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Napoli

Il mondo istituzionale si interroga sui roghi appiccati sul Vesuvio

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NAPOLI – “Gli incendi che stanno devastando il Parco del Vesuvio e mettendo a serio rischio i centri abitati che ne fanno parte, sono – per citare il Sindaco de Magistris – ‘una tragedia insopportabile’ e, soprattutto, un intollerabile sfregio al nostro residuo patrimonio naturalistico” .E’ quanto affermano Nicola Lamonica ed Ermete Ferraro, rispettivamente Coordinatore di V.A.S. Campania e Portavoce del Circolo Metropolitano V.A.S. di Napoli.

L’associazione di protezione ambientale – il cui compianto leader Antonio D’Acunto fu l’autore della legge regionale sui parchi e le aree protette – esprime indignazione per il premeditato e selvaggio attacco sferrato contro il patrimonio vegetale e faunistico del Parco del Vesuvio e che compromette  anche la sicurezza degli abitanti, a causa di un fronte di fuoco di due chilometri, che lambisce diversi centri abitati alle falde del vulcano.“A parte l’eccezionalità delle condizioni climatiche – dichiarano i responsabili territoriali di V.A.S. – va comunque stigmatizzato l’insieme di circostanze che sommano la gravissima responsabilità penali di chi ha criminalmente provocato oltre 100 roghi a quelle amministrative di chi continua a non prevenire tali tragici fenomeni, con una difesa del tutto insufficiente del patrimonio boschivo vesuviano. “L’associazione V.A.S., da moltissimi anni impegnata nella campagna contro gli incendi boschivi, giudica in modo negativo anche l’attuale organizzazione – verticistica ed inefficiente – della protezione civile e ribadisce la sua posizione contraria all’abolizione del Corpo Forestale dello Stato, fatto impropriamente confluire, militarizzandolo, nell’Arma dei Carabinieri.Troppe cose non hanno funzionato,  secondo VAS Campania e Napoli, e le pesantissime conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Il fenomeno degli incendi boschivi – tutt’altro che imprevedibile – provoca la desertificazione e la distruzione degli habitat e dei paesaggi, compromettendo la biodiversità ambientale, e colpisce duramente le economie locali che stavano puntando sul turismo ambientale.Ecco perché, secondo V.A.S., bisogna finalmente dare la priorità alla prevenzione, al monitoraggio regolare del territorio e a un modello di protezione civile e di tutela ecologica più decentrato, diffuso e partecipato.

“Dopo i tanti piccoli e grandi roghi nella terra dei fuochi e l’incendio devastante del Vesuvio ora comincia a bruciare anche il Monte Faito e questo, insieme ai primi rilievi degli esperti, conferma che dietro le fiamme che stanno distruggendo varie aree della Campania ci sia una mano criminale che approfitta della mancanza di uomini e risorse per creare il disastro che stiamo vivendo”.

 

A denunciarlo i Verdi, con il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, componente della Commissione Terra dei fuochi, il portavoce regionale del Sole che ride, Vincenzo Peretti, e il consigliere comunale di Napoli, Stefano Buono, residente nell’area vesuviana.

 

“Purtroppo stiamo pagando le conseguenze di scelte scellerate come l’abolizione del corpo forestale e la mancanza di uomini e mezzi per la prevenzione e lo spegnimento degli incendi” hanno aggiunto sottolineando che “è assurdo che, per avere altri canadair in soccorso a quelli già operanti, si sia dovuto aspettare che l’incendio fosse già sviluppato su un’area vastissima e che siano dovuti partire da Roma”.

 

“Nonostante quello che sta succedendo sia ormai noto, nonostante il disinteresse di molti media, però, ancora non c’è una presa di posizione forte da parte del Governo che non ha convocato un tavolo interistituzionale per coordinare gli interventi e salvare il salvabile e cominciare a programmare la riqualificazione che, stando alle prime stime, non costerà meno di 30 milioni solo per poter ripiantare gli alberi” hanno continuato aggiungendo “l’assurdità che si continui a sottovalutare quel che sta succedendo e solo oggi il solo ministro Galletti arriverà a Ottaviano per un primo incontro”.

 

“Pochi stanno evidenziando poi la strage di animali selvatici a cui si potrebbero aggiungere anche le morti dei tanti cani e gatti ospitati in strutture che ormai rischiano di essere raggiunte dalle fiamme e per le quali si sta muovendo solo la solidarietà degli animalisti e dei privati” hanno aggiunto i Verdi per i quali “in attesa di accertare se sono vere le ipotesi che i criminali che hanno incendiato il Vesuvio abbiano usato dei gatti per estendere le fiamme, bisogna intervenire immediatamente per mettere in sicurezza tutti gli animali che stanno rischiando la vita”.

 

“Un altro fronte riguarda quello dell’elenco dei terreni incendiati che devono essere dichiarati inedificabili per scoraggiare quanti appiccano il fuoco per poter poi chiedere licenze edilizie e non avere ostacoli” hanno aggiunto Borrelli e Buono precisando che “al momento sono pochi i comuni che l’hanno fatto soprattutto perché lamentano l’assenza di personale tecnico adeguato a portare avanti la catalogazione”.

