NAPOLI – Torna in rosso il bilancio del digital gender gap. A lanciare l’allarme i vertici della comunità Ue e del governo del nostro Paese. Sono passati 10 anni da quando la Commissione aveva fissato l’obiettivo del 40% di donne nei CdA di società europee quotate in borsa e il fatto che oggi solo il 7% delle grandi aziende europee sia guidato da una donna, la dice lunga su quanta strada ci sia ancora da fare. Qualcosa, evidentemente, non ha funzionato. Per questo, dice la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, in occasione dell’European Women on Boards’ Gender Diversity Award, bisogna fare molto di più. “Quando il cambiamento non avviene naturalmente, è necessaria un’azione normativa”. Da qui il suo impegno, affinché la proposta sulle donne nei consigli di amministrazione diventi legge dell’Ue.

“Una presa di posizione forte e decisa, che trova appoggio da parte dell’Associazione Women for Oncology Italy”, spiega la sua Presidente Rossana Berardi. “Non possiamo permetterci di perdere altri dieci anni, tanto più che la situazione in Italia è ancora più conflittuale. Nel nostro Paese, infatti, l’analisi dei divari tra uomini e donne evidenzia come la crisi generata dalla pandemia da Covid-19 abbia avuto effetti differenziati in base al sesso”.

“Diversamente rispetto alle crisi precedenti, l’impatto di quella pandemica è stato particolarmente negativo sulle donne”, ha denunciato la sottosegretaria al ministero dell’Economia e delle Finanze Maria Cecilia Guerra. “Si è tradotto non solo in una significativa perdita di posti di lavoro in settori dominati dalla presenza femminile, ma anche in condizioni di lavoro peggiori, in una accresciuta fragilità economica e in un conflitto vita-lavoro ancora più aspro del passato”.

“Il dato sull’occupazione femminile nel nostro Paese (49%) è tanto più grave se viene letto in confronto con la media europea che si attesta al 62,7%, con un divario di genere pari a 10,1 punti percentuali (da noi è a 18,2 punti)”, denuncia ancora la Presidente di Women for Oncology Italy. “Numeri preoccupanti anche a fronte di nuove evidenze nella ‘vocazione’ tecnologica delle donne”. Secondo una ricerca di DigitAlly, infatti, le ragazze risultano più predisposte dei maschi, ma a inizio carriera emerge ancora l’influenza degli stereotipi di genere nella selezione di talenti.

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