VOMERO – “In un periodo nel quale, nelle cronache del capoluogo partenopeo non si parla che di chiusure e di fallimenti di aziende commerciali, proporre una notizia del genere infonde un certo ottimismo – afferma Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari. già presidente della Circoscrizione Vomero -. Mi riferisco ai cento anni dell’antica bottega Incoronato che si trova al Vomero, al civico 108 di via Luca Giordano, nei pressi dell’incrocio con via Solimena, certamente uno dei più antichi esercizi a fronte strada del quartiere collinare se non di tutta la città. Infatti, come recita l’insegna posta sopra il locale, la ditta è presente dal lontano 1923, dunque esattamente da un secolo. Un vero e proprio record “.

“Come si osserva in una vecchia foto, pubblicata sulla pagine Facebook dell’azienda, originariamente la ditta era adibita alla vendita di colori e ferramenta – prosegue Capodanno -. Essa si torva al piano terra di uno dei fabbricati più antichi del quartiere, il palazzo Lo Schiavo, costruito nel’anno 1916, di stile neorinascimento con elementi decorativi in gesso e con fregi sugli architravi dei balconi. Attualmente nell’esercizio commerciale, frequentato da tanti affezionati clienti, grazie anche all’amabilità e alla cortesia con le quali vengono ricevute dagli attuali gestori, si può trovare un ricco assortimento di oggettistica per la casa “.

“Una vera e propria rarità in un quartiere che si sta sempre più depauperando di esercizi storici, che avevano reso famoso il Vomero nel mondo – ricorda Capodanno -. Tra gli altri, il Bagaglino, Abet, Coppola, Daniele, il negozio di fiori Cimmino, nel solo tratto attualmente pedonalizzato di via Scarlatti, Caputo e Sangiuliano in piazza Vanvitelli, le librerie Guida in via Merliani e Loffredo in via Kerbaker. Per ricordarne solo alcune, tra le più rinomate e conosciute, ma l’elenco è molto più lungo. Infatti la crisi oramai riguarda tutti i settori commerciali dall’abbigliamento alle calzature e, più di recente, anche esercizi di generi alimentari e della grande distribuzione “.

“Purtroppo – sottolinea Capodanno – la politica portata innanzi dall’amministrazione comunale negli ultimi anni, al Vomero ha palesemente favorito l’ambulantato e, più in generale, le attività commerciali non a posto fisso, in particolare, con l’autorizzazione concessa per le più svariate fiere, che hanno comportato, di volta in volta, la concessione provvisoria di autorizzazioni per numerosi stalli, con altrettante attività, alcune delle quali poste in strade dove vi è una forte presenza di negozi, destando peraltro le giuste quanto inascoltate proteste dei commercianti. Attività, quelle dell’ambulantato, che risultano fortemente concorrenziali rispetto al commercio stanziale, anche perché hanno costi di gestione nettamente inferiori, col risultato che possono vendere gli stessi prodotti a prezzi decisamente più appetibili per gli acquirenti, alla perenne ricerca del risparmio “.

“Eppure – puntualizza Capodanno – basterebbe poco per cercare di arginare questa vera e propria ecatombe di esercizi commerciali al Vomero, molti dei quali storici. Per esemplificare, seppure al momento è rimasta sulla carta, nel 2014 fu varata una legge regionale, la n. 11, per la valorizzazione degli esercizi e le botteghe storiche della Campania che avrebbe dovuto, seppure con notevole ritardo, allineare la nostra regione alle altre, dove tale normativa era già presente da lustri. Ma, dall’albo aggiornato al 22 novembre 2021, pubblicato sul sito del Comune di Napoli, risulta che sono state censite solo 23 attività che possono usufruire dei benefici, anche economici, di detta legge, ubicate nell’ambito del territorio comunale, e di esse appena quattro si trovano al Vomero: due pizzerie, un chioschetto di fiori e una vetreria. Un dato che, a distanza di quasi dieci anni dall’entrata in vigore della legge appare fortemente sottodimensionato e che lascia perplessi anche specialmente se confrontato con quello di altre città, come Milano, dove sull’apposito sito, dedicato alle botteghe storiche della Città, è reperibile un elenco, aggiornato all’anno 2020, che comprendeva ben 555 attività commerciali “.

 

 

 

 

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