NAPOLI– La Fondazione Eduardo De Filippo, presieduta da Carolina Rosi, apre con un omaggio a Roberto Capucci la sua sede a Napoli nello storico Palazzo Scarpetta di Via Vittoria Colonna.
Per loccasione è stata presentata anche loriginale mostra di disegni per il teatro intitolata Roberto Capucci. Spettacolo onirico, curata da Caterina Napoleone.
La mostra (il catalogo è edito da ARTEM) resterà allestita e visitabile (ad ingresso gratuito) da venerdì 4 maggio fino a tutto giugno, offrendo loccasione unica di accogliere, per la prima volta in città, il grande Maestro e rendere visibile il suo insieme di follie come egli stesso le definisce che svelano un aspetto inedito rispetto al suo primato di couturier dAlta Moda che lo ha reso famoso nel mondo. Una galleria di oltre cinquanta disegni in cui compaiono figure multiformi che appaiono trasfigurare lineffabile avvenenza delle divinità del mito e a cui si aggiungono un insieme di prototipi in carta a grandezza naturale, realizzati da Gabriele Mayer e dai suoi ex allievi dellAccademia di Belle Arti di Napoli, che restituiscono la suggestione degli originali disegnati a matita.
Non potevamo immaginare migliore avvio sottolinea Carolina Rosi per la nostra sede rendendo omaggio a Roberto Capucci, Maestro assoluto dellArte e della Cultura italiana, più volte prestato al Teatro e, contemporaneamente, a Luca che proprio qui, in questo luogo particolarmente evocativo, aveva indicato lo spazio naturale per accogliere il lavoro della Fondazione De Filippo.
Il monumentale edificio, la cui costruzione si fa risalire agli inizi del 900 su commissione del commediografo ed attore Eduardo Scarpetta, è un luogo simbolo del Teatro italiano. Qui hanno abitato, infatti, gli Scarpetta (il capostipite Eduardo con i figli Vincenzo, Domenico e Maria), i De Filippo (Eduardo, Titina e Peppino in primis), i Carloni (a partire da Pietro Carloni, marito di Titina) ed alcuni familiari ed eredi di Raffaele Viviani. Da oggi, nellappartamento al primo piano avrà sede la Fondazione Eduardo De Filippo.
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