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PORTICI (NA) – Formare e sostenere le famiglie, protagoniste nella cura del paziente malato di Alzheimer. È lo scopo del progetto Alzheimer Art Café, al via alla sua prima edizione dal 14 marzo fino al 20 giugno a Portici (NA), organizzato dalla ASL Napoli 3 Sud, Distretto 34, in collaborazione con Cooperativa Nuova S.A.I.R. Onlus, Consorzio Confini, Consorzio Gesco e l’OdV I Vesuviani.

L’iniziativa mette al centro la famiglia, imprescindibile per qualsiasi percorso di cura, e mira a dotarla di strumenti, risorse e risposte adeguate. L’obiettivo è quello di accumulare una serie di competenze che vanno azionate nell’assistenza domiciliare, in modo che la famiglia non sia più sola e venga supportata da una rete di servizi nella gestione quotidiana delle difficoltà legate al caregiving.

Il progetto prevede incontri di formazione e laboratori esperienziali. Questi ultimi, in particolare, sono organizzati in sei momenti orientati a rendere i partecipanti consapevoli delle proprie risorse interiori. L’idea di partenza dei laboratori esperienziali è che i caregiver dispongono di risorse a cui possono attingere per affrontare la quotidianità.

Invitati Luigi Stella Alfano, direttore sanitario del distretto 34 (Asl Napoli 3 Sud); Vincenzo Cuomo, sindaco di Portici; Giovanna de Rosa, presidente di Csv Napoli; Nunzia Buonaiuto, responsabile area Campania Nuova Sair, Loredana Pierno, presidente consorzio Confini”, Maria Grazia Ciotola, coordinatrice di servizio Gesco e Luca Belfiore, presidente OdV I Vesuviani. Oltre agli invitati, saranno presenti gli organizzatori, tra cui Antonio Coppola, direttore sanitario di RSA, Antonio Colin, medico geriatra e direttore scientifico del progetto.

“Riconoscere che le famiglie sono al centro nella cura del malato di Alzheimer è il primo passo, necessario, per migliorare la qualità di vita dei pazienti – dichiara Nunzia Buonaiuto, Nuova Sair – le famiglie vengono troppo spesso abbandonate a loro stesse, prive di risorse proprie o di strumenti per valorizzarle. L’iniziativa mira a sostenere i caregiver e renderli consapevoli della loro forza. In questo modo potranno prendersi cura al meglio del loro caro, e ne gioverà l’intero nucleo familiare.”

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