Antonio-Ottaiano

NAPOLI – Figlio carnale di una Napoli eternamente canora ed inarrestabile paladino della grande “Sceneggiata”, Antonio Ottaiano, torna alla ribalta con “E figlie so’ piezze ‘e core”, i tre atti e tre quadri di Enzo Vitale ispirati alla celebre lirica del 1930 di Libero Bovio e Ferdinando Albano.

In cartellone al teatro Troisi i prossimi 9-10-11 aprile con la Anfhoras Production di Carmine Gambardella, l’artista Ottaiano riconduce in scena, tra canzoni e passioni, la vera essenza di un popolo che, da sempre, nasconde le più dolorose lacrime dietro le risate. Con l’intenzione di rispettare gli antichi canoni della scena popolare napoletana, seguendo il solco tracciato dal suo maestro Mario Merola, del quale rimane incontrastato erede spirituale ed artistico, Ottaiano, accattivante e trascinatore, continua così imperterrito in quella che sembra una vera e propria missione. Nell’offrire, nuova linfa vitale alla classica “Sceneggiata”, l’attore e cantante, con “E figlie so’ piezze ‘e core” presenta un’attenta versione dello struggente spettacolo, affrontando con piglio moderno le tematiche del testo fino a sovvertire persino il tradizionale epilogo. Ancorato alle radici di un genere che intende rilanciare, Antonio Ottaiano, prosegue in un’operazione artistica capace di trasformarsi in uno strumento di comunicazione popolare. Per il pubblico, oltre al carisma di un cantante ed attore di sicuro impatto, un lessico appartenente alla trasmissione verbale ufficiale della tradizione. Ovvero, un repertorio ed un frasario, capace di mostrare quanto l’artista abbia compreso i contenuti del grande codice della comunicazione popolare. Sostenuto da una storia che sopravvive ai tempi, Antonio Ottaiano, con la direzione di una regista raffinata ed attenta come Velia Magno e l’accompagnamento dal vivo dell’Orchestra Fiscale, intende soprattutto confermare una volontà che da tantissimi anni lo vede in prima linea per la rivalutazione dell’inestimabile forma di spettacolo.

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