NAPOLI – “Bene l’iniziativa di risveglio delle coscienze con le iniziative pubbliche annunciate oggi dal presidente De Luca. La Cgil è pronta a lanciare un’iniziativa pubblica con associazioni e movimenti perché la malattia che accomuna la politica è che si vuole parlare al Paese ma non si coinvolgono i cittadini, le associazioni, i movimenti e il mondo del lavoro. L’unica azione per contrastare l’autonomia differenziata insieme alle mobilitazioni già messe in campo è, come suggerito dal professore Massimo Villone, che le Regioni, in base all’articolo 127 della Costituzione, debbano ricorrere alla Corte Costituzionale contro il ddl Calderoli”.
Il presidente Schiavo sottolinea, inoltre, lo scenario grottesco e inquietante che potrebbe presentarsi dinanzi agli occhi di tutti gli italiani: “Vorremmo capire, come si può pensare di dividere in tanti piccoli Stati l’Italia? Come si può pensare che regioni forti come la Lombardia, con due milioni di imprese, debbano competere con territori assai diversi come Campania, Calabria o Sicilia, con la metà della popolazione e nemmeno un quarto delle imprese? Quale regione oggi ha le infrastrutture della Lombardia? Con l’autonomia differenziata le regioni potrebbero legiferare su sanità, scuola ed energia. Ci ritroveremmo ad attraversare un’Italia stretta e lunga dove ogni 300 chilometri potrebbero cambiare le regole. In un territorio potrebbero esserci trasporti solo privati, in un altro ospedali solo privati e in un altro ancora solo scuole private. Come si può presentare un Paese così in Europa dove già paghiamo una diversità molto accentuata? Ci ritroveremmo con un’Italia divisa: in una parte ci sarà l’industria e in un’altra solo deserto”.
In conclusione il presidente Vincenzo Schiavo invoca un cambio di rotta della classe politica attuale e, nel contempo, annuncia azioni di protesta da parte degli associati a Confesercenti: “La politica oggi deve fare in fretta e impegnarsi a rendere il nostro Paese equilibrato. L’autonomia differenziata va esattamente nella direzione opposta. E poi ci domandiamo: nella malaugurata ipotesi che l’autonomia differenziata diventi legge, l’enorme debito pubblico italiano chi lo pagherà? Se regioni come Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna potranno incassare le loro tasse senza versare più nulla allo Stato, il debito chi lo pagherà? Noi di Confesercenti diciamo di no e, se fosse necessario, gli esercenti campani sono pronti a scendere in campo per rappresentare al governo che noi non siamo d’accordo”.
Autonomia, Ciarambino: «Per continuare a garantire i servizi si aumenteranno le tasse»
«Condivido l’appello alla mobilitazione annunciata dal presidente De Luca, la questione dell’Autonomia differenziata non può e non deve essere più un dibattito esclusivo tra politici e tecnici. I cittadini della Campania, quelli del Sud, devono sapere molto bene a cosa vanno incontro con la riforma sull’autonomia differenziata voluta dalla Lega, è l’unico modo che abbiamo per coinvolgerli in questa battaglia. Ogni regione agirà a suo piacimento, tanti piccoli staterelli dove ognuno pensa per sé e dove le discriminazioni sociali ed economiche la faranno da padrone – afferma Valeria Ciarambino, Vicepresidente del Consiglio regionale della Campania e componente del Gruppo Misto – Questa follia toccherà la vita quotidiana dei meridionali tutti: dal diritto alla salute a quello all’istruzione, dalle strategie in ambito energetico a quelle su trasporti e ambiente. Toglierà un fiume di risorse economiche alla Campania e al Mezzogiorno a favore delle regioni del Nord, già più ricche di tutte le altre: l’unità del nostro Paese sarà calpestata inesorabilmente, non esisterà più. E non ci saranno le risorse perchè in Campania e nel Mezzogiorno tutto si possano garantire servizi dignitosi – conclude Ciarambino – Da dove verranno fuori i 100-120 miliardi che servono per assicurare i Lep? E allora o i Lep non verranno mai attuati oppure ai meridionali si aumenteranno le tasse. Assisteremo ad un dissanguamento dei cittadini del Sud, per questo è d’obbligo che tutti coloro che sono giustamente contrari a questo “omicidio costituzionale” assumano una posizione netta e si mobilitino per contrastare questa vergogna».