AVELLINO – Quattro condanne a dieci anni di reclusione e ventidue assoluzioni.

E’ questo il verdetto di primo grado pronunciato dopo cinque ore di Camera di consiglio dai giudici del Tribunale di Avellino sull’Isochimica, la fabbrica del capoluogo irpino nella quale per quasi dieci anni, a partire dalle fine degli anni Settanta, venivano bonificate dall’amianto le carrozze ferroviarie su commesse delle Ferrovie dello Stato.

Il collegio giudicante (presidente Sonia Matarazzo, giudici a latere Pier Paolo Calabrese e Gennaro Lezzi) ha condannato a dieci anni di reclusione il responsabile della sicurezza di Isochimica, Vincenzo Izzo, e il suo vice, Pasquale De Luca; Aldo Serio e Giovanni Notarangelo, funzionari di Ferrovie dello Stato.

Disposta anche una provvisionale di 50mila euro per ognuna delle famiglie dei 33 ex operai deceduti per patologie correlate alla prolungata esposizione all’amianto.

La pena corrisponde alla richiesta fatta dalla pubblica accusa rappresentata dal sostituto procuratore di Avellino, Roberto Patscot, per i reati di disastro doloso, omicidio colposo, lesioni personali e rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro.

“Questa sentenza di primo grado non ridarà a queste famiglie i loro cari ma almeno gli ha ridato la dignità di vittime a causa un sistema sbagliato per il quale la vita di operaio valeva poco o nulla. In nome del profitto c’è chi da troppo tempo e in modo impunito avvelena gli uomini e la terra” dichiara il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli.

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments