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Napoli

L’amore raccontato ne L’Ultima Notte di Vincenzo Giarritiello

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Napoli- di (Vania Fereshetian)

Apparso per la prima volta nel 1997 come racconto centrale da cui prendeva il titolo l’omonima raccolta di racconti, L’Ultima Notte, opera dello scrittore Vincenzo Giarritiello, riappare in libreria in forma di romanzo breve con il marchio delle Edizioni Helicon.
Sviluppandosi in un condensato di circa ottanta pagine, la storia d’amore tra il giovane Kayfa e la matura Miryam, amica della madre di lui, è una sorta di manuale sull’amore che ricorda il Simposio di Platone.
Malgrado i protagonisti siano Kayfa e Miryam, non meno importante è la figura di Omar il pescatore egiziano cui il giovane si rivolge in più di un’occasione affinché attraverso la propria esperienza lo aiuti a districarsi nei meandri delle emozioni e contraddizioni da cui si trova improvvisamente travolto quando inizia l’avventura con Miryam.
Ambientato su un’isola, il romanzo è pregno di poesia e sensualità dall’inizio alla fine. L’erotismo che traspare in maniera esplicita in alcune pagine non è mai volgare. Nella narrazione degli intensi amplessi tra i due amanti l’autore riesce sempre a dare voce alla poesia a riprova che laddove vi è vero amore vi può essere solo una sincera e travolgente passione, collante indispensabile perché un rapporto di coppia non finisca mai.
La frase L’AMORE HA IL POTERE DI FISSARE IL PASSATO IN ETERNO PRESENTE, in cui ci imbattiamo all’inizio, è ricca di verità: quando due persone si amano per davvero, entrambi agli occhi dell’altro non invecchiano mai. Questo perché mentre un rapporto che si fonda sul desiderio tende a scemare allorché la voglia di possesso è stata appagata, un rapporto che invece si nutre di passione sincera non finirà mai essendo la passione del desiderio dell’altro inteso non come oggetto di piacere fisico ma di piacere mentale e quindi di felicità dell’anima in quanto la sua presenza al nostro fianco ci fa stare bene facendoci sentire giovani seppure avessimo cent’anni.
Grazie a una scrittura fluida e icastica cui si associa uno stile narrativo semplice e chiaro, seppure in alcuni momenti si affrontino argomenti di filosofia esistenziale, il romanzo si legge con una tale naturalità quasi bevessimo un bicchiere d’acqua, lasciandoci l’amaro in bocca quando giungiamo alla fine perché vorremmo che la storia d’amore tra Kayfa e Miryam non finisse mai.
Leggere L’Ultima Notte ci aiuta a sognare e, mai come di questi tempi, ne abbiamo proprio bisogno.
Buona lettura!

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