SANREMO – «Anche quest’anno a Sanremo va in scena il Festival nazionale della blasfemia anticristiana, nonostante 360 milioni di cristiani perseguitati e discriminati nel mondo proprio a causa di quel battesimo che Achille Lauro ha vilipeso per puro sensazionalismo, e che la direzione artistica di Amadeus ha benedetto per lucrare sul sicuro effetto virale. Cosa sarebbe successo se si fosse ridicolizzato un gay pride, un rito ebraico o islamico? Giustamente il finimondo! I cristiani invece sono l’unica minoranza discriminata contro cui tutto è lecito. Ma adesso basta! Con lo scorporo del canone Rai dalla bolletta elettrica valuteremo se invitare con una campagna nazionale milioni di italiani che non ne possono più di questo scempio a non versare una tassa che viene usata contro di loro!», questo il commento di Antonio Brandi, Presidente di Pro Vita & Famiglia.

«Per sensibilizzare l’opinione pubblica inoltre – aggiunge Jacopo Coghe, vicepresidente della Onlus – nei prossimi giorni Pro Vita & Famiglia manderà camion-vela intorno al Teatro Ariston di Sanremo con messaggi contro il continuo abuso del canone Rai per trasmettere dissacranti blasfemie anticristiane e messaggi ideologici di stampo LGBT. Chiediamo all’amministrazione aziendale e alla Commissione parlamentare di vigilanza Rai di mettere un freno a questa deriva oscena e violenta contro i cristiani italiani, i quali si troveranno altrimenti costretti alla disobbedienza civile evadendo un canone che viene usato contro la loro più intima identità religiosa».

Nella polemica su Sanremo, come movimento di ispirazione cristiana e promotore dei valori non negoziabili, ci sentiamo toccati e offesi da quanto andato in onda su Rai 1 nella prima serata della 72º edizione del Festival di Sanremo. Riteniamo irrispettosa ed inaccettabile l’esibizione che denigra senza mezzi termini i valori inviolabili della fede portata sul palco dell’Ariston dall’artista Achille Lauro. Strumentalizzare la musica per sfottere la sensibilità di oltre 10 milioni di cristiani non è assolutamente tollerabile e ci opponiamo senza mezzi termini. Sollecitiamo quindi a tal proposito, la dirigenza della RAI e l’entourage organizzativo, ad una riflessione seria circa la brutta piega che ormai da tempo si manifesta in questo evento canoro.
Sanremo torni a fare Sanremo che tra pugni alzati, amori gay e battesimi blasfemi, non consegna al pubblico quello che merita, la sana musica d’autore.

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