“Una modifica urgente al Codice Penale per innalzare le pene detentive al massimo ed escludere tutti i benefici di pena ai bastardi che appiccano incendi dolosi e fare piena luce sugli interessi che li muovono particolarmente nell’area del Vesuvio per colpire anch’essi”.

E’ quanto afferma il Coordinatore regionale del Movimento Nazionale per la Sovranità, Salvatore Ronghi, che aggiunge: “è fondamentale agire sul piano della repressione e dell’inasprimento delle pene per colpire gli assassini dell’ambiente, della vita e della salute pubblica che, con la loro azione, provocano disastri ambientali e spesso vere e proprie stragi”.

“E’ chiaro che i piromani hanno messo in campo una precisa strategia per dare alle fiamme il Vesuvio che sottende interessi economici probabilmente legati all’abusivismo edilizio, ma non solo a quello, contro il quale, a maggior ragione, occorre fare una guerra senza quartiere”  – sottolinea Ronghi, che rivolge un forte ringraziamento “ai Vigili del Fuoco, ai Carabinieri, ai volontari della Protezione civile e a tutti coloro che sono impegnati da ieri senza sosta nel combattere quella che è una vera e propria guerra contro il fuoco, e la magistratura per l’azione investigativa che siamo certi darà presto i suoi frutti per colpire i responsabili di questo disastro”. 

Questa catena di incendi ha fatto molta impressione. C’e’ dietro qualche strategia di carattere speculativo. Gli incendi boschivi sono sempre di due nature: non c’e’ mai l’autocombustione, ma o c’e’ la distrazione colpevole di persone poco attente o imprudenti, o l’intento doloso di chi vuole distruggere la vegetazione magari per intenti speculativi. Intervenga l’esercito. Questo l’appello  dei Dirigenti Nazionali Rosario Lopa, componente del Dipartimento Nazionale Ambiente Territorio Turismo Agroalimentare, e Alfredo Catapano, componente del Dipartimento Commercio e Pmi del Movimento Nazionale per la Sovranità di Alemanno e Storace,  dopo i roghi delle ultime ore sul Vesuvio ed in altre zone della regione. Abbiamo deciso di presentare al Prefetto di Napoli, una missiva per richiedere al ministro della Difesa l’intervento dell’esercito per garantire un maggiore controllo del territorio. Non dobbiamo abbassare la guardia  quella contro gli incendi è una battaglia che richiede la collaborazione di tutti. Sappiamo benissimo che si tratta di fenomeni dolosi, provocati in modo scientifico e criminale per creare disagio e dobbiamo intervenire in tutti i modi per bloccare questi episodi al fine di tutelare il nostro territorio. Il patrimonio boschivo Vesuviano e di tutta la Campania,  già da diversi anni è interessato da incendi certamente di natura dolosa. Questa situazione   oltre a provocare un eccezionale depauperamento del patrimonio boschivo, causa ingenti danni anche al patrimonio strutturale. Gli sforzi sino a oggi compiuti non bastano a garantire la sicurezza se poi non si dispone di idonee risorse finanziarie e umane: a questo punto è opportuno l’intervento dell’esercito per un maggiore presidio del territorio. Grave l’assenza della città Metropolitana e della Regione.

“Questa escalation di roghi dolosi nell’area vesuviana sta procurando seri danni ambientali all’ecosistema del Vesuvio, un vero scempio per cui non è stato ancora fermato nessun “assassino” responsabile dei roghi dolosi. Una perdita importante che fa pensare se sono state messe in campo tutte le forze a disposizione per prevenire e contrastare questi fenomeni. L’emergenza ha seriamente messo a dura prova tutto l’apparato d’intervento messo a disposizione dalla Regione Campania, pertanto ho richiesto la convocazione della Commissione Ambiente della Regione insieme ai sindaci dei comuni vesuviani colpiti dagli incendi e il Presidente dell’Ente Parco del Vesuvio per discutere di come gestire l’emergenza in atto, come prevenire questi fenomeni, ma soprattutto come ripristinare l’ecosistema del Vesuvio seriamente danneggiato dai roghi dolosi di questi giorni”.Così il consigliere regionale e componente della Commissione Ambiente, Francesco Moxedano.

“Di fronte alla quantità e alla vastità degli incendi, davvero senza precedenti, che stanno interessando la Campania ed in particolare il Vesuvio, deve prevalere la responsabilità, il coordinamento delle azioni di contenimento e di contrasto delle aree di fuoco, la collaborazione tra tutti i livelli istituzionali coinvolti in Campania e a Roma ed il sostegno a tutte le forze impegnate in queste difficilissime giornate. Ora è il tempo di fronteggiare l’emergenza. Verrà poi necessariamente il tempo della ricerca e della condanna delle responsabilità”.

 

E’ quanto afferma il consigliere regionale del Pd e Questore alle finanze del Consiglio regionale, Antonio Marciano.

 

 “Agli sciacalli e ai delinquenti che mai come in queste prime settimane d’estate sembrano muoversi dietro un’ attenta regia criminale proviamo a non aggiungere, in queste ore, lo sciacallaggio di certa politica incapace di capire che ora serve lavorare tutti per salvare il Vesuvio simbolo della nostra terra nel mondo e mettere in sicurezza paesaggio e la vita di tanti nostri concittadini.”

 

 

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