come la casa madre dedicata al Principe della Risata, il “Teatro Officina” si appresta ad entrare nel cuore di quei giovani napoletani amanti dell’arte del palcoscenico, desiderosi di avere un centro d’azione a disposizione. Legato al Teatro Totò che finalmente come i grandi spazi della città si concede la sua seconda sala, anche il nuovo teatro di 100 posti beneficerà della luce riflessa di un luogo entrato nel cuore di tutti i partenopei. Così il Totò, dopo aver ottenuto dal Presidente della Repubblica Italiana, nel 2013 la medaglia d’oro per le meritorie finalità culturali e sociali perseguite e dopo essersi attestato come “ Centro di Formazione teatrale”, offre ai giovani che intendono avvicinarsi all’arte dello spettacolo una nuova sede. Confermandosi come residenza del centro permanente delle attività teatrali, con riferimento particolare alla pratica dell’attore, il “Teatro Officina” offrirà più ampio respiro alle centinaia di giovani che frequentano ogni anno i corsi del Totò.

Altresì avrà il pregio di rappresentare una nuova roccaforte per dare vita a rassegne teatrali, festival e progetti culturali. Ribadendo il carisma e il valore di una realtà istituzionale di formazione professionale, culturale ed artistica, atta alla formazione di attori professionisti e alla scoperta di giovani talenti, il nuovo spazio amplierà ancora di più le vedute degli iscritti ai corsi, diventando un punto di riferimento per l’avvicinamento dell’arte teatrale e per l’avvio di un percorso costruttivo fatto di metodi di ricerca e incontri. Preso atto che, grazie alla professionalità dimostrata nel settore, l’Accademia del Teatro Totò ha anche ricevuto un encomio del Tribunale dei minori ed un encomio dell’ Istituto Penitenziario di massima sicurezza di Secondigliano, il “Teatro Officina” rappresenta in ordine di tempo l’ennesima testimonianza di una evoluzione tesa alla preparazione degli artisti del domani e al loro inserimento nel mondo del lavoro. «Ed è proprio la stretta collaborazione con il Tribunale dei minori- hanno affermato i responsabili del nuovo progetto- che ci porta ad un’ ultima considerazione: sono 3792 i reati contestati ai minorenni reclusi in carcere, questo dato allarmante sembra non aver nulla a che fare con il teatro, i nostri laboratori e la cultura che diffondiamo: invece no, noi del Teatro Totò invitiamo a guardare al nostro impegno anche in questa altra prospettiva. La cultura è tale se crea inclusione, se è argine contro i mali vecchi e nuovi delle nostre comunità; la cultura è movimento, è costruzione, noi ci sentiamo costruttori di comunità e puntiamo ad essere strumento contro la dispersione scolastica e la povertà educativa».

«Chi si avvicina al teatro- hanno detto ancora Gaetano, Enzo e Salvatore Liguori insieme a Davide Ferri- porta la strada sul palcoscenico, ma ne lascia le insidie ed i pericoli. Il nostro sogno è quello di diventare punto di riferimento per tutti quei giovani che dalla dispersione passerebbero alla criminalità. È il modo migliore per “essere Totò” anche riproponendo la sua generosità ed attenzione verso i più fragili. Noi siamo il Totò, una officina in movimento continuo che si nutre di napoletanità e che vuol restituire inclusione. Lo facciamo da circa trent’anni, ora vorremmo mettere a sistema esperienza, storia, energie e rete. Chiediamo alle Istituzioni di affiancarci perché, insieme, si può tutto».

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