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Mancini “offeso” da Sarri, i tifosi napoletani: “Ma ha la coda di paglia?”

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NAPOLI – Una partita di calcio, vinta dall’Inter con un secco 0-2 che non lascia spazio a recriminazioni. Il pubblico del Napoli che incita i beniamini a fine gara, un campionato in cui rituffarsi già da domenica. Tutto questo è stato Napoli Inter quarti di finale di Coppa Italia.

Quello che è accaduto a bordo campo tra sarri e Mancini e la lite che neè generata per frasi ingiuriose dettate dalla foga del momento è solo sottocultura del pallone. Una speculazione mediatica da cui stare lontani e da spegnere nel più breve tempo possibile. Il tentativo di infangare una città, la sua gente e di frenare l’ottimo cammino azzurro deve essere smorzato sul nascere. Ecco perché non raccontiamo nulla se non la gara. Sulla nostra stessa lunghezza d’onda il portire azzurro Pepe Reina. In città, complici le prime pagine dei giornali però l’argomento tiene banco. Ecco cosa pensano della lite tra i due mister i cittadini napoletani.Sono già al giudice sportivo gli atti sulle offese di Sarri a Mancini, ieri dopo Napoli-Inter. Sarà con ogni probabilità proprio Tosel, che ha già in mano il rapporto degli ispettori della Procura federale con le audizioni immediate dei 2 tecnici, a valutare l’entità delle eventuali sanzioni a Sarri. Si va da una multa o una squalifica breve, in caso le frasi vengano definite “dichiarazioni lesive” fino a una squalifica di “non meno di 4 mesi” se Tosel le riterrà “frasi discriminatorie”. Resta aperta la possibilità che il giudice chieda un supplemento di indagini alla procura.”Sarri partecipi al corteo per l’uguaglianza e le Unioni Civili di sabato a Napoli”. È l’invito di Antonello Sannino, presidente di Arcigay Napoli, all’indomani delle frasi omofobe che Maurizio Sarri ha rivolto a Roberto Mancini alla fine di Napoli-Inter, frasi delle quali Sarri si è scusato. “Basta omertà! Bisogna che la gente sappia, soprattutto se certe offese partono da chi ricopre un ruolo di responsabilità pubblica”, commenta Sannino auspicando poi l’introduzione di norme chiare che contrastino le discriminazioni, il bullismo, le offese e la violenza ai danni delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali.”Se quelle frasi sono state dette non capisco la giustificazione di Sarri, cioè che quelle cose devono rimanere in campo. Sarri è intelligente e sa che non si possono circoscrivere quelle cose a un discorso di campo altrimenti non si finisce mai”. Così il presidente del Coni, Giovanni Malago’, sulla presunta frase omofoba che Maurizio Sarri avrebbe rivolto a Roberto Mancini ieri e sulla spiegazione data dal tecnico partenopeo (“Sono cose di campo…”) subito alla fine del quarto di finale di Coppa Italia giocato ieri al San Paolo. “Però mi sembra che si è scusato e spero che presto si diano la mano. È stato probabilmente un momento, chiaro che quel tipo di spiegazione non può essere condivisa”, ha aggiunto il numero uno dello sport italiano. “Personalmente non lo conosco – conclude – ma come allenatore mi piace moltissimo. Lo trovo la vera novità tecnica oltre a Sassuolo ed Empoli nel nostro campionato”.Le frasi di Sarri sono ovviamente da stigmatizzare, perchè gli insulti dovrebbero essere lontani dal mondo del calcio e dello sport. I campi di calcio, però, sono ancora oggi luoghi di offesa e del peggiore cameratismo, che non sono di esempio per i giovani che si avvicinano all’agonismo o che si ispirano ai calciatori, ergendoli a modelli di vita. Le parole di Sarri fanno parte di un comportamento distorto, ma non taccerei l’allenatore del Napoli di omofobia. In uno scatto d’ira, ha tirato fuori i suoi istinti più bassi, per scaricare le frustrazioni del momento, dovute anche ad una direzione arbitrale scandalosa. D’altra parte, non si può ergere Mancini a difensore dei valori dei diritti civili o della moralità. Anzi, vorrei proprio vedere chi si indigna e difende Mancini sui social network, esprimendo epiteti irripetibili contro Sarri, farsi sostenitore dei diritti degli omosessuali tutti i giorni. Quanti di loro parteciperanno alle manifestazioni di piazza previste il prossimo 23 gennaio per chiedere che siano approvate le unioni civili, a tutela delle coppie omosessuali? Quanti di questi giornalisti e cittadini continueranno a professare questi alti sentimenti nella propria vita e nella propria azione quotidiana? Se la lite tra Sarri e Mancini aiutasse queste persone a prendere consapevolezza delle discriminazioni a cui sono sottoposti i gay ogni giorno, ne sarei molto felice: vorrebbe dire che il nostro Paese sta finalmente procedendo sulla strada di un totale riconoscimento dei diritti per tutti, facendo in modo che io possa legalmente unirmi con il mio compagno. Invece temo che quanti oggi urlano, domani torneranno davanti alla tv a guardare le partite mentre io ed altri lotteremo per i nostri diritti. Io frequento poco lo stadio, ma proprio ieri ero sugli spalti a tifare per il Napoli. Ascoltando gli improperi e le urla che provenivano dal campo e dalle panchine, non mi pare che gli epiteti che si scambiano i giocatori, addirittura riferibili ai propri estinti e alle care madri, abbiano mai meritato i titoloni dei giornali. Forse si sta scatenando una tempesta in un bicchier d’acqua. Leggo che Mancini, che in passato sminuì le offese dei tifosi interisti ai napoletani, definiti colerosi, chiedendo di non dare troppa importanza a certi gesti, oggi fa l’esatto contrario, soffiando sul fuoco. Non vorrei essere frainteso: bene ha fatto a denunciare pubblicamente l’offesa e bene fa il mondo del calcio a scandalizzarsi di certi epiteti. Credo, tuttavia, che si tratti solo di una strumentalizzazione per oscurare il bel gioco del Napoli. Fare i moralisti a giorni alterni non è nè bello nè civile. A chi si scandalizza perchè crede veramente nella difesa dei diritti civili, io dico che lo aspetto in piazza, al mio fianco, il prossimo 23 gennaio. In ogni caso, sempre forza Napoli!

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