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NAPOLI- Un boato poi alle ore 15,15, una forte scossa di terremoto.

Torna a tremare la terra a Napoli e nella zona dei campi Flegrei.

Il sisma è stato nitidamente avvertito nella zona della Solfatara soprattutto in via Pisciarelli ma anche in altri quartieri della città e nei comuni limitrofi al vulcano.

Nella zona del lungomare di Pozzuoli numerose le persone che hanno lasciato casa per correre all’aperto.

Stando alle prime notizie in alcune zone della città di Pozzuoli, come raccontano i cittadini sulla pagina Facebook “Quelli della zona rossa del vulcano campi Flegrei”, sarebbe mancata anche per qualche minuto la corrente.

La zona dal 13 marzo è interessata da un nuovo sciame sismico che ha fatto registrare decine di eventi a bassa potenza e a una profondità superficiale.

Stando alle prime stime si dovrebbe trattare di una scossa di magnitudo 3.5, ad una profondità di appena 2.7km con epicentro a Pozzuoli.

Oltre a quello con magnitudo 3.5 delle ore 15:14, sono stati localizzati altri due eventi con magnitudo superiore a 1.0 ricadenti sempre nell’area Solfatara-Pisciarelli: uno di 1.4 delle ore 15:31, l’altro di 1.1 delle ore 15:39.

L’amministrazione comunale, insieme alla Protezione Civile del comune di Pozzuoli, continuerà a seguire da vicino l’evolversi dello sciame sismico e fornirà successivi aggiornamenti fino a conclusione del fenomeno in atto.

La Polizia municipale è al momento impegnata nelle verifiche sul territorio e, in particolare, all’esterno delle scuole. Non risultano al momento segnalazioni di danni. Gli eventi dello sciame potrebbero essere accompagnati da boati avvertiti dagli abitanti delle aree prossime agli epicentri.

L’Amministrazione Comunale insieme alla Protezione Civile del Comune di Pozzuoli segue da vicino l’evolversi della sequenza sismica in atto e fornirà successivi aggiornamenti fino a conclusione del fenomeno.

Maggiori informazioni sull’evoluzione del bradisismo di sollevamento che sta interessando da diversi decenni il territorio comunale, possono essere trovate sul sito dell’Osservatorio Vesuviano – INGV (http://www.ov.ingv.it/ov/).

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