SAN GENNARO vESUVIANO – Nuove nubi si addensano sul Convento dei Frati Francescani a San Gennaro Vesuviano. A fronte di una nuova destinazione sociale pensata per l’antica realtà religiosa fondata nel 1613 dal marchese Scipione Pignatelli per i frati minori, si teme che non proprio tutto possa andare per il verso giusto.

Ed è tutta la comunità sangennarese a mostrarsi preoccupata per il destino del loro Convento al punto da formulare una petizione con una una raccolta firma comunicata a Padre Giuseppe Sorrentino dei frati minori di Marigliano da cui è retta la Chiesa; al Mons. Francesco Marino, Vescovo di Nola e a Padre Carlo Amodio, Ministro Provinciale dei Frati Minori di Napoli e Caserta.

“Sembrava che tutto andasse per la giusta strada – si legge nella petizione – da quando il Padre Antonio Siciliano, nominato Rettore della Chiesa di San Gennaro dei Frati Minori, aveva intrapreso la missione che gli era stata affidata dai superiori: mantenere viva la fiammella francescana in un paese che affonda le sue profonde radici nella Storia Francescana.

E bisogna riconoscere alla Fraternità di Marigliano, il merito di aver alimentato con la sua bontà e disponibilità la fiamma d’amore che lega al Convento il popolo vesuviano, grazie all’incremento delle presenze e all’apertura della struttura ai giovani e ai volontari, agli incontri religiosi e laici, a convegni, a concerti, a mostre e premi d’arte, dimostrando a tutti la vitalità di una istituzione, dopo quattrocento anni di storia. A San Gennaro c’è solo questo!

Oggi pare che si voglia destinare la struttura ad una nuova funzione sociale; ben venga ma il tutto si realizzi nel solco della storia e della tradizione. Il paese, sorto intorno al Convento Francescano, ha conservato la memoria e la riconoscenza verso il Fondatore e verso i Frati. Al primo fu dedicato il complesso sportivo di Cappella Leone, ai Frati l’affetto per tenere unito un popolo intorno ai grandi valori francescani.

Sin dai primi anni di presenza sul posto, i frati organizzarono nello spiazzo antistante il Convento una Fiera annuale che divenne da subito fiorente luogo di commercio di prodotti agricoli, manufatti artigianali, bestiame e quant’altro necessario alla vita di quei tempi.

Ancora oggi è una delle più blasonate fiere storiche della Regione Campania. Non vennero mai meno, i Frati Minori, nel momento del bisogno tra eruzioni, epidemie e carestie. Furono i Frati tra i promotori che sostennero il processo di autonomia e di lotta per la libertà e per la Costituzione.

In nome di questa storia sono state accettate tutte le trasformazioni che nel tempo si sono succedute, ma anche in nome di Padre Germano, da oltre quarant’anni missionario a Formosa, di un giovane entrato nella Comunità francescana per divenire frate e di una giovane che a giorni entrerà tra le Clarisse di Napoli, segni tangibili del legame tra comunità locale e francescanesimo. In questi ultimi giorni autorità superiori si stanno avvicendando a visitare il Convento, per deciderne il futuro.

Ben venga un utilizzo consono della struttura, ma con la presenza anche dei Frati come parte integrante del progetto. L’esclusione dei Frati dalla futura destinazione della struttura appare inaccettabile. Il debito storico e soprattutto il legame affettivo ai Frati è fortissimo: non ci si può aspettare che la popolazione resti con le mani in mano, di fronte al tentativo di sfratto a coloro che rappresentano il più forte elemento di aggregazione della comunità Sangennarese, per il legame con la storia e per il mantenimento dei valori francescani indispensabili alla convivenza civile. Infatti c’è aria di mobilitazione alimentata dal malcontento.

A ribadire la necessità di preservare il legame tra la comunità di San Gennaro Vesuviano ed il suo Convento è intervenuto anche il Professore Aniello Giugliano, componente dell’Associazione “Amici del Convento”.

“ Apprezzo- ha detto il noto cultore di storia del territorio- l’idea di dar luogo ad un nuovo corso nella vita della struttura conventuale, con la partecipazione della Diocesi, del Decanato, della Parrocchia, ma non credo sia opportuno sfrattare i Frati e le altre istituzioni francescane che vi hanno operato per lungo tempo, anche perché, se si vuol realizzare qualcosa di veramente importante, ci sarà bisogno dell’apporto di molti, e del carisma di tutti, senza mettere alla porta chi finora ha operato, magari assicurandogli un ruolo per il futuro”. “Mons. Francesco Marino- ha continuato il professore Giugliano- con la sua sapienza e la sua prudenza, saprà creare i giusti equilibri, inglobando nel suo disegno progettuale tutti coloro che potranno e vorranno offrire il proprio contributo e noi tutti confidiamo nel suo operato.”

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