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Napoli

In Consiglio comunale il dibattito sulla violenza di genere

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NAPOLI – Il Consiglio comunale, presieduto da Alessandro Fucito, si è riunito oggi in via Verdi alla presenza d 24 consiglieri. In apertura il presidente Fucito ha informato l’Aula della scomparsa dell’ex consigliere comunale di Forza Italia Umberto Minopoli, e del giurista ed ex partigiano Silio Italico Aedo Violante, che saranno commemorati nel corso di sedute successive .

Il consigliere Pace ha quindi chiesto al Consiglio di associarsi al dolore per le vittime del tifone nei Paesi del Corno d’Africa, con la richiesta di osservare un minuto di raccoglimento. Passando alla trattazione dell’oggetto della seduta, la discussione monotematica sulla violenza di genere, il presidente Fucito ha informato della richiesta di maggioranza e opposizione di proseguire la discussione che sarà avviata oggi in un’altra seduta dedicata al tema.

Ai sensi dell’art. 37 ha chiesto di intervenire il consigliere Simeone (Agorà) su quanto diffuso dagli organi di stampa a proposito dell’incontro tra Regione e Comune sul trasporto pubblico in città, incontro dal quale sarebbe emersa la volontà dell’Amministrazione di dire sì all’ipotesi di privatizzazione dell’ANM, contrariamente a quanto dichiarato in commissione Mobilità dal vice sindaco Panini, con la richiesta di conoscere l’indirizzo politico dell’amministrazione sul tema.

Sull’ordine dei lavori sono intervenuti: il consigliere Brambilla (Movimento 5 Stelle) con la proposta di non proseguire i lavori, in quanto alla seduta, convocata su un tema così delicato, sono assenti, per motivi diversi, le consigliere di opposizione e l’assessora titolare della delega delle politiche di contrasto alle violenze di genere.

Questa mancanza evita la possibilità di confronto, così come è mancato un lavoro preparatorio alla seduta con approfondimenti anche documentali nelle commissioni competenti, mentre è stato comunicato o slittamento dell’orario di inizio lavori dalle 12 alle 14 a ridosso della seduta. La consigliera Coccia (Napoli in Comune a Sinistra) ha espresso parere contrario alla sospensione della seduta, segnalando anche la presenza nella tribuna riservata al pubblico di rappresentanti di associazioni femministe.

Il consigliere Moretto (Prima Napoli), ha ringraziato le consigliere de Majo e Galiero per aver proposto una seduta sul tema della violenza di genere, proposta che ha trovato subito un consenso da parte di tutte le forze politiche, e proprio per questo sarebbe necessaria una partecipazione ampia, che oggi non c’è, per la necessità di dare forza a questa discussione. Pertanto si ritiene condivisibile la proposta del consigliere Brambilla.

Il Sindaco de Magistris è intervenuto per precisare che la delega sulle pari opportunità è in capo alla propria persona, ma si è ritenuto di dover far svolgere la relazione ad un’assessora donna, Laura Marmorale, titolare della delega alle politiche di contrasto della violenza di genere. In sua assenza, l’incarico è stato affidato all’assessora Buonanno, titolare della delega al lavoro. Il lavoro è, infatti, uno dei principali strumenti di autonomia della persona, ha detto il Sindaco, sottolineando che la giornata di oggi rappresenta solo l’inizio di una discussione che va fatta a fronte di cose gravissime che stanno accadendo nel nostro Paese, come dimostrano i temi al centro del congresso sulla famiglia di Verona, che fanno pensare quasi ad un ritorno al Medioevo. La proposta di sospensione del consigliere Brambilla, messa ai voti, è stata respinta a maggioranza dei presenti, e le opposizioni hanno abbandonato l’aula. La consigliera Eleonora de Majo (Dema) ha aperto la serie di interventi sul tema della seduta, spiegando di averla proposta alla Conferenza dei capigruppo, insieme alla consigliera Galiero (Napoli in Comune a Sinistra), sull’onda emotiva di fatti gravissimi accaduti nelle ultime settimane nell’intero Paese e in città. L’assenza ad una seduta del genere è una scelta politica e un’offesa grave verso chi oggi vive situazioni di prevaricazione e violenza o non c’è più. La consigliera ha ricordato Norina Matuozzo e Fortuna Bellisario, le ultime donne vittime di femminicidio nella nostra città, e la ragazza stuprata nell’ascensore della Circumvesuviana a S. Giorgio a Cremano.

