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Il Mea Culpa di De Laurentiis: “Dovevo trattenere Spalletti”

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NAPOLI – L’aveva promesso un mese fa e il giorno tanto atteso dai cronisti e dai tifosi è arrivato. De Laurentiis ha raccontato senza filtri, con l’onestà intellettuale che lo contraddistingue tutto ciò che è successo dal 5 maggio 2023 fino a domenica scorsa. Il patron azzurro si è fatto carico di tutti gli errori compiuti in questi mesi dall’aver permesso a Spalletti di potersi prendere l’anno sabbatico sino all’errore di valutazione sull’ingaggio di Rudi Garcia. Tante le tematiche affrontate tra cui anche la questione stadio.

“Dopo la gara col Monza vi dissi che la gara era solo mia e ‘vi spiegherò perché’. Però ragazzi, qui siamo una famiglia, dopo 19 anni fa male avere sempre una cultura del dubbio. Devo ringraziare Chiariello, mi diverto sempre ad ascoltare, parte e non lo ferma più nessuno. Ultimamente non sono d’accordo, ma nel percorso iniziale ha fatto centro riuscendo a cogliere ciò che era successo. Certe cose non è sempre possibile dirle mentre accadono, uno spera sempre che ci sia una soluzione ai problemi. Mi sono assunto tutte le colpe però avevo fatto bene il contratto a Spalletti, lo stesso di Benitez, e quando ho esercitato l’opzione, e nel mondo del calcio questa opzione giuridica non è capita. Molti pensano sia bilaterale, ma è unilaterale. Quell’opzione è un valore, puoi rifiutare di darla oppure concederla, e l’opzione sia con Benitez che con Spalletti prevedeva un altro ulteriore anno. Io entro un termine predeterminato ho il diritto di esercitarla con una comunicazione scritta. Lì non esiste la carineria, ma è una situazione giuridica. Siamo andati in un ulteriore ritiro a novembre-dicembre in Turchia, siamo tornati e furono mesi meravigliosi a gennaio e febbraio, prima del calo di marzo. La grande scoperta, la grande star era stata Kvara, e Kvara da marzo fino a novembre non ha più segnato e perdere uno così ti può creare problemi. Io devo riconoscere a Spalletti che dopo un primo anno in un cui gli presentai un gruppo di personaggi che non remavano a favore del club, pur essendo professionisti, e come Benitez nel secondo anno ha deciso di dormire qui. Significa anche non disperdere il proprio tempo, svegliarsi di notte, come lui ha confessato nel film che sto finendo di montare e da voi vorrei sapere se oltre a proiettarlo nei cinema, ovviamente a pagamento perché non pensavo costasse così tanto quando sono iniziato, mandarlo anche allo stadio con i maxi-schermi. Ad aprile vorrei far uscire questo film Scudetto. Ma succede ad un certo punto che il bell’impasto non lievita come dovrebbe, ma i punti di vantaggio sono così tanto… ma ci rimango male nell’uscita dalla Champions perché mi aspettavo di vincerla. Se è andata in finale l’Inter a 20 punti da noi, perché non potevamo giocarcela noi. Vincere lo Scudetto importantissimo, ma pure la Champions… in finale mi dava già la partecipazione al mondiale per club della Fifa che vale almeno 100mln di investimenti ulteriori. Al Premio Bearzot al Maschio Angioino il 24 marzo dico Spalletti resterà con noi, lui non smentisce, dopo il 4-0 col Milan, 18 aprile poi Napoli-Milan 1-1 Champions, con la sfortuna, rigore sbagliato. Gli arbitri? Mi ritengo libero e credo di essere ricco, non solo economicamente, anche di finanziare con i miei soldi il nuovo centro sportivo con 12 cambi su 30 ettari che faremo nei prossimi 24 mesi. Ma sono un uomo libero, non me ne frega niente degli arbitri. Poi arriverà un momento in cui tutti dovranno ragionare in maniera diversa. Superlega è un fatto scatenante, che io ho sempre detto che è sbagliata, ma quando ho incontrato Florentino Perez quando ero in clinica a dimagrire ad Alicante, glielo dissi che era il fattore scatenante, primario in una scrittura di un film, perché non si può andare avanti restando lì e l’Italia conta e vota come San Marino, si ragione come monopolio ed è anti-democratico. Perez ora ha avuto la soluzione dalla corte europea che ha aperto ad altre competizioni e si sta studiando una competizione da 5miliardi di entrate per arrivare a 100, ovvero la rivoluzione ed in un’altra sede vi spiegherò. Torno al punto: 3 giorni dopo, il 21 aprile, per tirare su anche il morale di Spalletti dopo le 3 partite col Milan, per dimostrargli che nonostante il calo io fossi con lui, gli mandai giuridicamente l’opzione via pec. Molti dicono ‘ma come? manda la pec’, l’amicizia è una cosa, un’altra i contratti, altrimenti che li facciamo a fare. Poi dicono che i miei contratti sono lunghi, ma avete visto? Quando abbiamo voluto chiudere quando ci abbiamo messo a farli? Non è vero! Poi c’è chi non ha la cultura dell’impresa e fa contratti pure su un foglio a matita, ma a casa mia è diverso. Gli mandai la pec, mai avrei creduto che nella cena del 12 maggio Spalletti ci comunicasse un anno sabbatico per tornare a fare il contadino e coltivare la terra. Molti mi hanno detto che mi sono mosso tardi, ma qui non è un gioco di società, quando cerchi qualcuno ti può dire pure ‘non mi interessa’. Tra avvocati e consulti venne anche il dubbio che Gravina l’avesse già contattato, ma i dubbi son dubbi senza prove. Accuso me stesso perché il mio errore era far valere l’opzione, Spalletti doveva restare, poi si andava allo scontro fortale, ci sarebbe stata una causa, ma intanto dovevo tenere il punto fermo, ma se dici di amare così tanto non penso non avresti allenato. Di Kim si sapeva già, perché arrivava solo con quelle condizioni, poi non lo conosceva nessuno, ora sembra si sia vinto solo per lui togliendo valore a tutti. Sbagliai ad accettare per riconoscenza per lo Scudetto”.

