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NAPOLI – La Polizia ha eseguito nove arresti (sette in carcere e due ai domiciliari) contro un gruppo di spacciatori ritenuti affiliati al gruppo camorristico degli Scissionisti (famiglie Abete-Notturno-Abbinante), attivo nei quartieri napoletani Scampia e Secondigliano.Tra gli arrestati figurano cinque fratelli, uno dei quali minorenne all’epoca dei fatti.

Durante le indagini, durate circa cinque mesi, sono state sequestrate ingenti quantità di sostanze stupefacenti (cocaina ed eroina). La piazza di spaccio era stata allestita dai fratelli Pandolfi in un edificio del lotto R di via Ghisleri, a Scampia, nella cosiddetta “Oasi del Buon Pastore”.Era lì che, prevalentemente, andava avanti la vendita della droga. Nel corso delle indagini, che hanno portato anche al sequestro di ingenti quantitativi di droga, i poliziotti del locale commissariato, guidato dal dirigente Cristiano Tatarelli, hanno scoperto che gli inquilini del palazzo erano costretti a subire soprusi, angherie e minacce da parte degli spacciatori.I poliziotti hanno delineato il ruolo di ciascuno degli arrestati – uno dei quali minorenne all’epoca dei fatti – grazie a una telecamera esterna azionata a mano e con una microspia installata nell’abitazione di una donna, dirimpettaia dei Pandolfi, famiglia ritenuta contigua al clan degli scissionisti. A casa della donna, infatti, veniva custodita la droga, si contavano le dosi da vendere e il denaro ricavato dallo spaccio.Lo smercio avveniva nelle vicinanze o all’interno delle abitazioni dei pusher, che si trovano tutte nello stesso edificio nell’isolato A/2 del Lotto R.In carcere sono finiti i fratelli Emanuele, Vincenzo (detto Lallà), Antonio Pandolfi (detto ‘o Russo) e Carmine Pandolfi, di 22, 25, 24 e 18 anni; Gilberto Fuiano, di 24 anni; Imma Liguori, 42 anni (la dirimpettaia della famiglia Pandolfi); Francesco Errico, 35 anni. Ai domiciliari sono finiti, invece, Salvatore Romano, di 20 anni, e un altro dei fratelli Pandolfi, Fabio, di 20 anni.L’uscita di tutti e otto gli arrestati, molti appartenenti allo stesso nucleo familiare, è stata salutata con baci e urla da un folto numero di parenti e amici alcuni dei quali hanno anche immortalato il momento con i telefonini. Dal canto loro gli arrestati, tranne una donna che si è coperta il viso con un cappotto, hanno dispensato sorrisi al “pubblico”.

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