NAPOLI – Il Servizio sanitario nazionale, storicamente un esempio virtuoso a livello internazionale, si trova oggi di fronte a difficoltà crescenti, al punto che secondo molti napoletani non è più sufficiente a garantire le prestazioni di cui avrebbero bisogno. Lo rivela l’ultima ricerca dell’Osservatorio Sanità di UniSalute[1]che insieme a Nomisma ha sondato le opinioni degli abitanti del capoluogo campano sullo stato della sanità pubblica.

Alla domanda se il servizio sanitario pubblico sia oggi in grado di coprire tutti i propri bisogni sanitari, oltre la metà dei napoletani (52%) risponde negativamente, a fronte di un 37% che mostra qualche incertezza (“Più sì che no”) e di appena un 11% per cui la sanità pubblica, da sola, è ancora sufficiente. A conferma di ciò, a Napoli quasi tre intervistati su quattro (74%) dicono di essersi rivolti alla sanità privata nell’ultimo anno, a cui è pronto ad aggiungersi un altro 15% che pensa di farlo nei prossimi 12 mesi.

problemi riscontrati nel servizio pubblico sono quelli di cui già molto si discute: su tutti, i tempi di attesa eccessivi e ritardi nell’erogare le prestazioni, di cui si lamentano rispettivamente l’85% e il 51% dei napoletani che ritengono il SSN non più sufficiente. La metà (50%) giudica inadeguata anche la qualità di prestazioni e servizi, e il 41% ritiene che a livello economico non sia più realmente vantaggioso rispetto alla sanità privata.

Passando agli ambiti da migliorare, non ci sono grosse sorprese: perché il servizio sanitario pubblico torni ad essere adeguato ai loro bisogni, i napoletani vorrebbero innanzitutto che si riducessero i tempi di attesa (60%) e aumentasse il personale sanitario (40%). Oltre un terzo, inoltre, desidererebbe che il SSN coprisse un maggior numero di prestazioni (37%) e che ci fossero più strutture pubbliche sul territorio (37%).

Queste richieste troveranno risposta? Il campione napoletano interrogato da UniSalute non sembra molto fiducioso: per il 62%, infatti, in futuro il servizio pubblico riuscirà a rispondere ai loro bisogni solo parzialmente, e per un 24% addirittura potrebbe non farlo in alcun modo. L’augurio è che questo pessimismo si riveli eccessivo, anche considerando che per quasi un napoletano su quattro (23%) la salute propria e dei propri cari risulta essere la principale preoccupazione per il futuro, seconda solo alla non autosufficienza personale o di un familiare (34%).

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