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Napoli

Niente entusiasmi, ne mancano 7

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NAPOLI (Di Anna Calì – fonte foto SSC NAPOLI) – Ben vengano le contestazioni, gli striscioni esposti scritti con tutta l’amarezza e il dolore, il silenzio sugli spalti e anche i fischi. Azioni e comportamenti forti che hanno scosso l’anima e l’orgoglio partenopeo di chi ancora oggi indossa la maglia con il tricolore sul petto e che per un intero campionato non gli ha dato la giusta importanza e il giusto rispetto. Ed è merito, forse, anche di questi atteggiamenti che il Napoli di Ciccio Calzona è sceso agguerrito, come non era mai successo in questo campionato e decide di metterci tutto se stesso anche consumando le ultime forze fisiche e mentali ed è così che in 15′ fanno i Campioni d’Italia dimostrando ancora una volta di saper giocare a calcio e mettono in scena degli eurogol pazzeschi, uno più bello di un altro. A rispondere al gol del vantaggio del Monza segnato da Djuric ci pensa prima Ngonge, annullato per fuorigioco ed è forse proprio il gol di Ngonge a far scattare qualcosa ancora di più nella loro mente. Prima Osimhen, poi Politano, passando per Zielinski raggiunto da un eurogol di Colpani, e infine con l’ingresso di Raspadori arriva il quarto gol. È difficile poter scegliere quale sia il più bello ma è ancora più difficile provare a spiegare l’atteggiamento che hanno i giocatori.

Perché i quattro gol, la bella prestazione e il bel gioco non possono e non devono cancellare tutte le cose negative viste in questa partita.

E se l’anno scorso avevamo la coppia delle “7 bellezze” formata da Osimhen e Kvaratskhelia, quest’anno ci è toccato avere la coppia dell’orrore: Di Lorenzo e Juan Jesus, ed è proprio colpa loro se il primo tempo ci siamo ritrovati in balìa di un Monza che con bel gioco, compattezza e soprattutto possesso palla mette in difficoltà la squadra ospite con il primo gol di Djuric. Un Napoli noioso. Una squadra inattiva, che non costruisce nulla e si (af)fida solo ed esclusivamente alla giocata dei singoli, come se non si sentissero più parte di una stessa squadra bensì pensare solo ed esclusivamente a fare bene per conto proprio.

Una difesa che continua a perdere acqua da tutte le parti, un gruppo di giocatori che ha deciso di non correre, di non reagire bensì di andare solo ed esclusivamente a fare una trasferta e magari anche l’ennesima pessima figura. Voglia e determinazione assolutamente nulla nei giocatori e, forse nel primo tempo si sono visti solo due campioni d’Italia: Kvicha Kvaratskhelia e Alessio Zerbin, peccato che quest’ultimo non indossi più la maglia del Napoli e si può notare come sia cambiato il suo approccio e di come abbia iniziato a correre in mezzo a campo, a differenza dei nostri.

Un primo tempo osceno che viene addirittura accentuato dalla mancanza di un rigore nettissimo su Ngonge, perché è vero che il Napoli ormai abbia dei problemi e non deve porre rimedio nei rigori ma è anche vero che rigori come questi danno una chiave di lettura differente alla partita e soprattutto potrebbero dare verve in più a chi è in campo. Un Osimhen che continua a essere perennemente in fuorigioco, è consapevole che qualora dovessero andare a Paris o al Chelsea non potrà permettersi il lusso di essere sempre in fuorigioco?

Ed è proprio durante il primo tempo che arriva la contestazione dei tifosi con due striscioni esposti, uno in particolare: “Assenti come i vostri att***i” ed è stata proprio questa reazione di chi ha seguito il Napoli a migliaia di Km di distanza a far svegliare il Napoli, perché è impossibile restare lontani dalla maglia e da una passione così grande. Il Napoli di quest’anno è un po’ come quando ti lasci col tuo primo amore. Ti fa male, tanto e per questo motivo che proverai a fare qualsiasi cosa per ricostruire il tutto e credere che qualcosa di bello continuerà a esserci e a farci. Ed è in questo tunnel senza via d’uscita che inizia a vedersi un piccolo barlume col rinnovo per il prossimo anno di Sinatti, un rinnovo che fa ben sperare che il presidente De Laurentiis stia già progettando con largo anticipo la squadra per l’anno prossimo.

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