Il ruolo istituzionale ricoperto impone di riconoscere che la violenza sulle donne è un fatto politico e sociale, interroga la cultura, il lavoro, la sicurezza sociale. Il clima che si sta vivendo nel nostro Paese è molto preoccupante, tra dieci giorni il congresso della famiglia a Verona riunirà tanti esponenti di associazioni e movimenti che hanno in odio le donne, quindi l’imbarbarimento attuale ha molto a che fare con la seduta di oggi. Bisogna chiedersi come lo Stato possa rappresentare un punto di riferimento per chi decide di denunciare, alla luce anche di quello che si legge nelle sentenze e nei discorsi pubblici. Il ruolo del Consiglio può essere quello di agire sui luoghi di cultura e della formazione, in questo senso Napoli non è un luogo qualunque, in questi anni è stata un porto sicuro per accogliere chi ha scelto di vivere liberamente la propria sessualità, così come chi ha deciso di denunciare le violenze subite.

È stata una processione di rabbia quella delle donne che hanno sfilato in corteo al funerale di Fortuna Belisario, servono luoghi di aggregazione, tante case delle donne in ogni quartiere, soprattutto quelli più popolari, per poter discutere, confrontarsi sui temi e permettere di agire prima che sia troppo tardi nelle dinamiche di violenza.

La consigliera ha concluso il suo intervento citando le parole di Lorenzo Orsetti, ucciso mentre combatteva per la causa del popolo curdo, per ricordare come ognuno può essere la goccia della tempesta che chiuderà definitivamente i conti con la violenza maschile sulle donne. Elena Coccia (Napoli in Comune a Sinistra) ha ricordato che nel 2011 venne ricevuta a Napoli la Special Rapporteur del Cedaw (Committee on the Elimination of Discrimination against Women); il suo compito era quello di svolgere un’inchiesta per spiegare le ragioni dei dati che vedevano Napoli e la Campania detenere il record di violenze e femminicidi. Le linee guida emerse a Napoli, come in altre città, sono confluite nella Convenzione di Istanbul del 2011, firmata dall’Italia nel 2012, che non è mai stata pienamente applicata, e addirittura si rischia di tornare indietro.

La Campania registra ancora il numero più alto di femminicidi in Italia, anche perché manca una rete capillare di centri antiviolenza. Sono molti i casi di donne che subiscono minacce e violenze nei luoghi di lavoro, così come le violenze subite da bambini, specialmente i bambini della comunità Rom, costretti a prostituirsi. Bisogna aprire le scuole nel pomeriggio, aprirle anche alle madri, per facilitare la comunicazione e la denuncia della violenza, la scuola deve poter essere centrale nel fare emergere la violenza.

Bisogna schierarsi fortemente contro il decreto Pillon, che mette in discussione le donne e loro diritti. Ha proposto la creazione di un osservatorio sulla violenza di genere, radicato nelle Municipalità, e aumentare l’attenzione sul ruolo delle assistenti sociali. Rosaria Galiero (Napoli in Comune a Sinistra), ha ricordato i motivi alla base della richiesta del Consiglio monotematico sulla violenza di genere, esprimendo rammarico per un’Aula vuota nei banchi delle opposizioni: in questo modo tutti hanno perso l’opportunità di dare un contributo che sarebbe potuto essere, ad esempio, sulle disuguaglianze economiche.

