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NAPOLI – «Più che di “Sinfonia” dovremmo parlare di “accordo stonato”, un piano che ha lasciato fuori le centinaia di specialisti ambulatoriali rendendo inefficace il monitoraggio e l’assistenza dei pazienti Covid e sospetti Covid». Gabriele Peperoni, vicepresidente del SUMAI ASSOPROF (Sindacato unico di medicina Ambulatoriale Italiana e Professionalità dell’Area Sanitaria) denuncia la mancata attuazione del Protocollo operativo di assistenza domiciliare per pazienti Covid o sospetti tali. Un sistema che si sarebbe dovuto integrare con il programma Sinfonia, che prevede la gestione condivisa dei dati tra i vari soggetti del sistema sanitario regionale e una cabina di regia unica. «Secondo quanto programmati – insiste Peperoni – gli specialisti ambulatoriali avrebbero dovuto avere accesso alla piattaforma di sorveglianza e-Covid Sinfonia, cosa mai avvenuta. Gli elenchi degli operatori sanitari sono forniti dalle Aziende Sanitarie che, come già fatto con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta provvedano ad inseriti nel sistema. Nulla però sembra muoversi e intanto a farne le spese sono i pazienti».

Secondo il Protocollo operativo di assistenza domiciliare per pazienti Covid o sospetti tali, gli specialisti ambulatoriali distrettuali, opportunamente individuati dai direttori dei distretti sanitari, dovrebbero poter effettuate le consulenze richieste dai medici di medicina generale o dalle USCA. Un compito da svolgere anche valutando, ove necessaria, la possibilità di visite domiciliari con le opportune precauzioni in termini di DPI e soprattutto registrando l’esito delle prestazioni sulla piattaforma di sorveglianza. «Le Asl – conclude Peperoni – dovrebbero garantire le attività assistenziali individuate nello schema previsto dalla Regione, con l’impiego di tutte le professionalità coinvolte e l’impiego delle tecnologie necessarie. Se questo non avverrà in tempi rapidi centinaia di pazienti affetti o guariti dal Covid saranno gestiti in modo approssimativo e frammentario, con tutte le conseguenze del caso. È inaccettabile che gli accordi integrativi, per quel che riguarda gli specialisti, i veterinari e i professionisti ambulatoriali continuano ad essere rimandati per l’inerzia di alcuni funzionari regionali».

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