NAPOLI – “Le ragioni della protesta sono comprensibili ma il metodo è assolutamente sbagliato” – Massimo di Porzio, Presidente Fipe Campania, commenta così “Ioapro1501”, l’iniziativa spontanea di protesta nata sui social che propone a bar e ristoranti di aprire di sera a partire da venerdì 15 nonostante i divieti.
“Non possiamo invitare i nostri associati ad infrangere la legge. Questa protesta può avere gravi conseguenze. Oltre alla sanzione pecuniaria e alla possibile sospensione dell’attività, per chi vi aderisce si può configurare anche un reato penale. Noi di certo non esporremo i nostri esercenti a prendere una posizione per la quale potrebbe venirgli contestato un reato contro la salute pubblica. Come Fipe e Confcommercio Campania abbiamo organizzato ben tre manifestazioni pacifiche nei mesi scorsi, per evidenziare la catastrofe che ha investito il mondo della ristorazione e dell’intrattenimento, ed il commercio in generale. Ma il Governo e la Regione Campania devono cambiare completamente atteggiamento nei confronti del nostro settore, altrimenti proteste e manifestazioni di piazza saranno inevitabili. La misura è colma, le imprese non ce la fanno più. I ristori finora arrivati alle imprese sono assolutamente insufficienti a garantirne la sopravvivenza, ed ora ci si mette anche questa proposta assurda di vietare l’asporto ai bar dopo le 18, quando è del tutto evidente che non sono i pubblici esercizi i luoghi del contagio e che i giovani si assembrano all’aperto indipendentemente dagli esercizi aperti, portandosi le bevande da casa.
“La ristorazione e l’intrattenimento hanno perso 40 miliardi di fatturato nel 2020, 100.000 aziende e 700.000 posti di lavoro sono in pericolo, rischiamo di perdere un patrimonio di competenze e conoscenze che è una delle eccellenze del nostro Paese ed una componente fondamentale del nostro sistema turistico. Per questo motivo la Fipe nazionale ha chiesto al Governo la dichiarazione dello stato di crisi del settore, che aprirebbe nuovi scenari per interventi di sostegno alle imprese nei prossimi mesi. Abbiamo anche richiesto, unitamente a CGIL, CISL e UIL un piano specifico di interventi per i pubblici esercizi ed un tavolo urgente per programmare la riapertura serale dei locali, visto che il settore ha dimostrato di poter lavorare in totale sicurezza, accollandosi tra l’altro consistenti investimenti per adeguare i locali alle regole anti-Covid.
Secondo la nostra proposta, i ristori dovranno essere commisurati al fatturato dell’intero anno, e non a quello del solo mese di aprile, una soluzione che andava bene quando si pensava che le limitazioni sarebbero terminate presto, ma la realtà si è dimostrata ben più drammatica”.

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