“Forse lui ha immaginato, come dicevo, dormendo qui e svegliandosi alle 5-6 di aver tirato fuori il massimo dal gruppo. Poi non sto nella sua testa. Poi uno che non aveva vinto, lasciando perdere la Russia che è un altro calcio, dopo problemi con gli spogliatoi, filato tutto liscio qui, esci fuori da grande vincitore. È umana come interpretazione, l’unica non malevola che voglio dare. Poi se già pregustava l’incontro per la nazionale… sono illazioni che non posso fare, posso averla nei miei pensieri”.

“Io sto immaginando quello che c’è da fare per il 2030 per avere una società economicamente per competere con le più forti del mondo. Questo è il mio obiettivo. Molti ci hanno accusato di non aver investito sui giovani, il vivaio, ma avere una seconda squadra e tirare fuori i vari Cheddira, Folorunsho ecc di proprietà Napoli. Sul pezzo ci stiamo. Io non mi sono mai permesso di dire ‘che città è questa’, ‘che sporcizia…’ ecc, sono sempre stato un alfiere della napoletanità come mio padre mi ha insegnato, ma molti di voi non agite da tifosi del Napoli per me. La critica è necessaria, ma dovreste accompagnare la società in un percorso perchè in 19 anni non vi abbiamo mai tradito. Io chiudo il bilancio a +80 di utili e 147mln di riserva a bilancio, non è che me li metto in tasca, anche perché fortunatamente non mi servono. Ma leggo sempre acredine, non so per quale motivo, invidia o cos’altro. Non per le critiche per me o per i miei collaboratori, di primo livello, come Giuntoli preso dal Carpi, cresciuto con noi per 8 anni, nascondendomi addirittura che era juventino sfegatato (ride, ndr) e sapendolo non l’avrei neanche trattenuto, nonostante il bene per lui, la compagna ed il figlio. Per Cristiano sono sempre pronto a dargli una mano, ma certe cose non tollero, ma è un’altra storia…”

Affrontato anche il tasto Garcia e il come mai non si è pensato a esonerarlo con largo anticipo

“Ce l’ho scritto qui, non ne ho parlato perché altrimenti dite arrivo fino al preparatore. Hai ragione, ma esonerare è sempre doloroso per l’esonerato, anche se continua a prendere soldi, e per chi esonera. A Longoni feci una testa così per concertare con Sinatti, ma da francese con la puzza sotto il naso mi fa mandare via Sinatti che mi dice di non voler stare sotto Rongoni, gli dissi che era fondamentale ma litigano e dobbiamo mandarlo via. Grandissimo errore, dovevo dire a Garcia fuori tu o Rongoni. Spesso ho pensato di doverlo mandare prima, anche alla Luiss dove mi assicurarono che non sarebbe uscito niente. Fui accusato di aver tolto potere a Garcia nello spogliatoio, ma avete vostre regole ma sono tutte cazzate. Il giocatore oggi è una macchina che fattura per se stesso, è sempre intenzionato ad andare bene. Mentre dicendolo magari Garcia cambiava qualcosa”.

