Un anno nuovo che parte su due binari per Massimo Masiello (nella foto con Conte e Scarano). Con il 2023, infatti, per l’apprezzato attore e cantante, è giunto il tempo di iniziare uno straordinario viaggio artistico ideato e prodotto da Francesco Scarano. Un susseguirsi di emozionanti tappe attraverso un doppio percorso discografico e teatrale. Con il titolo “Palcoscenico” l’artista sarà il protagonista di un album musicale contenente alcune cover “evergreen” italiane e di uno spettacolo musicale scritto e diretto da Gianni Conte.

Un lavoro che con la direzione musicale e gli arrangiamenti di Lino Pariota e le coreografie di Roberto D’Urso, nella stagione in corso, sarà ospitato in alcuni dei più significativi teatri campani e napoletani passando dal 1° febbraio per il Teatro Lendi di Sant’Arpino.

Confermandosi un attore e cantante dalle eccezionali qualità, Massimo Masiello definito dalla critica “cantattore” non ha certo bisogno di presentazioni. Da più di trent’anni, infatti, è un punto di riferimento nel panorama teatrale e canoro grazie a una prestigiosa carriera.

«Lo abbiamo apprezzato tanto nei suoi ultimi lavori – ha detto l’ideatore del progetto e produttore Francesco Scarano – e quando ha preso corpo l’idea di realizzare prima un disco e poi uno spettacolo di teatro-canzone, ho subito pensato che Massimo fosse la persona giusta, artisticamente e prima ancora umanamente. Una persona, con la quale dare vita a questo viaggio, capace di abbracciare la memoria collettiva e accarezzare i ricordi più intimi custoditi nel cuore del pubblico”. “Ho pensato alla musica- ha continuato la mente del progetto  Scarano – come forma d’evasione e di aggregazione sociale, motore culturale e nostra compagna nelle stagioni della vita. Come sarebbe stata e sarebbe la nostra esistenza senza gli effetti benefici della musica? Difficile rispondere. La nostra narrazione tornerà indietro nel tempo e sorvolerà quattro decenni di note e parole. Massimo canterà quei brani che hanno fatto da colonna sonora alle vicende politiche, economiche, sociali, tra alti e bassi, del nostro Paese dagli anni ’60 agli anni ’90 e che sono diventati i pilastri della cultura musicale italiana. Ci auguriamo che la gente, sedendosi in poltrona, si allontani per qualche ora dai pensieri e dalle preoccupazioni della realtà quotidiana. Magari, lo spettacolo avrà il privilegio di richiamare alla mente qualche evento felice vissuto: i pomeriggi dopo la scuola, il primo bacio, la nascita di un figlio, una gioia professionale. Guai, però, a credere che l’album e lo spettacolo siano rivolti esclusivamente alle persone avanti con l’età. Il nostro progetto nasce anche per educare le giovani generazioni, oggi orientate verso tendenze musicali alternative. Non pretendiamo che amino le canzoni di quaranta, trenta o venti anni fa, ma almeno che le conoscano e comprendano da quali contesti storici e da quali sentimenti le cantautrici e i cantautori di successo hanno tratto ispirazione. Ci vediamo presto nei negozi di dischi e a teatro, per un viaggio tra i capolavori senza tempo».

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