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NAPOLI (di Federica Colucci)- L’esistenza di una moltitudine di uomini e donne che si allontanano dai propri paesi, a causa di conflitti politici, sociali o religiosi, oppure per motivi di lavoro, pone nuove domande alla comunità territoriale che li accoglie.Il fenomeno migratorio, sempre più consistente, riguarda da vicino le città italiane, che vivono la necessità e, talvolta, la contraddizione di ricostruire e rifondare i principi del senso di appartenenza allo spirito collettivo.

Si può reagire in modi differenti: reclamando nuovi confini, istituendo un dentro e un fuori, un “noi” e un “loro”, oppure aprendo spazi per l’accoglienza, l’integrazione e l’inclusione, per mettere in moto sinergie in cui creare “economie locali, nuove storie, nuovi modi di appartenenza” (S. Sassen, 2016).Il tema dell’immigrazione è centrale nell’agenda politica dell’amministrazione comunale napoletana: su iniziativa del Sindaco Luigi de Magistris e dell’Assessore al Welfare Roberta Gaeta è stato istituito il Tavolo permanente sull’Immigrazione, per costruire un dialogo diretto con il mondo degli immigrati.Insieme ad enti ed associazioni che si occupano di immigrazione, comitati cittadini e attivisti del settore, a Palazzo San Giacomo si è discusso di diritti e doveri, delle implicazioni per il sistema dei soggetti coinvolti nei percorsi di accoglienza e sulla volontà di superare percorsi emergenziali, puntando alla partecipazione sistemica e al confronto con le comunità della Città.Per essere insieme cittadini del mondo, oltre ogni stereotipo.

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