Anche lo stadio è stato un argomento vitale della conferenza, il quale dichiara: “Tra un anno e mezzo lasceremo Castel Volturno. Devo iniziare i lavori. Mi manca Los Angeles e mi sto inventando serie televisive italiane perché tra 3-4 mesi devo finire la progettazione del centro sportivo a cui seguirà la scelta delle ditte e acquisto dei 30 ettari. Sullo stadio l’ho detto al Sindaco: o ci mettiamo d’accordo nei prossimi 120 giorni o lo faccio altrove, non è la solita provocazione. Sul centro sportivo: Afragola ha l’implementazione della stazione e la metropolitana fin lì, è chiaro che ho due situazioni da valutare: Afragola o litorale di Pozzuoli. Su una ci arriva la circumvesuviana. Sullo stadio senza novità lo costruirà ad Afragola, c’è poco da fare. Le Leggi si applicano per i nemici e si interpretano per gli amici, ma il calcio non ha amici, non so perché”.

A seguito della conferenza stampa è arrivata anche la replica di Nino Simeone per quanto riguarda la gestione stadio: “Ancora una volta resto basito per le parole espresse dal Presidente della SSC Napoli che ha lanciato l’ennesimo “ultimatum” al Sindaco di Napoli per ottenere la gestione dello Stadio Maradona. Questa volta pretenderebbe, addirittura, di dettare i tempi e le condizioni per la cessione dell’impianto sportivo comunale, in spregio ad ogni norma in materia di gestione patrimoniale pubblica.
Qualcuno dovrebbe spiegare a De Laurentiis che i suoi toni sono del tutto inappropriati e potrebbero anche essere fraintesi. Ma soprattutto, il Presidente dovrebbe ricordare che lo Stadio è un bene pubblico che appartiene al Comune di Napoli ed ai cittadini napoletani e non può essere ceduto o “regalato” per simpatia o per ragioni sentimentali, legate magari fede calcistica o sportiva. Torno a ribadirlo: una scelta del genere, fatta da qualsiasi Amministratore pubblico, sarebbe reato! Pertanto, inviterei il Sig. De Laurentiis ad avere un atteggiamento più prudente, soprattutto quando si rivolge ad un Amministratore pubblico. Piuttosto, adesso trovasse le parole giuste per spiegare a quelli di Pompei, Melito, Giugliano, Marano, Mugnano, Castellammare, Castelvolturno, Caserta e non ricordo quanti altri, che si aspettavano la costruzione di uno stadio sul proprio territorio, che purtroppo resteranno delusi.
Per la cronaca: Il Consiglio e la Commissione Infrastrutture del Consiglio comunale di Napoli è ancora in attesa di ricevere questo stupefacente project financing da parte della SSC Napoli per lo stadio Maradona, dopodichè prometto solennemente di lavorare notte e giorno, per dare un parere al Sindaco entro i prossimi 120 giorni, come da ultimatum.”

“È un amico di famiglia, perciò è qui. Ha capito che quando decise di provare l’Inter, fece un errore di valutazione. Siamo sempre visti come di passaggio, io che da Hollywood vengo qui sono di passaggio? Vorrei vivere a Napoli, lasciare anche Roma, mio figlio vive in una casa bellissima che guarda Capri, ma dove trovi un altro posto simile? E’ una roba che amo. Los Angeles la amo, ma hai solo te stesso. Qui a Napoli come fai a vedere tutto ciò che ti offre? Su Mazzarri fatelo lavorare in pace, sarà quel che sarà. Poi vi pare che ora ho Mazzarri, dal 18 avrà tutti, si ripartirà e si valuterà… io vado già a cercare un altro? C’è tempo, ad aprile vedremo”, questa la risposta in merito alla domanda su Mazzarri e su un eventuale presenza per la prossima stagione.

E, infine si è discusso anche della Champions da considerare come un fallimento o un’opportunità?

“Lo Scudetto se non sei abituato è un qualcosa di straordinario, lo dissi anche in campo che bisognava puntare all’Europa, era difficile ripetersi. A Napoli anziché aspettare gli altri sei tu che devi fare cambi per dare nuove motivazioni. Forse ci torneremo tra altri 3 anni, ma non è che se non vado in Champions non provo a tornare a vincere. Io che vinco al cinema da 50 anni ed ora con le serie tv, Verdone è primo su Amazon dopo 3 anni… io sono abituato a vincere, ma non a tutti i costi e con impegno e investimenti giusti. Sapendo di 19 concorrenti”.

 

 

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