NAPOLI – Nel proliferare di sigle, movimenti e partiti meridionalisti degli ultimi tempi, è certamente da segnalare l’attività della CMI, acronimo che sta per “Confederazione dei Movimenti Identitari”.
Si tratta di un soggetto dalla precisa progettualità strategica e politica, nato da circa due anni per una missione di servizio mirata alla risoluzione definitiva della questione-causa meridionale, ponendo la comunicazione e la ricerca di punti comuni su cui far convergere battaglie ed appuntamenti elettorali.
Tutto nasce in maniera del tutto spontanea dall’incontro organizzato dal 2018 ogni anno a Melfi dalla pubblicazione “QM – Questione Meridionale”, figlia della storica testata meridionalista Il Brigante, fondata e diretta da Gino Giammarino, giornalista ed editore nonché Presidente Onorario della CMI, al quale chiediamo di spiegarci cosa succede a Melfi…

È grandissima l’importanza di Melfi e di tutta la Lucania nel percorso storico del Sud, da Federico Stupor Mundi alle Costituzioni, da Carmine Crocco e relativo brigantaggio politico all’opera di Giustino Fortunato. Ecco perché, all’avvicinarsi del traguardo dei 20 anni di attività della testata multimediale e meridionalista Il Brigante, per aprire simbolicamente il primo pacco di QM – Questione Meridionale, Melfi ci apparve il luogo più indicato per questa sua valenza fortissimamente identitaria.
Varammo così la fortunata manifestazione articolata in 2 giornate organizzate dalla nostra redazione, grazie all’impegno del prof. Gennaro Conte e di due straordinari amici lucani, lo lo storico Franco Cacciatore e l’impagabile Vincenzo Innocenti che ha generosamente costruito ponti per e con noi per la riuscita del tutto.
Una kermesse che, mettendo al centro della discussione i silenzi nell’informazione e nella storia meridionale, lavorasse alla ricerca di una “risultante” tra le varie idee e proposte…

Nasce da qui, dunque, la Charta di Melfi…
Certamente! si tratta di una sorta di codice etico, quasi cavalleresco, teso a regolamentare i rapporti tra i movimenti meridionalisti nel solco del rispetto reciproco, a differenza di quanto avviene nel mondo politico cosìddetto “italiano”.
Un lavoro lungo e faticoso, passato per incontri e manifestazioni comuni, confronti interminabili, qualche separazione in corso d’opera, ma alla fine sfociato nella CMI e successivamente nel terzo polo.

Andiamo con ordine: la CMI…
Beh, oltre al cammino cui accennavamo prima, siamo stati artefici del Referendum per la realizzazione di una Macroregione meridionale: il primo atto politico “vero”, messo in campo da forze meridionaliste e autonomiste. Grazie alla nostra raccolta di firme, entro sei mesi dall’insedfiamento della nuova giunta regionale gli abitanti della Campania potranno pronunciarsi a favore, ma anche no, di questo nuovo assetto istituzionale…e ne siamo particolarmente fieri!

Elezioni Regionali in Campania, dunque Terzo polo…
Il Terzo Polo è nato proprio dall’idea di CMI di mettere insieme movimenti e partiti diversi su obiettivi comuni. Ne è scaturito il grande lavoro di Sergio Angrisano, instancabile meridionalista attivo e candidato presidente che ha messo insieme una squadra di grande valore, tanto diversificata nelle provenienze quanto omogenea negli obiettivi. E che potrebbe creare più fastidi del previsto alle corazzate della partitocrazia agli ordini delle segreterie romane.

E in futuro?
La progettualità della CMI è molto precisa: lavorare ad un Paese che non sia più diviso in vecchie ideologie, ma in due Macroregioni che dialoghino direttamente con l’Europa senza l’intermediazione passiva del padre naturale della burocrazie italica: lo Stato Centralista.
Ma l’Europa alla quale guardiamo non è certo quella attuale fatta di numeri e conti correnti: va prprio in questa direzione, oltre alla manifestazione per i fratelli catalani già messa in campo a suo tempo, la nostra presenza a Udine per il varo di Autonomia&Ambiente, il nuovo soggetto che dalla penisola collabora con l’EFA, il partito delle identità europee, già presente nel Parlamento di Bruxelles…

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