DIA

NAPOLI (di Anna Calì)- Non solo altarini e murales.

E’ sempre più frequente l’uso dei social network per condividere messaggi testuali e frammenti audiovisivi espliciti di ispirazione camorristici.

A sottolinearlo, nella relazione per il primo semestre 2021, è la Direzione Investigativa Antimafia che rileva come sia forte il rischio che l’identità mafiosa possa prendere il sopravvento anche attraverso la credibilità e l’autorevolezza del profilo social.

Gli equilibri criminali costituiscono sempre espressione di un più ampio progetto riconducibile a due sole organizzazioni criminali: l’Alleanza di Secondigliano e il Clan Mazzarella. Inoltre, all’interno della relazione sono state riportate anche le mappe investigativo-giudiziario.

La DIA spiega che: “Le mappe restituiscono l’immagine della camorra organizzata in un vero e proprio sistema,basato su stratificati e complessi livelli decisionali, su una struttura criminale consolidata sul territorio e dotata di un direttorio per la gestione e il coordinamento dei gruppi subordinati”.

Queste due alleanze dettano le linee guida alle associazioni aderenti le quali, pur essendo dotate della piena autonomia nella gestione degli affari interni, non possono sottrarsi all’influenza dei due cartelli egemoni.

Nella confederazione dell’Alleanza di Secondigliano, il clan Conticini, Licciardi e Mallardo costituiscono importanti realtà imprenditoriali, avendo anche un controllo totale sulle catene di ristorazione e attività commerciali, su quasi tutto il territorio, nonostante, abbiano subìto un duro colpo con l’arresto della reggente del sodalizio, Maria Licciardi avvenuto a Roma nell’agosto del 2021.

Dall’altro lato, invece, il Clan Mazzarella con una politica di espansione attraverso una rete di alleanze, anche nelle provincia napoletana, contaminerebbero quelle parti di territorio rimaste orfane degli storici Clan collassati a causa dei numerosi arresti.

I clan camorristici evidenziano una straordinaria flessibilità e capacità rigenerativa, inoltre, la spiccata attitudine al controllo di mercati illegali e all’espansione di una capillare rete di imprese che, altera le imprese dei beni e dei servizi.

A tal proposito, lo Stato è sempre presente e sempre pronto a combattere la criminalità, come in questo momento è vicino a Don Maurizio Patriciello. Questa mattina, infatti, il Procuratore generale di Napoli, Luigi Riello si è presentato alla chiesa di San Apostolo, chiesa del Parco Verde di Caivano per dimostrare tutta la sua vicinanza al parroco.

Ricordiamo, infatti, che Don Patriciello nelle ultime due settimane è stato vittima degli atti camorristici; il primo: con l’esplosione dinanzi al cancello della chiesa e, la seconda, di sabato 2 aprile con la presenza di uno striscione che recitava: “bla bla bla. Pe mo”.

Attualmente il parroco si trova sotto scorta. Il procuratore nella visita di oggi ha dichiarato che: “Non dobbiamo lasciare solo Don Maurizio. La comunità è con lui. Noi rappresentati dello Stato e voi comunità, dobbiamo dimostrare di stare al suo fianco. Quelli che sono con lui devono farsi vedere.

Più siamo e meglio è. Sono qui per dire che chi tocca Don Maurizio, tocca anche me”. Inoltre, nel corso dell’incontro, sono stati affrontati diversi temi, come quello: ambientale.

Tema molto sentito da Don Maurizio e che sta cercando di combattere in questi anni. Il Procuratore Riello a tal proposito ha detto: “Il problema dell’ambiente è terribile. Abbiamo fatto molto ma tutto quello che si fa è sempre insufficiente. Qui è veramente emergenza ambientale. Non si può più tollerare che ci siano tanti bambini malati di tumore, questo è contronatura”.

Infine, non sono mancati i commenti in merito al Pnrr definendoli: “appetiti della camorra”. Tanti sono i Comuni della provincia a nord di Napoli sciolti più volte per infiltrazione camorristica. Lo Stato ha puntato i riflettori sull’intera zona.

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