AMALFI – Con questo volume il Centro di Cultura e Storia Amalfitana approfondisce un percorso di ricerca le cui scaturigini possono rinvenirsi in alcune delle relazioni del convegno “Interscambi socio-culturali ed economici fra le città marinare d’Italia e l’Occidente dagli osservatori mediterranei”, svoltosi presso la sede del Centro nel giugno del 2011. Un percorso ulteriormente ripreso, e questa volta approfondito più puntualmente da alcuni contributi, con il convegno “La conquista e l’insediamento dei Normanni e le città del Mezzogiorno italiano”, svoltosi nel novembre del 2017.

Questo nuovo ambito di ricerca si è definitivamente concretizzato nel dicembre del 2017 attorno alla tematica del rapporto tra Amalfi e le aree geografiche circostanti di quello spazio che per un secolo e mezzo ha costituito il Regno di Sicilia, poi scisso nei due regni omonimi che si sarebbero ricongiunti agli albori dell’Ottocento per poi divenire nel contesto postunitario il cosiddetto Mezzogiorno d’Italia. Infatti, a un solo mese di distanza dal convegno dedicato a conquista e insediamento normanni, si sarebbe svolto quello su “Gli Amalfitani nella Puglia medievale. Insediamenti, fondaci, vie e rotte commerciali, relazioni artistiche e culturali”, che ha sancito con chiarezza programmatica il percorso cui abbiamo fatto cenno, ulteriormente sviluppato l’anno seguente dall’incontro di studi su “Amalfi e la Calabria. Interscambi economici, sociali, culturali e artistici tra Medioevo ed Età contemporanea”.

Nel dicembre 2019, con ormai necessaria conseguenzialità, il focus della ricerca si è incentrato sulla Sicilia con la celebrazione del convegno le cui relazioni sono riportate nei saggi contenuti in questo volume. Finalmente, le voci di quel dicembre 2019 si sono condensate in pagine scritte, consegnate a chi riterrà utile sfogliare questo volume. Mi preme soprattutto sottolineare come la tematica del rapporto tra Amalfi e le aree meridionali limitrofe incentrandosi sulla Sicilia era destinato ad aprirsi con maggiore ampiezza all’intero Mediterraneo, ai suoi traffici e ai molteplici ruoli che gli amalfitani hanno saputo ricoprirvi a partire dall’Alto Medioevo. Un ruolo che, come ben sappiamo, si è metamorfizzato nei secoli, ma che in ogni periodo ha sempre attestato l’intraprendenza e la versatilità degli abitanti di Amalfi e dei centri circostanti, capaci di inserirsi nelle più diverse realtà socio-politiche di cui hanno fatto parte e con cui sono venuti a contatto, riuscendo in particolare a superare in più modi in primo luogo l’inserimento in una forte realtà monarchica e, in un secondo momento, il trauma del Vespro, e riuscendo a trasformarsi anche in ceto dirigente isolano, in un processo parallelo alla contemporanea e numericamente più consistente trasformazione in ceto dirigente peninsulare.

Oltre ai contributi che più o meno puntualmente identificano personaggi e famiglie di Amalfi che si sono insediati in Sicilia, pur nel non raro mantenimento di rapporti con l’area di provenienza, il volume contiene saggi che leggono il continuo interscambio con quell’isola dirimpettaia della costiera, dai commerci di manufatti legati alla quotidianità, allo scambio di saperi e competenze in più ambiti, e in particolare in quello artistico, in un movimento incessante tra le due coste che richiede per essere decifrato acume e attenzione.

Vanno infine ricordate quelle relazioni in cui la Sicilia sta sullo sfondo, giocando il ruolo, talvolta quasi invisibile ma non per questo meno incontestabile, di perno di commerci e spostamenti nello spazio mediterraneo, con particolare riguardo alla penisola iberica. Tra queste, voglio indugiare su quella di Juan Carlos Ruiz Souza, che ci ha lasciati ancora nel fulgore della sua vita e della sua ricchissima attività scientifica il 3 novembre 2021. Dallo scritto dello storico dell’arte dell’Università Complutense traspare, attraverso una raffinatissima analisi iconografica, un vero e proprio universo mediterraneo in cui Amalfi fu interfaccia «internazionale» tra culture diverse – anche e per certi versi soprattutto nella sua proiezione verso la Sicilia – in alcune delle fasi tra le più affascinanti del Medioevo, confermando quella peculiare vocazione mediatrice cui ho sinteticamente fatto cenno.

È a Juan Carlos e alla sua ricchissima e mai scontata capacità interpretativa, stimolo incessante per chiunque lo abbia conosciuto, che vorremmo dedicare questo volume.

(dall’introduzione al volume di Francesco Paolo Tocco).

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NOVITA’ EDITORIALI

Dieter RICHTER, Con gusto. Il Grand Tour della cucina italiana, traduzione di Alida FLIRI PICCIONI. Amalfi 2022, pp. 151, ill.

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Amalfi e la Calabria. Interscambi economici, sociali, culturali e artistici tra Medioevo ed Età Contemporanea. Atti del Convegno di Studi – Amalfi, 14-15 dicembre 2018. Amalfi 2021, pp. 439, ill.

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Stefan ANDRES, Amata Positano. Racconti dal Sud, a cura di Dieter RICHTER, traduzioni di Olimpia GARGANO. Amalfi 2021, pp. 175.

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Il Centro di Cultura e Storia Amalfitana ricorda che è possibile destinare all’Associazione il cinque per mille dell’IRPEF senza alcun onere aggiuntivo e senza rinunciare alla scelta dell’otto per mille

Come fare?

Per destinare il cinque per mille al Centro di Cultura e Storia Amalfitana, basta segnalare la scelta al commercialista o al CAF al momento della compilazione della dichiarazione dei redditi, apponendo la firma nella relativa casella (Sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative etcc) indicando poi anche il codice fiscale del Centro di Cultura e Storia Amalfitana: 95001840651=

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