NAPOLI – Il primo concerto del nuovo anno del Teatro di San Carlo è “Andante Appassionato”, in calendario al Teatro Politeama domenica 8 gennaio alle ore 18 per la rassegna di Musica da Camera.

I “Reali Filarmonici”, ensemble di 20 elementi composto da professori d’orchestra del Teatro di San Carlo, con l’aggiunta del soprano Chiara Polese, saranno diretti da Gennaro Cappabianca in un programma che include musiche di Camille Saint-Saëns, Gabriel Fauré, Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov, Sergej Rachmaninov e Ottorino Respighi.

Ad aprire il concerto brani di due compositori francesi: di Camille Saint-Saens la “Danse Bacchanale” da Samson et Dalila e la “Danza Macabra” in Sol min. op.40 in tempo “Modèrè de valse” e di Gabriel Fauré Après un rève op. 70 n° 1, “Pie Jesu” dal Requiem op. 48 e la Pavane in Fa diesis minore Op. 50. Non manca un’incursione nel repertorio russo con Allegro di Nikolaj Rimsky-Korsakov e Vocalise op. 34 n°14 in Do diesis minore di Sergej Vasil’evic Rachmaninov. In chiusura saranno eseguite le Antiche Arie e Danze per Liuto dell’italiano Ottorino Respighi.

GUIDA ALL’ASCOLTO

A cura di Dinko Fabris
È un vero invito alla danza questo programma di musica da camera che inaugura le attività musicali del Teatro di San Carlo nei primi giorni del nuovo anno 2023. Vi sono brani allegri, scatenati e spumeggianti nel più autentico spirito della festa, alternati a brani meditativi, intimistici e ancora danze di un passato lontano ed esotico. Una caratteristica unitaria è la cronologia degli autori, originari di diversi paesi europei, ma tutti vissuti tra la seconda metà dell’Ottocento e il primo Novecento.
Samson et Dalila (1877) è l’unica delle tredici opere di Camille Saint-Saëns che sia rimasta stabilmente nel repertorio internazionale: questo capolavoro è stato rappresentato pochi mesi fa in uno storico allestimento nella stagione appena conclusa del Teatro di San Carlo. Al suo interno si trovano due balletti, il primo delle sacerdotesse di Dagon nell’Atto I e in chiusura il celebre Bacchanale, che anima il momento cruciale dell’Atto III, con i filistei che celebrano la loro vittoria e Samson che si appresta a far crollare il tempio. Si tratta di un momento di grande colore esotico, che il compositore aveva sapientemente ricavato partendo da melodie e rimi tradizionali dell’Africa del Nord, che aveva scoperto durante i suoi viaggi in Oriente. La sensualità orgiastica del balletto colpì la fantasia dei contemporanei francesi, nel momento in cui era di moda l’esotismo coloniale. Solo due anni prima, invece, una composizione altrettanto esotica ed ammiccante, la Danza macabra, alla sua prima esecuzione era stata accolta con fischi che però si trasformarono nelle riprese successive in una accoglienza trionfale, che dura fino ai giorni nostri. Composta inizialmente per canto e pianoforte su un testo onomatopeico, ha conservato un carattere buffo e ancor più scanzonato nella versione definitiva come poema sinfonico, nonostante l’andamento sia indicato come “modéré de Valse”. Interpretando magistralmente la lezione del suo ispiratore Liszt, Saint-Saëns costruisce la sua storia “macabra” che ci sembra di poter vedere attraverso la sua partitura: allo scoccare della mezzanotte, dopo dodici rintocchi sulla nota Re, il primo tema è suonato da un violino cui si sovrappone un secondo motivo, cromatico, di valzer lento, che conduce ad una sarcastica parodia del tema del Dies Irae, con gli strumenti che evocano il rumore di ossa degli scheletri che ballano, fino all’apparire del nuovo giorno. Negli stessi anni delle danze citate di Saint-Saëns fu stampata la più celebre mélodie per voce e pianoforte di Gabriel Fauré, “Après un rève” (Dopo un sogno) primo brano dell’opera 7 pubblicata nel 1878. I suoi ammirati cicli di romanze (in francese “mélodies”) erano dedicati di volta in volta alle dame più in vista della società parigina del tempo. In andamento “andantino” in do minore, il brano su un testo di Bussine racconta di un tenero sogno d’amore, miraggio di felicità, interrotto troppo bruscamente dal “triste risveglio”. Dieci anni più tardi, nel 1888, Fauré fece eseguire per la prima volta uno dei suoi capolavori, il Requiem alla memoria di suo padre (dopo che anche sua mamma era scomparsa), in cui la parola latina che esprime “l’eterno riposo” è il cardine di tutta la costruzione, ricorrendo con enfasi in tutta la composizione. Il Pie Jesu è un delicato momento inserito al posto del Benedictus in questa messa atipica, e in questo caso la parola appare rinforzata come “Requiem sempiternam”, che sfrutta sapientemente la grande risorsa musicale del silenzio e dell’assenza di agglomerati sonori per creare pura poesia. E alla stessa sensibilità cantabile si riferisce anche la Pavana per orchestra op.50, composta nel 1887 proprio mentre Fauré scriveva il Requiem, che fu presto eseguita in tutto il mondo ma oggi ricordata soprattutto per aver creato un modello per la più celebre Pavane del suo allievo di composizione, Maurice Ravel, composta nel 1899.
Sul versante russo, sempre negli stessi anni, troviamo una bizzarra composizione collettiva, realizzata nel 1886 a San Pietroburgo da quattro grandi compositori russi per un mecenate che ospitava ogni settimana concerti nella sua casa e che ne stampò la musica: un Quartetto per archi sul tema Sib-La-Fa (pronunciando le note col sistema antico come Be-la-ef, veniva fuori il nome del dedicatario ed editore, Beljiaev), in cui il primo tempo era appunto un Allegro di Nikolaj Rimskij-Korsakov (gli altri tre tempi furono composti da Ljadov, Borodin e Glazunov). Un gioco musicale che ebbe però molta fortuna, soprattutto per l’Allegro iniziale di Rimskij-Korsakov, composto dall’autore a poco più di quarant’anni, che ha avuto una larga diffusione internazionale in varie versioni. Ed aveva giusto quarant’anni anche Sergej Rachmaninov quando, nel 1912, fu pubblicata la sua raccolta di 14 canzoni per voce e pianoforte op. 34. L’ultimo brano della raccolta, Vocalise, come dice il titolo non ha un testo ma è basato su una melodia che il soprano deve intonare su una vocale a propria scelta. Fu dedicata alla cantante Antonina Neždanova, nata in Ucraina vicino Odessa e divenuta una delle dive d’opera del suo tempo. La fortuna del brano di Rachmaninov è dimostrata dalla lunga serie di versioni orchestrate per formazioni più diverse di questo brano.
Il brano che conclude il concerto di questa sera è il più recente, composto da Ottorino Respighi, uno dei maestri italiani che fanno parte della cosiddetta “generazione dell’Ottanta”, essendo nato nel 1879. Tra il 1917 e il 1931, il compositore celebre per i suoi poemi sinfonici dedicati a Roma, presentò tre diverse suite di musiche strumentali ispirate alle antiche danze rinascimentali che circolavano per tutta Europa nelle trascrizioni per il liuto, strumento principe del tempo. Affascinato dalle ricerche di un suo parente, Oscar Chilesotti, pioniere delle trascrizioni dalle antiche notazioni per liuto, Respighi seppe ricreare una musica fresca e coinvolgente accostando i diversi strumenti dell’orchestra moderna, dando vita a tre piccoli capolavori di orchestrazione dal gusto raffinatissimo, sotto il nome di “Antiche arie e danze per liuto”.

