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NAPOLI (di Daniela Marfisa)- Villa Buonanno è un confortevole relais a quattro stelle situato nel comune di Cercola. Non tutti però sanno che la signorile dimora di origine settecentesca cela un’importante storia alle spalle. Tra i membri della proprietaria famiglia Buonanno vi fu infatti Maria “Mary” coniugata Schellembrid, fautrice del salvataggio della Biblioteca Braidense di Milano nel 1943 in seguito ai bombardamenti tedeschi.

La vicenda è raccontata nel libro “Storia di Mary Buonanno Schellembrid: la biblioteca Braidense negli anni di guerra dal salvataggio alla ricostruzione”, scritto da Luigi Zanzi, marito della figlia Livia Schellembrid tuttora in vita. Nel volume, oltre che dei fatti riguardanti la protagonista, si narra lo svolgersi della vita nel possedimento della famiglia Buonanno, in pratica un latifondo. I coloni che vi esercitavano attività agricole erano soliti pasteggiare con il “colurcio”, ovvero “un lungo bastone di pane di circa 40 cm con un diametro di 8-10 cm; il fondo di tale bastone da un lato si svuotava un poco e si riempiva di sale, pummarola, un poco di olio e qualche acciuga, se se ne aveva disponibilità; l’intero bastone veniva poi sfregato con aglio”. Ed è a questo storico pasto che si è ispirato Mario Strazzullo, resident chef del ristorante “Torre Platta” del relais Villa Buonanno che mutua il suo nome dall’essere inserito proprio nella torre “piatta” della residenza. Nell’ideare il nuovo menu della stagione estiva, lo chef ha voluto tener conto della pietanza descritta nella biografia della precedente padrona della struttura, oggi di proprietà di Laura Greco e Giuseppe De Falco. Il colurcio è diventato l’antipasto “Ricordo contadino”, un piatto destrutturato a base di passata di pomodorino del piennolo, terra di pane e pomodoro, cialda croccante all’aglio, pesto di basilico e olio in polvere. Tra i nuovi piatti in carta, “Finto fritto all’italiana” (Crocchè con calamari e zenzero, Arancino di riso con piselli, frutti di mare e nero di seppia, Frittatina di spaghetti al nero di seppia e lupini, Alici fritte con provola e salame), quattro pezzi della friggitoria classica riproposti al sapore di mare e con cottura al forno. Un mix di cereali, aia e orto “Uovo nel campo”, uovo cotto a bassa temperatura su un letto di farro e agretti, con asparagi, foglie di spinaci e olive. Un gioco di equilibri “Pizzicotti agli scampi, infusione di caffè e limone candito”, nel quale la pasta fresca all’uovo ripiena di crostacei è completata da un brodo dai sentori tostati e agrumati versato in tavola da una cuccuma. Ancora mare per il secondo con il “Sandwich di triglia con asparagi e lime”. Davvero originale il predessert, uno shot composto da un centrifugato di mela verde, cannella e anice stellato accompagnato da una caramella di alghe di mare. Dolcissima conclusione con la “Sfogliatella scomposta”, un semifreddo su base di crumble di biscotto, accompagnato da crema inglese e profumato da menta e arancia candita. Storia e gastronomia a braccetto nell’area vesuviana.

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