Fioccano in questi giorni, anche sugli organi d’informazione, le proteste dei residenti del Vomero per la presenza di miriadi d’insetti che piovono sugli abiti e sulle teste dei passanti dai platani secolari posti lungo le strade, afflitti ancora una volta dal tingide, meglio conosciuto come “cimice del platano”.

“ Gli abitanti dell’area collinare del capoluogo partenopeo, che anche in questo periodo feriale sono rimasti in città, oltre ai tanti problemi legati alle strade piene di buche e di avvallamenti ma anche di cumuli di spazzatura, tornati alla ribalta delle cronache anche in altre zone della Città, devono purtroppo affrontare un altro annoso problema che genera non poche conseguenze, anche per la salute degli abitanti, e che si ripresenta irrisolto ogni estate, aggravato da inefficienze e ritardi da addebitare agli uffici competenti e segnatamente a quelli che fanno capo all’assessore comunale al verde pubblico. Così anche questa estate a ragione dei mancati interventi di bonifica, ancora una volta le alberature stradali della collina, per lo più costituite da filari di platani, sono infestate da miriadi di afidi, conosciuti comunemente come “cimici del platano” “. La puntuale denuncia del grave fenomeno arriva ancora una volta da Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero, che ogni giorno raccoglie le proteste indignate dei residenti, afflitti dai problemi evidenziati.

” Impossibile passeggiare o sostare, seduti su una panchina o uno dei tavolini dei tanti bar presenti nelle isole pedonali di via Scarlatti e di via Luca Giordano, senza trovarsi addosso, sugli abiti o sul corpo, portandoseli poi a casa, il fastidioso insetto – sottolinea Capodanno – Tra le altre conseguenze dell’azione del parassita si registra anche la caduta anticipata di tante foglie dai platani interessati. L’insetto infatti, durante questo periodo, si localizza nella pagina inferiore delle foglie da cui sottrae linfa e clorofilla. Ciò causa una decolorazione tipica delle foglie stesse, che ingialliscono, disseccano e cadono in anticipo “.

“ A parte le ripercussioni sul già scarno patrimonio arboreo pubblico – puntualizza Capodanno – con l’abbattimento e la rimozione di numerosi platani malati o attaccati anche dal famigerato cancro colorato, e non ancora sostituiti da nuove essenze, con la conseguenza che, solo nelle area pedonali di via Scarlatti e di via Luca Giordano, allo stato si contano numerose fonti d’albero vuote, i danni causati ai malcapitati cittadini da questi insetti non sono affatto da sottovalutare dal momento che le loro punture potrebbero comportare fastidiose bolle, con arrossamento e prurito “.

“ Il fenomeno è datato – ricorda Capodanno -. Al Vomero infatti già si presentò sin dai lontani anni ’80. Purtroppo la semplice potatura dei platani non serve a debellare alla radice il fenomeno, dal momento che l’insetto, che già in passato è stato identificato come appartenente alla famiglia dei tingidi, e il cui nome scientifico è “Corythucha ciliata”, oltre che sulle foglie, vive anche sotto la corteccia, proliferando con un ritmo di 200 uova per ciascuna femmina, per tre cicli, ciascuno di 45 giorni. Per questo non è possibile combatterlo con i normali pesticidi, peraltro dannosi anche per l’uomo. La presenza di questo parassita è evidenziata dalla caratteristica colorazione delle foglie, che, una volta attaccate, sono afflitte da una forte declorofillizzazione “.

“ Tempo addietro – sottolinea Capodanno –, di fronte all’ennesimo accentuarsi del fenomeno durante il periodo estivo, furono anche interpellati esperti del settore. Dagli studi effettuati emerse che il metodo più efficace per combattere la fastidiosa cimice è quello naturale, utilizzando, per eliminarla, gli stessi parassiti dell’insetto da immettere, attraverso iniezioni nel tronco, sulle piante infestate. Sicché per combattere la tingide del platano occorrerebbe intervenire con terapie specifiche, già all’inizio della primavera, utilizzando trattamenti endoterapici ecocompatibili “.

” Ma quando ancora dovranno aspettare gli abitanti della collina – chiede Capodanno – perché ci si decida a risolvere definitivamente il problema delle alberature stradali infestate? Nel frattempo sarebbe auspicabile che gli organi preposti alla salvaguardia della salute dei cittadini si attivassero, ciascuno per le proprie competenze, per valutare tutte le azioni da intraprendere per la soluzione definitiva dell’annosa vicenda. Intanto i residenti sembrano destinati, in questo periodo di caldo e afa, a vivere con le imposte chiuse per evitare che gli insetti in questione, attraverso i rami degli alberi che si prolungano lungo le facciate degli edifici, entrino nelle proprie abitazioni “.

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