NAPOLI – Gli ematomi subdurali cronici sono caratterizzati da una raccolta ematica intracranica extracerebrale spesso ma non solo post-traumatica con una incidenza vdi circa 15/100.000 pazienti; tale patologia è in aumento sia per l’allungamento della durata della vita media e per l’aumento di pazienti che assumono anticoagulanti ed antiaggreganti.
Clinicamente l’ematoma subdurale cronico si presenta in maniera subdola con cefalea iniziale spesso seguita anche da crisi epilettiche e disturbi motori, del linguaggio o visivi.

La diagnosi iniziale si basa sulla esecuzione di una TAC cerebrale che non solo identifica la raccolta subdurale ma ne valuta la sua entità consigliando la migliore strategia terapeutica.
La terapia chirurgica è stata per anni l’unica possibilità di risoluzione di questa patologia anche se caratterizzata da un alto tasso di recidive sino al 30%.
La mortalità ad 1 anno nei pazienti anziani affetti da tale patologia e comorbidità è alta.
Vi sono anche delle contro-indicazioni alla chirurgia.

Negli ultimi 6 anni si è sviluppata una tecnica endovascolare alternativa quale la embolizzazione della arteria Meningea Media che si pone non come alternativa ma va ad affiancare il trattamento chirurgico per migliorare l’esito a distanza, ponendosi in alcuni casi anche come unica terapia di tale patologia.
Obiettivo del congresso internazionale che si è svolto a Napoli il 15 aprile è quello di fornire un aggiornamento su questa patologia e sul suo trattamento grazie alla partecipazione dei migliori esperti multidisciplinari nazionali ed internazionali.
L’evento nasce da una idea del dottor Giuseppe Catapano, neurochirurgo dell’ASL Na 1, Ospedale del Mare e il dottor Mario Muto Neuroradiologo Azienda Cardarelli, entrambi di Napoli.

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