ERCOLANO – Ercolano ricorda oggi come tutta Italia il trentesimo anniversario della strage del “Moby Prince” avvenuta nelle acque antistanti il porto di Livorno il 10 aprile 1991.

Quel giorno a perdere la vita furono 140 persone, sette delle quali erano cittadini ercolanesi.

Il sindaco di Ercolano Ciro Bonaiuto su Facebook ha lasciato il suo messaggio: “La nostra città, nel corso di questi anni, non ha mai fatto mancare il proprio supporto e sostegno alle iniziative in ricordo della strage, partecipando annualmente alla cerimonia che si tiene a Livorno e non ultimo decidendo di intitolare una strada della città alla memoria delle vittime del “Moby Prince”.

Quest’anno, le restrizioni imposte dalla pandemia da covid 19, non ci permettono di poter commemorare adeguatamente l’anniversario, per tanto abbiamo deciso di omaggiare le vittime con un momento di preghiera che si terrà alle ore 18.30 di sabato 10 aprile, presso la Basilica di Pugliano.

I momenti di dolore e le tragedie creano legami importanti, catene indissolubili.

Nel nostro caso il tempo ha rinnovato soltanto il dolore e la rabbia per una tragedia che ancora cerca una verità negata.

Questa catena che c’è tra di noi continuerà a stringerci con forza, con amore ed affetto nel ricordo di vicende che hanno strappato alla nostra terra donne e uomini e nel desiderio di cercare la verità”.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

«Ricorrono trent’anni dall’immane tragedia che coinvolse il traghetto Moby Prince. Centoquaranta persone, passeggeri ed equipaggio, persero la vita in seguito alla collisione con una petroliera e all’incendio che ne scaturì. Il primo pensiero è rivolto alle vittime, alle tante vite improvvisamente spezzate di adulti e di giovani, e al dolore straziante dei loro familiari, che si protrae nel tempo e ai quali rinnovo la vicinanza e la solidarietà della Repubblica.

È stato il disastro più grave nella storia della nostra navigazione civile. Il popolo italiano non può dimenticare. Come non dimentica la città di Livorno, che vide divampare il rogo a poche miglia dal porto e assistette sgomenta alla convulsa organizzazione dei soccorsi e al loro drammatico ritardo.

Sulle responsabilità dell’incidente e sulle circostanze che l’hanno determinato è inderogabile ogni impegno diretto a far intera luce. L’impegno che negli anni ha distinto le associazioni dei familiari rappresenta un valore civico e concorre a perseguire un bene comune.

Il disastro del traghetto Moby Prince è monito permanente per le autorità pubbliche e gli operatori, chiamati a vigilare sulla navigazione e a garantirne la sicurezza. Rispettare gli standard stabiliti, sforzarsi di elevarli, assicurarne una corretta applicazione sono responsabilità indeclinabili, che sole possono consentire l’esercizio di un pieno diritto da parte dei cittadini e portare così beneficio all’intera società».

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