CGIL

NAPOLI – “Bene l’iniziativa di risveglio delle coscienze con le iniziative pubbliche annunciate oggi dal presidente De Luca. La Cgil è pronta a lanciare un’iniziativa pubblica con associazioni e movimenti perché la malattia che accomuna la politica è che si vuole parlare al Paese ma non si coinvolgono i cittadini, le associazioni, i movimenti e il mondo del lavoro. L’unica azione per contrastare l’autonomia differenziata insieme alle mobilitazioni già messe in campo è, come suggerito dal professore Massimo Villone, che le Regioni, in base all’articolo 127 della Costituzione, debbano ricorrere alla Corte Costituzionale contro il ddl Calderoli”.

“In queste ore si levano da Napoli, dalla Campania e dal Sud tante voci contro l’autonomia differenziata, voluta con pervicacia dal governo di destra e nordista di Giorgia Meloni, merce di scambio in un vergognoso scambio tutto interno alla maggioranza. La città è   mobilitata già dallo scorso luglio, da quando per due giorni il nostro partito aveva riunito tanti militanti e cittadini per spiegare i no a questa riforma spacca-Italia. Le manifestazioni di marzo e di novembre confermano che il Pd napoletano è e resta in prima linea, in una
battaglia che è per il Paese e la sua unità”. Così in una nota Gennaro Acampora, capogruppo del Partito Democratico nel consiglio comunale di Napoli.
“Come gruppo consiliare faremo di tutto perché la città sia sempre più impegnata in una logica di opposizione, trascinando con sé l’interno Mezzogiorno – sottolinea Acampora – Dobbiamo impedire che l’Italia si spacchi ancora di più su sanità, istruzione, ambiente e  infrastrutture. Lavoriamo quindi per creare un fronte per l’unità del Paese, realizzarlo insieme a tutte le forze politiche democratiche e nazionali, i sindacati, le associazioni, la società civile e gli enti locali. Dobbiamo essere in campo uniti per presentare ricorsi o
raccogliere le firme per un referendum, perché dopo il Senato questa legge folle passerà anche alla Camera. E noi dovremo adottare tutti i mezzi giurisdizionali e referendari per evitare che questa autonomia scellerata venga applicata, smembrando il paese con danni   incalcolabili”.
Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania e vicepresidente Nazionale con delega al Mezzogiorno, lancia l’allarme e il grido di protesta di imprese ed esercenti sul tema dell’autonomia differenziata. “Riteniamo – esordisce – che l’autonomia differenziata sia qualcosa di impossibile da realizzare nel nostro Paese. Faremo in modo che da tutto il Sud giunga chiaro il segnale che non ci sarà alcun sostegno per le Europee. Le aziende del meridione d’Italia si sentono abbandonate, non curate e inascoltate. Ci sono diverse ragioni che ci inducono a sostenere questi concetti: in primis perché oggi abbiamo un’Italia troppo diversa tra nord e sud a livello di servizi, trasporti e sanità. Ne consegue una differenza enorme tra la qualità della vita al nord e quella al sud. Crediamo che la logica imporrebbe di mettere prima in condizione gli italiani di ogni regione di avere gli stessi parametri. Lo Stato italiano è uno e uno soltanto. In passato si è fatto molto per il nord penalizzando le regioni del sud. Adesso credo sia giunto il momento che il governo centrale, indipendentemente dai colori di partito, si impegni per dare al Mezzogiorno quell’equilibrio che l’Italia merita”.

Il presidente Schiavo sottolinea, inoltre, lo scenario grottesco e inquietante che potrebbe presentarsi dinanzi agli occhi di tutti gli italiani: “Vorremmo capire, come si può pensare di dividere in tanti piccoli Stati l’Italia? Come si può pensare che regioni forti come la Lombardia, con due milioni di imprese, debbano competere con territori assai diversi come Campania, Calabria o Sicilia, con la metà della popolazione e nemmeno un quarto delle imprese? Quale regione oggi ha le infrastrutture della Lombardia? Con l’autonomia differenziata le regioni potrebbero legiferare su sanità, scuola ed energia. Ci ritroveremmo ad attraversare un’Italia stretta e lunga dove ogni 300 chilometri potrebbero cambiare le regole. In un territorio potrebbero esserci trasporti solo privati, in un altro ospedali solo privati e in un altro ancora solo scuole private. Come si può presentare un Paese così in Europa dove già paghiamo una diversità molto accentuata? Ci ritroveremmo con un’Italia divisa: in una parte ci sarà l’industria e in un’altra solo deserto”.

In conclusione il presidente Vincenzo Schiavo invoca un cambio di rotta della classe politica attuale e, nel contempo, annuncia azioni di protesta da parte degli associati a Confesercenti: “La politica oggi deve fare in fretta e impegnarsi a rendere il nostro Paese equilibrato. L’autonomia differenziata va esattamente nella direzione opposta. E poi ci domandiamo: nella malaugurata ipotesi che l’autonomia differenziata diventi legge, l’enorme debito pubblico italiano chi lo pagherà? Se regioni come Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna potranno incassare le loro tasse senza versare più nulla allo Stato, il debito chi lo pagherà? Noi di Confesercenti diciamo di no e, se fosse necessario, gli esercenti campani sono pronti a scendere in campo per rappresentare al governo che noi non siamo d’accordo”.

 

Autonomia, Ciarambino: «Per continuare a garantire i servizi si aumenteranno le tasse»

«Condivido l’appello alla mobilitazione annunciata dal presidente De Luca, la questione dell’Autonomia differenziata non può e non deve essere più un dibattito esclusivo tra politici e tecnici. I cittadini della Campania, quelli del Sud, devono sapere molto bene a cosa vanno incontro con la riforma sull’autonomia differenziata voluta dalla Lega, è l’unico modo che abbiamo per coinvolgerli in questa battaglia. Ogni regione agirà a suo piacimento, tanti piccoli staterelli dove ognuno pensa per sé e dove le discriminazioni sociali ed economiche la faranno da padrone – afferma Valeria Ciarambino, Vicepresidente del Consiglio regionale della Campania e componente del Gruppo Misto – Questa follia toccherà la vita quotidiana dei meridionali tutti: dal diritto alla salute a quello all’istruzione, dalle strategie in ambito energetico a quelle su trasporti e ambiente. Toglierà un fiume di risorse economiche alla Campania e al Mezzogiorno a favore delle regioni del Nord, già più ricche di tutte le altre: l’unità del nostro Paese sarà calpestata inesorabilmente, non esisterà più. E non ci saranno le risorse perchè in Campania e nel Mezzogiorno tutto si possano garantire servizi dignitosi – conclude Ciarambino – Da dove verranno fuori i 100-120 miliardi che servono per assicurare i Lep? E allora o i Lep non verranno mai attuati oppure ai meridionali si aumenteranno le tasse. Assisteremo ad un dissanguamento dei cittadini del Sud, per questo è d’obbligo che tutti coloro che sono giustamente contrari a questo “omicidio costituzionale” assumano una posizione netta e si mobilitino per contrastare questa vergogna».

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