Musica da Camera
Domenica 8 gennaio 2023, ore 18:00
Teatro Politeama
ANDANTE APPASSIONATO

con I Reali Filarmonici
Direttore | Gennaro Cappabianca
Violini ♮♮ | Simona Cappabianca, Pasquale Murino, Giovanna Maggio, Egida Zeneli, Roberto Roggia, Flavia Salerno, Matilde Di Taranto, Vincenzo Grimaldi, Manuel Arlia
Viole ♮♮ | Luca Improta, Irene Gizzi, Roberta Zangirolami, Paolo Traversi
Violoncelli ♮♮ | Silvano Fusco, Aurelio Bertucci, Leone Calza
Contrabbassi ♮♮ | Gianni Stocco, Alessandro Mariani
Pianoforte e Organo | Roberto Moreschi
Timpani | Franco Cardaropoli
Soprano | Chiara Polese #

♮♮ Professori d’Orchestra del Teatro di San Carlo
# allievo Accademia Teatro di San Carlo

Programma
Camille Saint-Saëns, “Danse Bacchanale” da Samson et Dalila
Gabriel Fauré, “Après un rêve” op. 70 n° 1
Gabriel Fauré, “Pie Jesu” dal Requiem op. 48
Camille Saint-Saëns, “Danza Macabra” in Sol min. op. 40 , tempo “Modéré de valse”
Nikolaj Andreevič Rimsky-Korsakov, Allegro (dall’originale per Quartetto d’archi)
Sergej Vasil’evič Rachmaninov, Vocalise da 14 Canzoni per voce e pianoforte op. 34 n° 14 in Do diesis min (arrangiamento per soprano e orchestra dell’autore)
Gabriel Fauré, Pavane in Fa diesis min. op. 50 (versione per orchestra da camera)
Ottorino Respighi Antiche Arie e Danze per Liuto

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