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NAPOLI – Maggiori risorse e un tavolo di confronto con la Regione Campania per risollevare le sorti di un settore che, “pur rappresentando una voce importante di crescita per la ricchezza della regione, per propria peculiarità, è stato particolarmente investito dalla crisi per l’emergenza Covid-19 e rischia di subirne le conseguenze nel lungo periodo” L’ allarme è dei segretari generali della Cisl Campania Doriana Buonavita e della Fistel nazionale Vito Vitale, nonché reggente del sindacato campano degli Spettacoli, Telecomunicazioni, Informazione, che hanno raccolto le forti preoccupazioni dei lavoratori dello spettacolo e delle associazioni di categoria Agis, Anec, Anes, Med, Anesv, Anolfs. In Campania secondo il sindacato, tra cinema e propri dipendenti, attori teatrali, costumisti, scenografi, trucco, tecnici luci e fonici più l’indotto che comprende autotrasportatori, manutentori, operai di strutture sceniche, i lavoratori sono oltre 13.000 mila.

“Il settore spettacolo e telecomunicazioni è, nelle prime proiezioni del Governo rispetto alla fase 2 – affermano Buonavita e Vitale- ma tra gli ultimi ad usufruire di interventi per la ripresa, considerata la difficoltà di applicazione di tutte quelle misure di contenimento del contagio, prima tra tutte il distanziamento sociale, che determinerebbe l’impossibilità a garantirne la normale fruizione da parte dei cittadini con evidenti ed importanti ricadute di ordine economico”. Per questo la Fistel chiede non solo l’implemento delle risorse nel decreto Cura Italia, (circa 130 milioni di euro) ma anche misure di politica attiva straordinarie, rispetto a quelle già previste, per accompagnare il settore fuori dalla forte fase di stagnazione che ne conseguirà. “Gli attuali ammortizzatori sociali non coprono neanche il 50% del reddito e delle retribuzioni – prosegue la nota – parliamo di un settore dove numerosi sono i lavoratori che svolgono lavori precari o indeterminati, assai spesso scarsamente retribuiti. Le stesse misure di sostegno al reddito recentemente approvate dal governo non danno a tante lavoratrici e lavoratori del settore sufficiente copertura”.

Tra le richieste avanzate dalla Fistel la copertura a tutti i lavoratori intermittenti a termine e a tempo indeterminato e quelli con contratto di prestazione occasionale. La modifica della norma interpretata in modo restrittivo dall’Inps sulla non corresponsione dell’Assegno al nucleo familiare nel Fondo Integrativo di Solidarietà, che ridurrebbe in maniera considerevole l’importo spettante ai lavoratori, in particolare in famiglie con più di un figlio o con figli disabili, il rafforzamento dell’intervento riguardo sia le partite iva in gestione separata, sia quelle dello spettacolo sull’articolo 38. Ed ancora, cambiare il limite delle giornate Enpals dei lavoratori iscritti all’Ente e prevedere specifiche tutele per le migliaia di contratti a tempo determinato in scadenza o non prorogati a cominciare dal comparto delle Fondazioni Liriche.

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