La rabbia espressa dalle donne durante il corteo per il funerale di Fortuna Bellisario era quella di chi chiede aiuto alle istituzioni, e ricorda di essersi vergognata della impossibilità, come rappresentante dell’amministrazione, di dare un contributo valido. Si parla sempre troppo poco del fatto che le violenze sono frutto di anni di maltrattamenti subiti, ma se la Politica non mette a disposizione una rete efficace per uscire da questi circuiti è inutile limitarsi ai soli discorsi di circostanza. Quello di oggi è solo un inizio, ha concluso, ringraziando il Sindaco e chi ha deciso di essere presente oggi.

Per Mario Coppeto (Napoli in Comune a Sinistra) è stato giusto celebrare questo Consiglio e l’Aula semideserta è una rappresentazione che fornisce un elemento di verità per affrontare il tema della violenza. La contesa politica non deve infatti avere a che fare con un tema che ha un valore universale. Bisogna fare una grande battaglia per non mettere in discussione i diritti conquistati negli anni ’60 e ’70, e serve interrogarsi su cosa un’amministrazione può fare. Nella declinazione di sicurezza di una città, al centro anche del dibattito politico sul Piano Urbanistico Comunale, bisogna inserire quegli elementi che garantiscono la sicurezza delle donne. Con grande sforzo va recuperato un lavoro sinergico e condividere un documento che individui una giornata cittadina sul tema. Francesco Vernetti (Dema), presidente della commissione consiliare Pari Opportunità, ha ringraziato la delegata del Sindaco alle Pari Opportunità, Simona Marino, per il lavoro che svolge senza le adeguate risorse. Bisogna lavorare ad un progetto di legge di iniziativa popolare, che imponga al governo che il contrasto alla violenza di genere diventi un punto fisso nell’agenda politica, puntando su parole chiave come coraggio, prevenzione, dignità.

Al termine degli interventi delle consigliere e dei consiglieri comunali, l’assessora Buonanno ha cominciato il proprio intervento con un lungo elenco di donne vittime di violenza in Campania. La violenza avviene in ogni condizione sociale e in ogni luogo. Ricordando le vittime più recenti di femminicidio, ha evidenziato che la violenza di genere è un fatto, non un fenomeno, ed è un fatto anche degli uomini. Nel piano nazionale contro la violenza di genere emerge che si tratta di un fatto strutturale, che incide sulla vita quotidiana delle donne. Occorre puntare sulla prevenzione, non è più rinviabile la definizione di un patto educativo, occorre avviare una seria e sistematizzata presa in carico e messa in protezione delle donne che decidono di denunciare.

L’autonomia è davvero il punto chiave da conquistare, e su questo, possono essere importanti le reti di partenariato. Inoltre, bisogna tener sempre presente che la violenza non è una questione di conflitto tra uomo e donna, ma sempre una forma unilaterale di prevaricazione dell’uno sull’altra. Per raggiungere obiettivi importanti bisogna fare una battaglia sulle risorse, sulle scuole, sul miglioramento dell’infrastruttura normativa, sulla formazione delle assistenti sociali e sul potenziamento dei luoghi di incontro sulla base del fabbisogno dei territori. Ha infine proposto quattro punti di confronto e di azione: servizi dedicati, non ghettizzanti per le donne, in particolare nei luoghi di lavoro; costruzione di case delle donne, dove esplicitare fabbisogni formativi, di lavoro, di ascolto; costituzione di un osservatorio sulla violenza di genere; elaborazione di un manifesto cittadino su ciò che il Comune fa per le donne di Napoli.

Nell’ora precedente, presieduto dal vice presidente Guangi, si è svolto il question time, con interrogazioni dei consiglieri all’Amministrazione sui seguenti quesiti: Moretto (Prima Napoli), sulla collocazione di postazioni di defibrillazione ad accesso pubblico, con risposta dell’assessora al Welfare Gaeta, e sulla sicurezza della città e gestione e prevenzione di eventi calamitosi, con risposta dell’assessora alla Protezione civile Clemente e alle Infrastrutture Calabrese. Nonno (Misto – Fratelli d’Italia) sulla problematica degli alloggi comunali di via Giorgio dei Grassi, con risposta dell’assessora alle Politiche per la casa Buonanno e al Patrimonio Clemente.

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