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NAPOLI – Gli immobili abusivi, una volta entrati nel patrimonio dei comuni, devono essere demoliti e solo in via eccezionale, attraverso una valutazione caso per caso, possono essere conservati.

Alla luce di questo principio, contenuto nel Testo unico sull’edilizia, la Corte costituzionale, con una sentenza depositata ieri, ha dichiarato incostituzionali le disposizioni della legge della Regione Campania dello scorso anno sulla conservazione degli immobili abusivi acquisiti al patrimonio dei comuni: le norme impugnate consentivano ai comuni di non demolire tali immobili, locandoli o alienandoli anche ai responsabili degli abusi, senza attenersi così al principio fondamentale del Testo unico sull’edilizia.

La legge approvata l’anno scorso dal consiglio regionale, fortemente voluta dal governatore Vincenzo De Luca, fu varata tra grandi polemiche e impugnata dal governo Gentiloni davanti ai giudici costituzionali.

Secondo la Corte dunque il legislatore statale, “in considerazione della gravità del pregiudizio recato all’interesse pubblico” dagli abusi urbanistico-edilizi, ne ha imposto la rimozione – con il conseguente ripristino dell’ordinato assetto del territorio – “in modo uniforme in tutte le Regioni”.

Il m5s ha dichiarato che la sentenza della Consulta conferma le perplessità su un testo sul quale avevano messo in guardia maggioranza e giunta regionale. Per il WWF è una vittoria della legalità e del buon senso.

La Regione intanto sottoporrà all’attenzione della Conferenza Stato-Regioni, del Governo e dei gruppi parlamentari, l’adozione di ogni misura all’interno del quadro normativo nazionale, visti gli importanti profili di giustizia sostanziale coinvolti.

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